Brunetta nega la crisi economica
Entro in un bar. Saluto gli amici. Leggo il giornale. Vengo così a sapere che l’attuale crisi economica ci riporta indietro di dieci anni e ci ritroveremo nel 2010 più poveri di quanto non lo eravamo nel 2001. In breve, nel 2010 avremo perso dieci anni di crescita economica. E non va certo meglio sul fronte dei consumi, dal quale invece, complice una costante frenata dell’inflazione, in molti si aspettavano una possibile spinta all’economia. “Perdura e si approfondisce la tendenza negativa della spesa reale per consumi durante il 2009”, spiega Confcommercio, che prevede una contrazione dell’1,4% per l’anno in corso, dopo il calo dello 0,9% del 2008. In altre parole, l’Italia, “alla fine della crisi si posizionerà -sempre secondo Confcommercio- peggio dei Paesi responsabili della finanza creativa e dei titoli tossici. Peggio dei Paesi dei consumi a debito e di quelli delle bolle immobiliari, stile Spagna”. Tira una brutta aria, ma il ministro per la Pubblica Amministrazione, Renato Brunetta, non ci sta: “in Italia non si percepisce crisi sociale. Checché ne dicano la Cei e Bagnasco, l’economia è una cosa, la Chiesa è un’altra”. Dura la replica di Federconsumatori, secondo la quale “ancora una volta Brunetta dalla sua residenza marziana sparge odiose bugie, soprattutto per le famiglie di lavoratori e di pensionati”. In allarme anche le associazioni dei consumatori. Le parole di Confcommercio testimoniano un gravissimo disagio sociale. Con buona pace di Brunetta, che vede un netto incremento del potere d’acquisto dei lavoratori dipendenti. Banche, assicurazioni e petrolieri costeranno 500 euro in più a famiglia. Secondo la Federconsumatori “la dura realtà quotidiana è più forte degli inganni”. I consumatori puntano il dito anche contro le mancate liberalizzazioni: si va dal caro banca, il ripristino della commissione di scoperto raddoppiata ed estorta non più su base trimestrale ma mensile, al caro assicurazioni con polizze aumentate in media del 6,7%, al caro benzina: tre voci importanti per la vita quotidiana che costeranno una media di circa 500 euro in più a famiglia su base annua, rispettivamente 45 euro (Rc auto), 110 euro (benzine) e 345 euro (commissione scoperto). Allora, dannazione, che cosa dobbiamo fare per migliorare la situazione? Nulla, temo. Scosto una ciocca di capelli dalla fronte. Poso il giornale sul tavolo. Poi mi alzo e mi allontano senza dire nulla.
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