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ALBANO LAZIALE. UN CONSIGLIO COMUNALE INUTILE E ILLEGITTIMO

ALBANO LAZIALE. UN CONSIGLIO COMUNALE INUTILE E ILLEGITTIMO
Giugno 21
17:30 2025

ALBANO LAZIALE. UN CONSIGLIO COMUNALE INUTILE E ILLEGITTIMO COSTATO 3.000 EURO PAGATI DAGLI ALBANENSI

Un precedente articolo pubblicato su queste colonne era intitolato “Albano Laziale. Questo consiglio comunale non s’ha da fare”. Ebbene, invece, il 19 giugno 2025 il consiglio comunale è stato fatto.

La seduta, finita a tarallucci e vino, è stata un brutto “processo” ad un consigliere comunale.

Il consiglio comunale, illegittimo sotto vari punti di vista e a porte chiuse, è stato convocato sulla base di un ordine del giorno presentato dai consiglieri dell’opposizione, per discutere del fatto che un consigliere di maggioranza aveva definito su Facebook “pezzi di m…a” i “menefreghisti” che nelle passate votazioni referendarie non hanno esercitato il diritto di voto.

I consiglieri di minoranza ergendosi a paladini dell’onore dei cittadini albanensi, chiedevano che il consiglio: “richiamasse” ufficialmente il consigliere; che la questione venisse sottoposta all’attenzione del prefetto di Roma; che venisse valutato il danno di immagine e patrimoniale per il Comune; che la “reprimenda” venisse pubblicata sull’albo pretorio del Comune (la moderna gogna).

Insomma, data l’estrema gravità dell’”affronto” ai cittadini, il consigliere andava severamente punito, anche nel portafoglio.

La seduta del consiglio è avvenuta in due fasi, la prima, a porte chiuse (ed a cui per motivi non chiari il presidente non ha partecipato) su cui non si sa nulla, come non si sa nulla del parere del segretario comunale sulla sua illegittimità tenuto anch’esso segreto, e la seconda con la partecipazione del pubblico.

Nella fase pubblica della seduta il consigliere “sotto accusa” è stato fatto oggetto di allusioni di pessimo gusto, comprese battute da avanspettacolo, e critiche personali, tra cui la sua presunta inadeguatezza nello svolgere la funzione di presidente della commissione urbanistica del Comune (argomento del tutto estraneo all’accusa a lui mossa ma forse la vera origine dell’attacco politico). Lo stile inquisitorio si è potuto osservare dal fatto che, invece di seguire la regola secondo cui gli oratori devono rivolgersi alla presidenza, i consiglieri si rivolgevano direttamente all’”accusato”.

Dopo quasi tre ore di un deprimente spettacolo, le (presunte) nuvole nere che incombevano sull’onorabilità degli albanensi hanno lasciato il campo ad un cielo terso e cristallino: il consigliere ha presentato pubblicamente, e tardivamente, le scuse per la sua deprecabile caduta di stile, e i consiglieri di minoranza hanno ritirato l’ordine del giorno.  Era dunque tutto uno scherzo.

Ma delle due l’una. O l’esternazione del consigliere era di una tale gravità da meritare un consiglio comunale a porte chiuse (a memoria di chi scrive mai avvenuta) a cui non sono stati ammessi i cittadini e quindi si doveva procedere con la “giusta” punizione richiesta, o la severa reprimenda richiesta dalla minoranza era totalmente infondata talché è bastata, durante la seduta aperta al pubblico, una dichiarazione di scuse per lavare l’”affronto” ai cittadini. Con le scuse l’affronto è miracolosamente svanito.

Se si volesse redigere un bilancio della nottata a Palazzo Savelli (durata dalle ore 21,00 a mezzanotte), il costo è stato in termini economici circa 3.000 euro (indennità dei consiglieri, straordinari del personale, spese per il personale, spese dell’infrastruttura, predisposizione della documentazione, ecc.), nonché il tempo sprecato dagli amministratori e da un nitrito numero di cittadini che in alcuni momenti hanno rumoreggiato di fronte a cotanto spettacolo.

Chi pagherà tale ingiustificato spreco? Ovviamente i cittadini di Albano Laziale, pagherà Pantalone, mica chi lo ha causato.

In questa atmosfera di cupo degrado, si sono distinti due consiglieri, una della minoranza e uno della maggioranza che, avendo colto nel profondo la deprimente qualità del dibattito, hanno appassionatamente fatto un appello affinché l’odio rimanga al di fuori della legittima lotta politica e affinché nel consiglio comunale venga sempre e comunque garantito il rispetto reciproco tra i consiglieri. E’ stato altresì sollevato il tema del ruolo deleterio giocato da Facebook, che consente manifestazioni di violenza verbale, financo di odio, contribuendo al degrado morale e civile dei rapporti tra le persone.

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