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Un cane per amico

Un cane per amico
Agosto 26
11:33 2017

Esistono tante forme di amore. Quello romantico, quello materno. Ma se esiste un amore incondizionato al di là di vincoli di sangue e tornaconti è sicuramente quello verso i nostri animali domestici. Chi non ha a casa un cane o un gatto non lo può capire. È davvero una questione sorprendente. Un animale non ti chiede nulla ma ti ama più di tutto. E non ti lascia mai solo. Io ho una coppia di Jack Russell Terrier: Margot e Lupin. Piccoli, veloci, agili, intelligenti, vivacissimi. La loro vita è iniziata e finirà con me. Ogni volta che mi rivedono, anche se mi allontano pochi minuti, mi salutano come se fossi stato via mesi. Sono gelosi di me, vogliono stare con me. Per questo non posso immaginare di amare qualcuno di più. Margot e Lupin spesso mi portano i loro giochi preferiti non perché vogliano giocare con me: questo gesto nasconde un significato più profondo. Chiaramente è un atto d’amore in sé, ma loro mi vedono come un leader naturale, contano su di me per giocare. Loro pensano che questi giocattoli mi piacciano tanto quanto a loro, quindi vogliono condividerli con me. Quando mi guardano dritto negli occhi è come se volessero darmi un abbraccio. Loro dormono con me: vogliono essermi vicino a tutti i costi, perché sanno che sono sempre pronto a vegliare su di loro durante la notte. Gli animali si sentono vulnerabili quando dormono, e il fatto che i miei cagnolini mettano il loro destino nelle mie mani è un segno importante di fiducia. Margot dorme addirittura attaccata a me: questo è un importante simbolo d’affetto. E’ la prova che pensa che io sia lì per proteggerla e tenerla al sicuro! Margot e Lupin mi leccano la faccia. Infatti tendono a venirmi incontro ogni volta che possono e vogliono giocare tutto il tempo con me. E’ come se mi stessero dicendo: “Io so che ci ami… e ti amiamo anche noi”. Inoltre tendono a muovere maggiormente il sopracciglio sinistro. Mi hanno detto che questo è l’indicatore massimo d’affetto. Come il voler venirmi in braccio (soprattutto Margot). Ritengo che questo sia un segnale d’affetto importante: mi vogliono vicino per essere coccolati (in particolar modo subito dopo mangiato). Poi mi accolgono calorosamente appena rientro. Difatti solo a sentire il rumore dell’ascensore, Margot e Lupin cominciano ad agitarsi. Non vedono l’ora di rivedermi ed accogliermi nella nostra casa! Mi sono anche accorto che addirittura sbadigliano quando sbadiglio io! Ieri, passeggiando con loro sul lungomare di Ostia, ad un amico che mi ha chiesto: “Ma che bei cani, di che razza sono?”, io ho risposto: “Amore puro”. Purtroppo la vita dei cani è troppo breve. Questa è la loro unica, vera colpa. A questo punto mi viene in mente “l’Ode al cane”, un testo poetico molto struggente di Pablo Neruda che, definendo l’uomo e il cane due compagni, così termina: “È l’antica amicizia, la gioia di essere cane e di essere uomo, tramutata in un solo animale che cammina muovendo sei zampe ed una coda intrisa di rugiada”. Quando accadrà -il più tardi possibile- vorrei che Margot e Lupin venissero sepolti accanto a me. 

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1 Commento

  1. maria lanciotti
    maria lanciotti Settembre 16, 11:06

    forse bisognerebbe chiedersi se gli animali nutrano gli stessi desideri dell’uomo

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MONOLITE e “Frammenti di visioni”

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