Ambiente: dagli scarti del caffè nuovi prodotti alimentari e agricoli

“Gli scarti del chicco di caffè sono spesso considerati un problema ma, grazie alla ricerca scientifica, possono trasformarsi in ‘miniere’ di molecole benefiche, come antiossidanti, polifenoli, carotenoidi, flavonoidi e minerali, per realizzare prodotti a valore aggiunto per vari settori”, spiega la ricercatrice ENEA Loretta Bacchetta, coautrice dello studio insieme ai colleghi Oliviero Maccioni (Laboratorio di Bioeconomia circolare rigenerativa), Gianfranco Diretto e Sarah Frusciante (Laboratorio Biotecnologie GREEN).
“Abbiamo identificato il numero più alto di sempre di molecole non volatili della cascara essiccata, ben 93, aprendo la strada a un suo migliore riutilizzo, in linea con i principi di economia circolare e bioeconomia, generando reddito aggiuntivo per i coltivatori di caffè” aggiunge Oliviero Maccioni.
Per questa ricerca ENEA ha scelto il Messico come caso di studio, in particolare l’area montuosa della Sierra de Zongolica, a Veracruz, dove viene coltivato caffè di alta qualità senza l’uso di pesticidi, fertilizzanti e altre sostanze chimiche.
“In quella regione del Messico i sistemi agricoli tradizionali si trovano ad affrontare grandi sfide legate ai cambiamenti climatici e socioculturali, oltre che a relazioni commerciali asimmetriche (circa l’80% del guadagno va alle aziende che qui lo acquistano)”, sottolinea Bacchetta. “Per questi motivi – aggiunge – un gruppo di 20 famiglie di coltivatori di caffè ha avviato un processo di diversificazione rispetto alla produzione di caffè, riutilizzando i suoi sottoprodotti, in particolare la cascara essiccata sotto forma di fertilizzante (il 40%) e di infuso per bevande (5%). Ma si tratta di un prodotto che potrebbe essere utilizzato anche come additivo nutrizionale e funzionale in campo alimentare, come ad esempio già succede in Svizzera”.
Oltre alla cascara, gli altri sottoprodotti della lavorazione del caffè, come il pergamino[3] e la silverskin[4], possono svolgere un ruolo di antiossidanti e additivi antifungini grazie ai loro composti polifenolici. In particolare, il pergamino può essere utilizzato come erbicida intorno agli alberi da frutto, mentre la silverskin può diventare un ingrediente alimentare, addensante e colorante, oltre a essere utilizzato negli infusi e per migliorare le proprietà fisiche e chimiche del suolo agricolo nella coltivazione di funghi commestibili.
La produzione di caffè si concentra nei paesi in via di sviluppo situati tra i due tropici, dove rappresenta una quota considerevole del reddito derivante dalle esportazioni e costituisce una fonte chiave di sostentamento per oltre 25 milioni di famiglie. Il caffè è il secondo prodotto più scambiato al mondo, superato solo dal petrolio. La produzione mondiale per il 2023-2024 è stimata in circa 180 milioni di sacchi da 60 kg (57% qualità Arabica e il 43% Robusta), mentre i sottoprodotti (sia della lavorazione del prodotto fresco che della torrefazione), sono calcolati nel biennio in circa 840 milioni di sacchi. “Considerando la volatilità dei prezzi internazionali del caffè, i fattori ambientali come il cambiamento climatico e i parassiti, il commercio e la valorizzazione dei sottoprodotti del caffè potrebbero essere vantaggiosi per le famiglie produttrici, l’industria globale del caffè e l’ambiente”, conclude Loretta Bacchetta di ENEA.
Non ci sono commenti, vuoi farlo tu?
Scrivi un commento