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Una nonna racconta…

Ottobre 27
15:17 2010

sommario:

LA COCCINELLA E IL FIORE
IL BRUCO
IL GABBIANO E IL GRANCHIO
LA NUVOLETTA
IL BIMBO
I GIOCATTOLI
LA LUCERTOLINA
IL RICCIO
IL RANOCCHIO
SEBI
LA BIMBA
L’ANATRA
IL GATTO E IL TOPOLINO
IL SOLE
LA LUNA
NEL BOSCO
UN PASSEROTTO
IL FUNGHETTO E LA FRAGOLINA
IL PAPPAGALLINO

LA COCCINELLA E IL FIORE

Una coccinella con bel vestito rosso a puntini neri volò su un fiore e il fiore le chiese: “Com’è buffo il tuo vestito.”
“Me lo ha fatto la mamma, è uguale al suo. A te chi ha fatto il vestito?”
Il fiorellino si guardò e disse: “Non lo so. Sono nato da un seme che il vento ha portato qui, sono caduto nella terra e poi è piovuto e quando è venuto il sole io sono cresciuto.”
In quel momento arrivò una farfalla bellissima con le ali tutte colorate e si posò sul fiore e felice guardò dentro, succhiò un po’ di nettare e volò via.
La coccinella disse al fiore: “Perché era contenta la farfalla?”
Il fiorellino rispose: “Sai, le farfalle si nutrono con i fiori e così quando noi siamo molto colorati loro ci vedono subito.”
“E non ti fa male?”
“Ma no, io sono contento, così volando volando porta i miei semi su altri prati e nasceranno tanti altri fiorellini come me.”
La coccinella lo guardò e disse: “Contento tu.”
E volò via.
Marina Natalini

[Racconto tratto da: Marina Natalini, Una nonna racconta…, Nuvole, Milano 2001.]

IL BRUCO

C’era un albero con tante mele. Erano bellissime. Ad un tratto una si mosse un
pochino e spuntò un bruco, uscì e si guardò intorno, vide tante mele ma solo lui come bruco e pensò: “Sono solo. E adesso cosa faccio?”
Non aveva nessuno con cui parlare e giocare e allora si mise a piangere. Mentre era lì triste triste sentì un rumorino, guardò cosa stava succedendo. Si accorse che una mela vicino a lui si stava bucando e ne uscì un altro bruco, lo guardò e si mise a giocare con lui. Il bruco rise felice. Non era più solo.
Marina Natalini

[Racconto tratto da: Marina Natalini, Una nonna racconta…, Nuvole, Milano 2001.]

IL GABBIANO E IL GRANCHIO

In riva al mare se ne stava appollaiato su una vecchia barca un gabbiano e guardava un granchietto che era uscito dalla sabbia. Arrivò un’onda e lo capovolse. Il granchietto pazientemente si rimise in piedi. Di nuovo tornò l’onda: “Splash!” E quello si trovò di nuovo a pancia all’aria.
Il gabbiano continuava a guardarlo e pensava che non avrebbe smesso mai, perché il mare faceva sempre lo stesso movimento. E di nuovo infatti il mare torno a fare “splash”. A quel punto il granchietto, che si era stufato, si infilò veloce sotto la sabbia e quando arrivò di nuovo l’onda non lo trovò più.
Il gabbiano decise di schiacciare un sonnellino e chiuse gli occhi, ma in quel momento arrivarono un gruppo di bambini e si misero a giocare a palla. Calcia uno calcia l’altro e alla fine il pallone finì in testa al gabbiano, che con un verso querulo si alzò in volo e se ne andò sul mare dove sperava di trovare una vecchia nave, con un albero di maestra così alto che nessuno lo avrebbe più disturbato.
Marina Natalini

[Racconto tratto da: Marina Natalini, Una nonna racconta…, Nuvole, Milano 2001.]

LA NUVOLETTA

Una nuvoletta vagava tranquilla per il cielo. All’improvviso sentì uno scossone e vide che il vento soffiava verso di lei. “Uffa,” pensò la nuvoletta, “Me ne stavo così bene e adesso è arrivato questo scocciatore!” E intanto il vento continuava a soffiare e spinse la nuvoletta ancora e ancora, si trovò su una montagna molto, molto alta, che quasi ci andò a sbattere contro. La nuvoletta si alzò un pochino e il vento soffiava sempre più forte. Si sentì tutta gelata e siccome era inverno lasciò cadere un po’ di neve.
I giorni passavano e intanto il vento continuava a spingerla, e la nuvoletta si trovò in una valle con tanti prati verdi. Lei non lo sapeva, ma era arrivata la primavera e passarono i giorni e la nuvola continuava a vagare per il cielo, incontrando tante nuvole come lei, più grandi, più piccole.
Arrivò sul mare, era estate. Sulle spiagge c’erano tanti bimbi che giocavano. Lei ormai era così piena che lasciò cadere un po’ di pioggia, e tutti scapparono via. “Oh,” pensò la nuvola, “Peccato che non c’è più nessuno.”
Ritornò il vento e arrivò l’autunno e la nuvola era sempre più spinta e gli alberi perdevano le foglie. La nuvola sentì sempre più freddo, e allora, visto che si trovava di nuovo in montagna, decise che si era stancata di vagare. Lasciò cadere tanta neve.
Allora vide ancora dei bambini che giocavano felici con quello che era stata.
E si sentì amata.
Marina Natalini

[Racconto tratto da: Marina Natalini, Una nonna racconta…, Nuvole, Milano 2001.]
IL BIMBO

In un piccolo paese di montagna vivevano due nonni. Avevano un nipotino che ogni tanto andava a trovarli. Con il nonno si divertiva a vederlo fare cose di legno e ferro e con la nonna andava nell’orto e faceva lunghe passeggiate per la campagna. Un giorno il bimbo vide un mucchietto di terra smossa, si avvicinò e vide una lunga fila di formichine che andavano e venivano, si girò verso la nonna e disse: “Nonna, guarda quante formichine. Cosa fanno?” La nonna, guardò dove il bimbo indicava, e rispose: “Stanno lavorando.”
“Lavorando?” disse il bimbo meravigliato.
“Sì, guarda bene e vedrai che quelle che vanno verso il buco portano qualcosa.” Il bimbo guardò meglio, e vide che ogni formichina portava qualcosa, ciascuna portava una cosa più grande di lei, chi un chicco di grano, altre una foglia, e altre cose ancora. “Perché?” chiese alla nonna.
“Fanno provviste per l’inverno. Quando farà molto freddo, loro rimarranno nella loro casetta e non usciranno, così avranno tanta pappa da mangiare. Quando ritornerà la primavera e il caldo, loro usciranno, e di nuovo ricominceranno a fare provviste, per il prossimo inverno.”
“Lavorano tanto.”
“Infatti si dice ‘laboriosa come una formichina.”
Marina Natalini

[Racconto tratto da: Marina Natalini, Una nonna racconta…, Nuvole, Milano 2001.]

I GIOCATTOLI

Nella camera dei bambini c’era una cassa con tanti giochi dentro, c’era un soldatino che si sentiva schiacciare da un dinosauro di gomma e dalla palla che oscurava tutti i giochi più piccoli. Ognuno aveva da brontolare con gli altri, e spostati qua, e spostati là, finirono per litigare. Il soldatino dà un calcio al pallone, il pallone finisce sul naso del dinosauro, che brontolando va a cadere su una bambola. Dura così, sino che i bambini decidono di giocare e mettono fuori tutti i giocattoli, che tirano un sospiro di sollievo, sentendosi liberi. I bambini giocano, per un po’ tranquilli, poi arrivano i loro piccoli amici, e ognuno gioca con qualcosa, poi uno di loro decide che vuole il gioco dell’altro e cominciano a litigare. I giocattoli guardano preoccupati, ed i bambini, cominciano a tirarli uno contro l’altro e così qualche giocattolo si rompe. Un bambino piange; arriva la mamma, vede tutto quel parapiglia, sgrida e ordina di rimettere i giocattoli a posto. Così il soldatino con il naso rotto torna dentro la cassa e il pallone gli finisce sopra, il dinosauro sulla bambola scarmigliata. Ma, nessuno si lamenta. A pensarci bene, stanno meglio stipati nella cassa che fuori tra le mani dei bambini.
Marina Natalini

[Racconto tratto da: Marina Natalini, Una nonna racconta…, Nuvole, Milano 2001.]

LA LUCERTOLINA

La lucertolina era andata per bere in una ciotola alta, ma l’acqua era un po’ bassa. Lei per poterci arrivare ci finì dentro. Dopo avere bevuto, si mise a nuotare, e poi provò a uscire, ma non ci riusciva, perché le pareti della ciotola erano alte e lisce. Prova e riprova, ma proprio non ci riusciva. Stava appoggiata alle pareti, con le zampette davanti, e la testa fuori dall’acqua, e sperava, prima o poi, di farcela. Dopo un po’, arrivò un grosso gatto nero, che era andato per bere nella sua ciotola. Si fermò disorientato: aveva visto la lucertolina, si chiese che cosa ci facesse nella sua ciotola. Intanto la lucertolina, vista quella grossa testa nera e occhi grandi, si spaventò e pensò che per lei era la fine. Invece, il gatto, che ormai l’acqua non era più pulita, diede una zampata alla ciotola, che si rovesciò. Così la lucertolina uscì contenta. E vedendo che il grosso gatto nero non faceva niente per prenderla, decise di stare nei paraggi. E così il gatto e la lucertolina divisero lo stesso territorio.
A tutti e due piaceva stare al sole.
Marina Natalini

[Racconto tratto da: Marina Natalini, Una nonna racconta…, Nuvole, Milano 2001.]

IL RICCIO

In una stradina di campagna, c’era un riccio che cammina, cammina, si trovò vicino ad un pollaio. C’erano tante galline e un grosso gallo, che cantava CHICCHIRICHI: era così forte che il riccio quasi si spaventò. Rimase acquattato nell’erba, passarono le ore e il sole stava tramontando, e le galline andarono tutte a dormire (compreso il grosso gallo). Il riccio rimasto solo si stava annoiando e pensò di rimettersi in cammino. Era quasi buio, ma il riccio è abituato a camminare di notte e non si preoccupò. Cammina, cammina, e intanto si fece giorno. Arrivò vicino ad un ovile. C’erano pecore e agnellini che lo guardavano preoccupati, vedendo quella palla spinosa, ma le loro mamme, belando, gli dissero che il riccio non era cattivo e di non farci caso. Il riccio, felice, continuò il suo cammino e si trovò dentro ad un paese. C’erano tante case, si guardò intorno e pensò di essersi perso, perché c’erano tante strade, e non sapeva quale prendere. Si fece coraggio, ne prese una e si ritrovò vicino un orto. Entrò e contento si rotolò nell’erba, e si addormentò.
Marina Natalini

[Racconto tratto da: Marina Natalini, Una nonna racconta…, Nuvole, Milano 2001.]

IL RANOCCHIO

Un ranocchio, saltellando, se ne va per un ruscello.
“Oh che bello! Gra gra…” gracida il ranocchio.
Un girino che stava nuotando si fermò a guardare che cosa succedeva e, visto il ranocchio, si mise a ridere nel vederlo saltare in quel modo.
“Perché ridi?” gli chiese il ranocchio.
“Sei buffo.”
“Buffo io? Ma ti sei visto tu con quella grande testa nera e quella codina sempre in movimento?”
Di lì passò una trota e si mise ad ascoltare i due e, divertita, chiamò altre trote e parlottarono tra di loro, poi tutte si misero a ridere e dissero:
“Certo che sono buffi! Non sanno che ognuno sarà o è stato come l’altro.”
Marina Natalini

[Racconto tratto da: Marina Natalini, Una nonna racconta…, Nuvole, Milano 2001.]

SEBI

Sebi, un bambino di tre anni, abitava al mare e spesso andava in montagna a trovare i nonni che lo adoravano e facevano lunghe camminate nei boschi.
Un giorno arrivarono al fiume e Sebi guardava scorrere l’acqua e gli piaceva tanto sentire il rumore che faceva. Si mise ad osservare incantato i sassi del fiume e disse: “Guardate, i sassi fanno il bagno!”
I nonni, meravigliati, lo guardarono e uno di loro disse: “Ma non hanno il costume.”
Sebi si mise a ridere e rispose: “A loro non serve.”
Risero tutti e continuarono il cammino. Ad un tratto il nonno si fermò e disse sottovoce: “Guardate!”
Un bellissimo camoscio brucava l’erba e vicino c’era un piccolo che si teneva in piedi sulle gambe esili, fiutando l’aria. Mamma camoscio si accorse di loro e corse via con il suo piccolo.
I nonni e il bambino continuarono il cammino. Videro molti altri animali: lepri, scoiattoli, fagiani, lucertole e lumachine. Poi si fermarono in un prato, sotto un grande albero, aprirono lo zaino che avevano con loro e fecero merenda sull’erba, e mentre erano là parlavano delle cose che vedevano intorno.
Dopo aver mangiato il bimbo andò in braccio alla nonna e si addormentò.
Passarono le ore e il sole stava quasi tramontando dietro la montagna quando decisero che era ora di tornare a casa e rifecero la strada che avevano fatto.
A casa Sebi trovò la mamma e, felice, le raccontò tutto quello che aveva visto.
Per quella sera non aveva bisogno di favole, quel giorno l’aveva vissuta lui.
Marina Natalini

[Racconto tratto da: Marina Natalini, Una nonna racconta…, Nuvole, Milano 2001.]
LA BIMBA

Un pomeriggio d’estate una bimba, di nascosto, seguì il nonno che era andato nel bosco con il suo cane. Attraversò il piccolo paese e si trovò fuori dalle case in una strada di campagna.
Il nonno, che non si era accorto della bimba, continuò a passo svelto e il cane trotterellava vicino a lui. La bimba rimase molto indietro: le sue gambette non potevano fare il passo del nonno. Ad un tratto si accorse di essere sola e stava venendo buio. Cominciò ad aver paura a ritrovarsi nel bosco; sentiva degli uccelli che facevano un rumore strano (erano civette e allocchi, uccelli notturni). La bimba si sedette su un sasso e si mise a piangere.
Dopo un po’ passò di lì un gruppo di persone, che le chiesero che cosa facesse lì tutta sola, e la bimba spiegò che seguiva il nonno e si era persa.
Loro capirono chi era il nonno e lo chiamarono tutti a gran voce.
Il nonno sentì, tornò indietro e quando vide la sua nipotina si preoccupò, la strinse a sé e la consolò, poi si presero per mano e tornarono a casa.
Marina Natalini

[Racconto tratto da: Marina Natalini, Una nonna racconta…, Nuvole, Milano 2001.]

L’ANATRA

Vicino a uno stagno c’è un grande canneto con tante canne mosse dal vento.
Dentro il canneto, un nido di anatra con le uova; mamma anatra le sta covando da tanti giorni e ormai è stanca di stare lì immobile, ma ci vuole pazienza, un giorno i suoi pulcini nasceranno.
Passano i giorni e un uovo comincia a rompersi e, tac!… Esce un anatroccolo con poca peluria e tutto bagnato, ma la mamma anatra lo mette sotto la sua ala e lo asciuga e così diventa tutto soffice.
Dopo di lui nascono uno per uno tutti gli altri, così mamma anatra si ritrova con una numerosa famiglia e raccoglie tanti vermi e pesciolini per nutrirli, poi lentamente li aiuta ad entrare nello stagno e tutti insieme nuotano in fila indiana.
Marina Natalini

[Racconto tratto da: Marina Natalini, Una nonna racconta…, Nuvole, Milano 2001.]

IL GATTO E ILTOPOLINO

Un topolino stava sonnecchiando sotto una trave, sentì un rumore e si svegliò.
Si guardò intorno e vide un gatto che, quatto quatto, si stava avvicinando.
Il topolino non scappò via, si fece coraggio e gli parlò:
“Ciao, micio, cosa fai?”
Il gatto lo guardò sospettoso e pensò: “Ma quello dovrebbe scappare vedendomi.” Ma decise che forse era meglio così, non sempre i gatti corrono dietro i topi e poi lui non aveva proprio voglia di farlo: era troppo vecchio.
Così si acciambellò vicino al topolino e si mise a raccontare le sue storie.
L’altro ascoltava e pensava che il suo nuovo amico se l’era spassata veramente, e rideva a crepapelle.
In quel mentre videro arrivare un gattino che, pensando di aver trovato qualcosa da mangiare, allungò una zampa, ma il vecchio micio:
“Alto là, cosa stai facendo?” Il micino disse: “Ho fame.”
“Beh, se è solo questo, vieni con me.” Salutò il topo e portò il gattino a mangiare nella sua ciotola; e intanto pensava che lui non aveva molta fame e quello che aveva sarebbe bastato per tutti e due.
Marina Natalini

[Racconto tratto da: Marina Natalini, Una nonna racconta…, Nuvole, Milano 2001.]

IL SOLE

Spuntò il sole dietro la montagna, illuminò tutto di un bel colore: l’aurora.
Gli uccellini si svegliarono e saltellando su un vecchio noce cominciarono a cinguettare: forse salutavano il sole.
Il gallo nel pollaio cantò anche lui.
Un bambino si svegliò con il bacio della mamma, cominciava un nuovo giorno.
Il cane abbaiava nel prato di fronte alla casa e il suo padroncino, che nel frattempo si era alzato, fece una corsa con lui prima di andare a scuola.
Il sole si era alzato nel cielo sopra la montagna e aveva salutato la luna che era andata a dormire, stanca della lunga notte.
Marina Natalini

[Racconto tratto da: Marina Natalini, Una nonna racconta…, Nuvole, Milano 2001.]

LA LUNA

Una splendida luna, grande e luminosa, guardò sulla terra e vide monti, fiumi, mari, paesi e case con bambini che dormivano nei loro lettini.
Cercò di vedere che cosa stavano sognando e vide cavalli al galoppo e giochi con il pallone. Qualcuno stava sognando dolci e giocattoli.
La luna chiamò una stellina e le chiese:
“Vedi anche tu i sogni dei bambini?”
“No, io sono piccolina, non ho tutta la luce che hai tu!”
“Ma io farò luce e vedrai anche tu.”
La stellina si avvicinò di più alla luna e vide anche lei i bambini che dormivano nei loro lettini, stringendo ognuno un animaletto di peluche: il loro preferito. Le mamme vegliano sui loro sonni.
Non dormivano solo loro, ma, fuori delle case, anche i piccoli animali stringendosi alle loro mamme.
Marina Natalini

[Racconto tratto da: Marina Natalini, Una nonna racconta…, Nuvole, Milano 2001.]

NEL BOSCO

Pioveva sul bosco e gli alberi bevevano l’acqua che cadeva.
Gli animali stavano rintanati nelle loro tane.
La volpe, con i suoi cuccioli, pensava che stava arrivando l’inverno e che per i suoi piccoli era il primo e sperava che fossero forti, perché l’inverno in montagna è molto freddo; ma erano insieme e lei li avrebbe scaldati e protetti.
Più in là c’era il gufo che, con i suoi occhioni, guardò un attimo la pioggia e, siccome era al riparo, li richiuse e si mise a dormire.
Lo scoiattolo saltò giù dal ramo al riparo delle foglie, (non pioveva neanche tanto!), saltò ai piedi della quercia e raccolse un po’ di ghiande: faceva provviste per l’inverno e non voleva perdere tempo.
La lepre lo guardò e poi se ne andò per i fatti suoi; con lei c’era un leprottino che, saltellando, andò dietro alla mamma. Avevano una bella tana calda e sarebbero stati bene fino alla prossima primavera.
Il falco stava volando sul bosco e sperava di trovare qualcosa da mangiare, ma sotto gli alberi non vedeva niente!
Le grandi foglie con i colori gialli e rossi dell’autunno confondevano un po’ le cose.
La pioggia continuò a cadere per un po’, poi tornò il sole.
Marina Natalini

[Racconto tratto da: Marina Natalini, Una nonna racconta…, Nuvole, Milano 2001.]
UN PASSEROTTO

Un passerotto pigolava su un tetto. Passò di lì una cornacchia e: “Cra cra,” disse al passerotto, “Come mai pigoli tanto?”
“Sono solo, non trovo più il nido e la mamma.”
“Aspetta un pochino, vedrai che torna.”
Il passerotto intanto schiacciò un pisolino. Era passato un po’ di tempo, e si risvegliò e la mamma non era tornata.
Cominciò a pigolare di nuovo, anche perché gli era venuta un po’ di fame.
Volò vicino a lui un altro passerotto e sentendolo così sconsolato si fermò con lui e si mise a cinguettare per fargli compagnia e così passò altro tempo. Ad un tratto sentirono volare vicino a loro delle foglie, e pensavano che la mamma non era ancora tornata, ma quando ormai disperavano la mamma volò vicino a lui con un grosso verme nel becco.
Il passerotto, felice mangiò, salutò il suo compagno e ritornò nel nido con la mamma, che se lo tenne sotto l’ala a dormire, e intanto gli spiegava che si era allontanata per cercare il cibo, e che un giorno anche lui avrebbe volato e visto tante cose.
Marina Natalini

[Racconto tratto da: Marina Natalini, Una nonna racconta…, Nuvole, Milano 2001.]

IL FUNGHETTO E LA FRAGOLINA

In una radura, nel sottobosco, spuntò un funghetto, con una bella testina tutta marrone e il gambo bianco.
Vicino a lui c’era una pianta di fragolina, con un fiore bianco e giallo al centro, le foglie verde brillante.
Il funghetto la guardò un momento, e le chiese: “Chi sei?”
“Sono una fragolina.”
“Ma, non sei color fragola?”
“Adesso no! Ma aspetta qualche giorno e vedrai.”
Il fungo disse: “Sarà…”, e aspettò.
Passò il giorno e la notte e un altro giorno ancora, e vide che la pianta di fragolina perdeva i petali e pensò: “Poveretta, guarda com’è conciata”, ma non le disse niente, non voleva mortificarla.
Passò altro tempo, e il funghetto, diventava sempre più grande. E un mattino si accorse che la fragolina era diventata bella rossa.
“Oh!”, disse il fungo, “Come sei bella!”
“Anche tu”, rispose la fragolina.
E intanto speravano che qualcuno passasse di lì e li cogliesse, così non sarebbero marciti e avrebbero fatto la felicità di qualcuno. E così fu.
Marina Natalini

[Racconto tratto da: Marina Natalini, Una nonna racconta…, Nuvole, Milano 2001.]

IL PAPPAGALLINO

Un pappagallino volava in un giardino. Era uscito da una gabbia, che un marinaio aveva portato da un paese lontano. Era tutto colorato con un becco ricurvo e giallo, ed era abituato a stare con altri pappagalli.
Si ritrovò solo nel giardino, si guardò intorno e vide altri uccellini. Gli sembravano un po’ strani. Non erano variopinti come lui, cinguettavano in modo diverso, e cantavano così bene che si incantò ad ascoltare.
Aveva sete e fame. Trovò una fontanella e si mise a bere, anche gli altri uccellini bevevano come lui. Cercò qualcosa da mangiare, e trovò una ciotola con del miglio, che qualcuno aveva messo lì. Mangiò anche lui insieme agli altri e pensò che infondo non stava tanto male. Gli altri erano diversi da lui, ma non tanto, e in ogni modo era in compagnia.
Marina Natalini

[Racconto tratto da: Marina Natalini, Una nonna racconta…, Nuvole, Milano 2001.]

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