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Signor Ministro, le lacrime le lasci a chi pagherà il conto della macelleria sociale

Dicembre 07
18:17 2011

Una tassa dell’1,5% sui capitali degli evasori che hanno esportato illegalmente per anni i soldi all’estero dovrebbe essere il contentino che rende equa la manovra governativa insieme a qualche prelievo ai possessori di aerei, barche (ma solo se superano i 10 metri) e auto di lusso. Provvedimenti da far tremare i polsi.
Per il resto avanti con lo smantellamento del sistema previdenziale e con la tassazione anche sulla prima casa.
Quell’Ici incautamente eliminata da Prodi (e non da Berlusconi a quale spetta solo il “merito” di avere esteso l’esenzione Ici anche agli immobili con valore superiore ai 500mila euro) che non ci si limita a reintrodurre ma la si appesantisce in modo devastante rivalutando del 60% (sessanta per cento) gli estimi catastali. Non bastasse, mano libera a Comuni e Regioni per aumentare il prelievo fiscale al fine di compensare i tagli dei trasferimenti statali. E lo sviluppo dell’occupazione? Come al solito legato a incentivi a senso unico: sgravio Irap per le aziende che assumeranno donne e giovani, sempre nella stessa ottica di creare la guerra tra poveri, mettendo le generazioni una contro l’altra.
Una manovra quindi tutta basata su uno strano concetto di equità dove la parte maggiore dei sacrifici è a carico dei soliti noti.
Tra una lacrima e un singhiozzo il Ministro Fornero ci dice però che questi sono interventi dettati dall’emergenza ma che, CON MOLTA CALMA, studierà una bella riforma del sistema degli ammortizzatori sociali dato che il Ministro sa bene che i disoccupati nel nostro paese, se si sommano gli inattivi che non cercano più lavoro in quanto scoraggiati, sono circa 5 milioni. Ma solo il 27% dei 2.134.000 disoccupati “ufficiali” usufruisce di qualche straccio di sostegno pubblico. Se poi questo studio della riforma degli ammortizzatori sociali si protrarrà fino al 2013, con le prossime elezioni la Ministra andrà a casa e siamo certi che chi la sostituirà metterà in testa alle sue priorità tale riforma.
Del resto siamo abituati alla politica dei doppi tempi, il bastone colpisce subito, per la carota si rimanda a tempi migliori.
È un ritornello che sentiamo dalla metà degli anni ’90. e che le aziende hanno tradotto in continue iniezioni di flessibilità in uscita senza nessuna garanzia.
Da oltre 15 anni si susseguono riforme e ritocchi al sistema previdenziale con cadenza più o meno annuale (Dini, Amato, Prodi, Maroni, Sacconi e oggi Fornero – Monti).
Ogni intervento è stato accompagnato da accorate dichiarazioni di politici, “esperti” e giornalisti tuttologi, ammalati di presenzialismo televisivo, sulla necessità di una profonda riforma degli ammortizzatori sociali di cui nessuno ha mai visto traccia.
Con buona pace dei tanti espulsi dal mondo del lavoro a pochi anni dalla pensione, di tutti coloro che oggi vivono il dramma di un ulteriore rinvio di un traguardo che sembra ormai diventato irraggiungibile.
Al “Salvatore della Patria” Monti possiamo solo esprimere il nostro sdegno, senza se e senza ma, così come analogo sdegno dobbiamo esprimere per i balbettii della stragrande maggioranza dei politici che ancora una volta dimostrano la propria totale incapacità di giocare un ruolo che non sia diverso da quello dell’accettazione del fatto che il prezzo della crisi venga fatto pagare a coloro che non hanno alcuna responsabilità nella stessa.

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