LINO BANFI SECONDO MASSIMILIANO BIANCONCINI

LINO BANFI SECONDO MASSIMILIANO BIANCONCINI: UN SAGGIO TRA IRONIA, CULTURA POP E CRITICA SOCIALE
Sabato 5 luglio, alle 19:00, a Lanuvio, arriva un appuntamento da non perdere per chi ama il cinema italiano, la comicità vera, e soprattutto Lino Banfi. All’interno della rassegna “Libri Intorno 2025” verrà presentato il libro “Dalla parte di Lino… vieni avanti, cretino!” scritto da Massimiliano Bianconcini, con una postfazione firmata proprio da Banfi. Un titolo che già strappa un sorriso, e un libro che va dritto al cuore.
Quella di Bianconcini non è una semplice biografia né un saggio freddo e accademico: è un viaggio affettuoso e intelligente nell’universo banfiano, tra battute storiche, personaggi indimenticabili e riflessioni che sorprendono per profondità. Il libro è già arrivato alla seconda edizione, segno che ha saputo toccare un nervo vivo, qualcosa che nel nostro immaginario collettivo non si è mai spento.
C’è una cosa che colpisce subito: lo stile. Colto, sì, ma senza spocchia. Ironico, ma mai superficiale. Si legge come una chiacchierata brillante con un amico che ne sa, che ha visto tutto e te lo racconta con passione, alternando risate e spunti su cui vale la pena riflettere. È una scrittura viva, teatrale, che sembra fatta apposta per essere letta ad alta voce.
In ogni pagina si sente l’amore per Banfi e per quel mondo lì, fatto di cinema popolare, commedie che mescolavano l’ingenuità al grottesco, e personaggi che sembravano usciti dalla porta di casa. Bianconcini riesce in un’impresa non facile: prendere sul serio ciò che per troppo tempo è stato snobbato, e farci capire quanto quella comicità, dietro la facciata leggera, parli in realtà di noi.
Il linguaggio è un mix riuscitissimo: da una parte la terminologia da studioso – ma sempre usata con leggerezza – dall’altra le espressioni gergali, i giochi di parole, i doppi sensi. Come se Pasolini e Alvaro Vitali si dessero il cambio a scrivere lo stesso capitolo. E così, tra una “sportellata del destino” e uno “sconsoleto amoroso”, ci ritroviamo a sorridere, ma anche a pensare a quanto sia profonda la comicità quando è fatta bene.
Le descrizioni non si limitano a raccontare cosa accade nei film, ma vanno oltre: catturano l’anima dei personaggi, il modo in cui certi gesti e certe battute sono diventati parte del nostro modo di vedere il mondo. Banfi, in questo senso, non è solo un attore: è una maschera, un simbolo. Un Sisifo della commedia, che ci fa ridere mentre ci mostra le nostre debolezze.
In fondo, questo libro non parla solo di Lino Banfi. Parla di noi. Di un’Italia che forse non c’è più, o forse sì, nascosta dietro una gag, un accento, una scena girata di corsa con pochi mezzi ma tanta verità. E Bianconcini lo fa con una leggerezza rara, quella che ti tiene lì fino all’ultima pagina, senza che te ne accorga.
Un libro che si legge tutto d’un fiato, e che – come le battute migliori – resta in testa anche dopo il sipario.
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