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Tecnologia e scienza al servizio dell’uomo

Tecnologia e scienza al servizio dell’uomo
Dicembre 28
18:41 2014

Prototipo dell’auto ‘Stella’La tecnologia è tecnologia, come la scienza è scienza: sono sostantivi. È l’uomo che attraverso l’utilizzo aggiunge a questi sostantivi aggettivi tipo buona, positiva, negativa, distruttiva e via dicendo. Comunque la si pensi sono ‘sostantivi’ che evolvono e si specializzano sempre di più, perché il pensiero e la ricerca umana non si possono fermare.
Mi spiego meglio: si può essere, per esempio, un bravo o cattivo insegnante sia con una lavagna multimediale e un’aula di informatica, sia senza queste tecnologie.

Non sono importanti le ‘novità, ma il valore aggiunto che queste riescono a fornire al processo educativo e il modo in cui l’insegnante le integra e le sfrutta nell’attività didattica quotidiana. Analogamente avviene con le scoperte scientifiche e le loro eventuali applicazioni pratiche.
Sopratutto in tempi recenti la tecnologia ‘verde’, cioè la bio-architettura, la bio-edilizia, le bio-tecnologie ecc., grazie alla scienza, fisica e chimica in primis, sta sempre più utilizzando la ‘materia vivente’. E in senso positivo! Studiando le biotecnologie, per esempio, si sono compresi i meccanismi molecolari che regolano il gusto, permettendo la realizzazione di ingredienti che rendono determinati cibi meno grassi o salati. In campo medico, tra le tante novità, si è messo a punto un tipo di insulina pura per i diabetici, prodotta in grandi quantità a basso costo. E che dire dei sacchetti per l”umido’ dove microrganismi ingegnerizzati mangiano letteralmente i rifiuti?

Arance e latte, dalla tavola all’industria
Dalle nuove tecnologie e dagli studi molecolari alla moda: è stato così che due ragazze catanesi, dallo scarto delle arance, hanno creato una nuova fibra per abiti. Capi ottenuti unendo un esclusivo filato di acetato da agrumi alla seta, con tre varianti di colore giallo, verde lime e arancio. In vendita da febbraio del prossimo anno. Peccato che la Regione Sicilia non si sia interessata a questo progetto facendolo proprio, in qualche modo. Ma questo è uno dei tanti aspetti oscuri del nostro Paese! Comunque le ragazze collaborano con un’industria siciliana per l’estrazione della cellulosa dagli agrumi e con un produttore di succhi, perché la prima parte della produzione va fatta il più possibile vicino alla materia prima.
E a proposito di tessuti, negli anni Trenta del secolo scorso in Italia nacque la Lanital, una fibra così chiamata per la sua struttura molecolare molto simile a quella della lana, ma prodotta dalla caseina, proteina del latte. Da allora questo filato si è evoluto: oggi il latte viene disidratato e scremato, ammorbidito, impastato e poi lavorato con moderne tecniche di bio-ingegneria da cui si ottiene la cosiddetta ‘seta di latte’, da cui il filato vero e proprio. Fibra biodegradabile, isolante termico migliore della lana, molto traspirante, che assorbe benissimo l’umidità. Inoltre possiede un altissimo potere batteriostatico, e svolge funzione di nutrimento e cura della pelle. Per la sua produzione si utilizzano grassi di scarto della lavorazione del latte, riducendo drasticamente tanto le emissioni di anidride carbonica quanto l’uso di combustibili fossili. Non a caso la fibra di latte ha ottenuto la certificazione internazionale Oeko-Tex Standard 100 per prodotti tessili ecologici.

Risparmio e produzione energetica
Tecnologia ‘verde’ significa ricerca, nuovi lavori e professioni, utilizzo di quello che fino ad ora è stato considerato scarto, quindi risparmio soprattutto energetico, cioè meno dipendenza da acquisti di materia prima, come petrolio o gas. Risorse, queste, non infinite. Qualche esempio? I pannelli fotovoltaici esistono da tempo, ma ora se ne può scegliere uno che è più leggero e flessibile di quelli tradizionali. Si adatta a qualsiasi forma architettonica, è calpestabile, più economico, senza cadmio e piombo, in linea con le direttive europee che impongono restrizioni all’uso di sostanze pericolose e difficilmente smaltibili.
In Australia, invece, si sta mettendo a punto un ‘inchiostro solare’: una stampante commerciale adeguatamente modificata deposita uno strato sottilissimo, una sorta di pellicola, su una superficie di materia plastica. Questa pellicola, semitrasparente e applicabile per esempio sulle finestre, è in grado di catturare la luce solare e convertirla in elettricità. Una sorta di pannello solare, ma molto più efficiente. Il sistema è prossimo alla commercializzazione.
In Olanda un team del Politecnico di Eindhoven ha messo a punto ‘Stella’, un’auto alimentata da celle fotovoltaiche disposte sul tetto. Ipertecnologica, 4 posti, ha un’autonomia di 600 km e poiché produce più elettricità di quanta ne consuma il motore, quando non viene utilizzata l’energia in eccesso può essere ceduta alla rete nazionale.
All’altro capo del mondo, un gruppo di ricercatori giapponesi sta lavorando a un prototipo di computer alimentato dall’energia solare, che sfrutta un fenomeno di meccanica quantistica relativo alla tipologia del ‘movimento’ degli elettroni.
Infine – ma solo per ora – un progetto internazionale nato da un’idea di un giovane ingegnere italiano che lavora all’estero: un nuovissimo sistema di propulsione eolica per le imbarcazioni che potrebbe far risparmiare fino al 30% di carburante, inquinando dunque infinitamente meno. L’idea è nata analizzando il sistema di propulsione marina Turbosail, messo a punto da Jacques Cousteau, l’esploratore e oceanografo di fama internazionale.

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