Archeologia, Storia, Arte e Tradizioni tra Roma e Colli Albani

“Archeologia, Storia, Arte e Tradizioni tra Roma e Colli Albani”, il Corso 2025 promosso da Archeoclub Aricino Nemorense aps ha ospitato il 30 aprile la lezione di Angelo D’Ottavi dedicata alla via Latina, Labicana e Prenestina
Il giorno 30 aprile 2025, presso la prestigiosa sede di Palazzo Chigi in Ariccia, si è svolta una interessante lezione promossa dall’Archeoclub Aricino Nemorense aps per il Corso di archeologia e storia dell’arte 2025, coordinato della dott.sa archeologa Maria Cristina Vincenti, dal titolo “Via latina, via Labicana e via Prenestina: da strade locali a vie consolari”, tenuta dallo studioso grottaferratese Angelo D’Ottavi che ha illustrato ai partecipanti come le strade del periodo arcaico, collegavano Roma con alcuni centri del Latium Vetus. Queste antiche arterie erano allora poco più che sentieri o tratturi e prendevano la denominazione dal luogo di arrivo, come ad esempio la via Ostiense, che collegava Roma ad Ostia (Ostium) e quindi al porto ed alle sue saline; la via Laurentina, che staccandosi dalla via Ostiense raggiungeva l’abitato di Laurentum, abitato poi scomparso; la via Ardeatina che portava all’antico abitato di Ardea; la via Latina che congiungeva Roma con l’area dei Latini, ai Castelli Romani; la via Labicana che portava all’antico abitato di Labicum, oggi scomparso, forse Colonna o Montecompatri; la via Prenestina prolungamento della via Gabina, che conduceva a Gabii oggi scomparsa, e prolungata sino alla città di Praeneste. Questo dimostra che le strade arcaiche non indicavano il nome del costruttore (come più tardi il console Appio Claudio per la via Appia, ecc.), ma solo il nome del punto di arrivo. Queste arterie sono quelle più antiche ed alcune erano frequentate sin dal periodo preistorico. Nella sua lezione D’Ottavi non potendo esaminare le innumerevoli strade che si dipartivano da Roma, e vi arrivavano (celebre il detto tutte le strade portano a Roma e viceversa), ha esaminato il caso di quelle che conducevano a sud, con particolare attenzione alla via Latina che fu la prima strada di conquista del meridione e che arrivava fino a Casilinum (oggi Santa Maria Capua Vetere, il porto fluviale di Capua).
La via Latina si formò man mano che le conquiste verso il sud venivano consolidate anche attraverso la fondazione di colonie romane. Furono conquistati i territori del Volsci, degli Equi, degli Arunci, degli Ausoni ed infine dei più tenaci e valorosi: i Sanniti.
Ventidue anni dopo la creazione del prolungamento della via Latina sino a Capua, si iniziò la costruzione della via Appia.
La via Latina partiva dal Campidoglio come anche le strade consolari, attraversava i Castelli Romani sotto Tusculum, superava il passo dell’Algido (Pratoni del Vivaro) e percorreva le vallate del fiume Sacco, del fiume Liri e del Volturno.
Essa rimase in funzione per molti secoli, ed è citata nel ritorno dell’esercito napoletano dal sacco di Roma del 1.527, citazione che dimostra la funzionalità della strada nel ‘500 e nei secoli successivi.
Nel tempo il suo nome ha subito dei mutamenti. Nella metà del 1.100 i 4 papi di Anagni adoperavano la via per spostarsi da San Giovanni in Laterano ad Anagni utilizzando la via Latina solo da Tor di Mezza Via ad Anagni e soltanto nella prima parte di essa che è chiamata via Tuscolana.
Con l’utilizzo e il prolungamento della via Labicana sino ad Anagni dove la Labicana e Latina si incontravano (Compitum Anagninum), la via ha cambiato nome, divenendo via Casilina, dal nome dell’antico punto di arrivo Casilinum.
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