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UNA VACANZA “DISINTERESSATA!”

Luglio 30
11:18 2018

Din don… Din don… Suona il campanello. Nessuno risponde. <<Oh! Apritemi! Sono zio Michele!>>. Alzatosi dal letto bruscamente e guardato la sveglia-segnava le sei del mattino-, Giovanni corse alla finestra per affacciarsi. Il suo maggior incubo si era realizzato. Suo zio lo aveva raggiunto nella casa al mare per passare qualche giorno assieme. In mezzo alla carreggiata della strada, il trattore ancora acceso. Zio Michele lo aveva raggiunto con il trattore. Non riusciva proprio a sbarazzarsi del suo mondo, anche se per qualche giorno. <<Giovanni! Ancora dormi? Ti ho portato qualche prodotto dell’orto…così fai colazione!>>, gli disse suo zio. Praticamente Giovanni doveva fare colazione con un canestro di ortaggi… <<Zio sono le sei del mattino…>>, gli rispose Giovanni e aprì. Parcheggiato il trattore in modo da occupare tre posti auto, si diresse nella stanza degli ospiti. <<Fai quello che devi fare, a me ci penso io!>>, gli disse suo zio. Verso le dieci, Giovanni andò al mare. All’improvviso, vide un “pezzo di roccia” staccarsi dalla scogliera e cadere in acqua. In realtà, capì subito chi era: zio Michele si era tuffato e, tuffandosi, emanò un grido “cavernicolo” che fece piangere tutti i bambini presenti. Raggiunta la riva-sembrava che si fosse arenato un capodoglio!-, si posizionò praticamente sopra di lui, inzuppandolo completamente. <<Zio! Sto prendendo il sole! Spostati!>>, gli disse Giovanni mentre lo osservava intento a sistemarsi sul volto una specie di maschera da sub anni trenta. <<Zio, che hai in faccia?>>, gli disse. <<Sono occhiali da aviatore anni trenta! Quando faccio il tuffo, me li metto perché spicco il volo!>>, gli rispose. Giovanni non sapeva proprio che dire. Andò a tuffarsi. Tornando a casa, Giovanni aveva intuito qualche cosa. Perché suo zio si era presentato? Di solito faceva una visitina…il tempo di un bagno. Ora voleva essere ospitato per una settimana. La motivazione ufficiale? Riposo. O forse ne aveva combinata un’altra delle sue? Doveva indagare. La mattina seguente si alzò presto e lo seguì. Zio Michele si era messo la salopette meno lurida. Quella tipica del fattore di campagna. E che fece? Tutto fiero si mise innanzi al palazzo della marchesa! <<Zio? Che fai?>>, gli disse Giovanni. <<Mi faccio l’amante coi soldi…non si sa mai…>>, gli rispose suo zio. <<Vuoi fare che cosa con la marchesa?>>, gli domandò Giovanni. <<E si…così mi amplio la vigna…>>, gli rispose. <<E’ per questo che sei venuto?>>, affermò Giovanni con tono da “inquisitore”. <<Lasciami stare che devo lavorare! A dopo!>>, gli rispose zio Michele concludendo il dialogo con una smorfia di vanità. Giovanni gli disse di presentarsi almeno con qualche fiore e lo zio, stupendolo, gli fece cenno di guardare in terra: c’era una cassetta di fiori di zucca! <<Che zuccone! Anzi che non si è presentato con le erbacce della vigna! Il nodo di zio: interessi-sentimenti! Bah!>>, disse tra sé e sé Giovanni. In effetti, a guardarlo bene, fisicamente sembrava una zucca…eccetto la testa che sembrava un ravanello: fronte stretta e “mascellone”. All’ora di pranzo, Giovanni vide suo zio rientrare tutto imbronciato. <<Cosa è successo?>>, gli chiese. <<Quella si è presa la cassetta e mi ha detto grazie e arrivederci! Non mi ha dato neanche il tempo di esprimere i miei sentimenti sinceri!>>, gli rispose. <<E che ti aspettavi? Di uscire da casa fattore e rientrare marchese?>>, gli rispose Giovanni. Lo zio borbottò qualcosa e si recò nel bagno. La sera suo zio si mise a cantare. Dopo un po’ lo fecero smettere perché quel “verso”, misto di “raglio e latrato”, era insopportabile. Naturalmente si era messo a cantare nella stanza di Giovanni, intento a studiare. <<Zio, se hai un problema da risolvere, lo devi affrontare!>>, gli disse suo nipote. Zio Michele gridò:<<Nooo!>>, e si ritirò nella sua stanza come offeso! La settimana trascorse tra alti e bassi e, la mattina della partenza, zio Michele lasciò un bigliettino sulla scrivania di Giovanni con scritto: <<sei bloccato. Ti devi sbloccare! Capito? Ciao! Vieni in campagna!>>. Praticamente un pizzino e pure firmato: <<zio M.>>. Giovanni pensò tra sé e sé: <<Magari il consiglio è giusto ma, se faccio come lui, ottengo l’effetto contrario. Un po’ troppo “egocentrico”. Una giusta moderazione forse è la strada migliore. Certo, quando ci vuole ci vuole… “Ti devi sbloccare”. E che sono un ingranaggio del trattore! E poi…sicuro che sono io quello da sbloccare? “Zio M”! E chi sei? Un supereroe!>>. Comunque, tutto è bene ciò che finisce bene. Un po’ di brio a volte non guasta, purché non sia causa di malessere. Un “pesce fuor d’acqua”…

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