Vigna Jacobini, come si infanga la memoria
Il luogo dove il 16 dicembre ’98 crollò un palazzo in preda a degrado e abbandono
Vigna Jacobini, come si infanga la memoria
“Di quella tremenda notte è rimasto solo il ricordo e le condizioni in cui è stato lasciato quel vuoto, creatosi all’improvviso in via di Vigna Jacobini non fanno certo onore alla città di Roma”. Lo dichiara il presidente di AssoTutela Michel Emi Maritato che aggiunge: “In nessun paese del mondo sarebbe consentito di annullare in questo modo la memoria di 27 persone, tra cui 6 bambini ma c’è di più. In nessuna parte del globo qualcuno avrebbe chiesto ai superstiti l’affitto dell’alloggio sostitutivo in cui sono stati ricoverati dopo l’orrendo crollo per cui nessuno ancora ha pagato. Gli striscioni sono eloquenti: non dimenticare e basta con il degrado. Chiediamo allora alla sindaca Raggi, reduce da passerelle commemorative, di venire a onorare anche questi, che non sono morti di serie B. L’amministrazione di Roma Capitale avrebbe il dovere di preservare il sito, destinandolo a perenne ricordo, piuttosto che circondare il perimetro con orrende lamiere. Facciamo sì che il nostro “Ground zero” acquisti la dignità che è dovuta a un sito dove il ricordo e la memoria dovrebbero avere il sopravvento sull’abbandono e sul degrado”, chiosa Maritato.
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