CASTEL DEL MONTE E FEDERICO II

Posto in posizione dominante nell’Alta Murgia (versante orientale) a oltre 500 metri di altitudine, dal 1996 Patrimonio mondiale dell’umanità dell’UNESCO ed edificato nel XIII sec. d.C. dall’imperatore svevo, da esso si ha una panoramica sulla Murgia, su Andria (presente l’Arco di Federico II e la cripta della cattedrale che custodisce le spoglie di Jolanda di Brienne e Isabella d’Inghilterra, mogli dell’imperatore), Corato (da cui deriva la varietà di oliva detta coratina), il Mare Adriatico, alberi di ulivo, vigne, grano, masserie, trulli, parte del Parco Nazionale dell’Alta Murgia, il Castello costruito da Federico II rientra nel territorio di Andria (Puglia). Generalmente, i castelli sono “dimore fortificate dei sovrani e dei signori feudali” che si dilettavano in cacce, banchetti e tornei, ma molto spesso compivano anche guerre, erano composti da torrioni, mura difensive merlate con feritoie, ponte levatoio (si levava dal fossato, era in legno e azionato da un argano con catene) cisterne per l’acqua, il forno, la fucina, la cappella, le latrine, le stalle, le cucine, abitazioni, segrete, sala del tesoro, sala del trono, torri all’interno del castello come il mastio, etc. ma Castel del Monte invece, “castrum”, capolavoro dell’architettura medievale, dove il numero 8 è il “cardine”, la “chiave di volta”, non presenta l’architettura tipica militare del castello; anche se è inserito nella rete di castelli federiciani. Il castello non presenta un ponte levatoio, un fossato, torrioni, mura esterne e le feritoie del castello sono costruite al contrario, rispetto a quelle difensive di un castello militare, come le scale a chiocciola che sono costruite in senso antiorario, ed è formato a pianta ottagonale con otto torri ottagonali. In sintesi è composto da torri, stanze e un cortile ottagonale. L’ottagono è il risultato del cerchio (forma divina) e del quadrato (forma umana): “rimanda alla resurrezione”. Costruito con pietra calcarea e decorato con marmi e breccia corallina, il castello è composto da finestre monofore, bifore e una finestra trifora che guarda Andria, otto stanze a piano, camini e colonne. Inoltre, presenta due piani, con volte a crociera e a botte, comunicanti da “tre scale a chiocciola che si sviluppano in senso antiorario”. Castrum, Santa Maria del Monte, actractum, bellezza, pace. Due leoni posti al portale d’ingresso. Ad Andria nasce Corrado IV. Intorno al Castello, tutto quercia e roverella. Inserito in un sistema di 111 Castelli e strutture, l’entrata del castello guarda ad est (sorgere del sole). Il cortile è ottagonale ed è presente il simbolo del labirinto: chi conosce si orienta, chi no si perde (vaga, gira), dove il labirinto è il simbolo del buio e della luce, simbologia del medioevo. Rifugio transumanza, ricovero di briganti, cava dopo la decadenza del Castello, il pavimento cosmatesco, le lastre in marmo divelte e tagliate le grappe parietali ma il bagno con bidè era già presente nel castello. Gli ornitologi di tutto il mondo si recano a Castel Del Monte per studiare la falconeria e tutte le università del mondo studiano la bioarchitettura (finestre al contrario per la luce, regolatore di umidità, sistema di raccolta dell’acqua pluviali).
Federico II, “Stupor Mundi”, nasce a Jesi nel 1194 d.C. e muore a Castel Fiorentino nel 1250. E’ sepolto nella Cattedrale di Palermo. Figlio di Enrico VI e di Costanza d’Altavilla, il nonno paterno era Federico I Barbarossa; mentre quello materno Ruggero II. Ebbe quattro mogli: Costanza d’Aragona, Jolanda di Brienne, Isabella d’Inghilterra e Bianca Lancia e diversi figli come Enrico VI, Corrado IV, Margherita, Enrico Carlo Ottone, Federico, Costanza, Manfredi, Violante, etc. Federico ereditò il regno romano-germanico e il regno di Sicilia. Imperatore del sacro romano impero, nel 1224 fondò a Napoli l’Università “per la formazione del personale amministrativo. Si tratta del primo ateneo europeo creato ex novo da un sovrano”, nel 1229 rientra dalla crociata con la corona di re di Gerusalemme, nel 1231 emana le Costituzioni di Melfi (legislazione “unica e anticipatrice di tendenze future”) che trasformava “la volontà imperiale in legge”, ossia “la prima ampia codificazione ufficiale che l’Europa medievale abbia conosciuto”, tenta nell’Italia centro-settentrionale “un’amministrazione centralizzata” (provincie divise in distretti e nelle città vi era il podestà) simile a quella dell’Italia del sud (presente la gran corte di giustizia, la Corte dei Conti “per vigilare sulla condotta dei funzionari”), realizzò nella residenza foggiana un parco con giardino zoologico “unico in Europa” per la varietà di animali (compresa la giraffa), dalla guerra santa (sesta crociata) oltre ad una tregua di non belligeranza, ottiene il titolo di re di Gerusalemme con l’arte della diplomazia senza guerra, poiché fece la sesta crociata basata sulla diplomazia con il sultano al-Malik al-Kamil, “e ne ottenne per via diplomatica la cessione di Gerusalemme, ma limitatamente ai Luoghi Santi cristiani”, fondò città e ristrutturò e realizzò castelli. “Ricercatore” e “cultore della sapienza”, oggettivo nel ragionare, scrisse un trattato ornitologico (De arte venandi cum avibus), emanò la Regola Sanitaria Salernitana, nacque sotto il suo regno la Scuola Poetica Siciliana, etc. Si confrontò per tutta la vita con il Papa, i principi tedeschi e con le città settentrionali in un rapporto di universalità, libertà, giustizia, pace, dove la questione dell’unione fra “l’impero e il regno di Sicilia” rimase una questione aperta.
Comunque, la personalità dell’imperatore oscillò tra “opposte immaginazioni, ispirate dall’ammirazione o dall’odio o qualcosa di ancora più profondo, un rancore forte e elementare” e riconosciuto un comportamento “liberale e magnanimo”, diplomatico, flessibile, adattabile, realistico, pragmatico, “progetta e regola”, in dialogo con i sapienti indipendentemente dalle loro appartenenze, allegro, “alla ribalta come attore”, illuminato, colto, ambientalista, pensa e agisce in grande, divenendo esempio anche per realizzare la “Forma Boni”, ossia la “Forma del Bene” dove le difficoltà, la mancanza di denaro, la mancanza di uomini fidati, la presenza di congiure, dell’invidia, degli arroccamenti delle rispettive posizioni, delle ostilità, etc. compromettono, dove anche una forte personalità può trovare ostacolo per le idee e le decisioni.
La natura che ride degli uomini la quale fa il suo corso. La saggezza del dialogo, l’inutilità della guerra, l’importanza della natura. E poi la tutela della donna e la botanica. Meditare il passato per la scelta migliore per il futuro dei popoli per l’azione politica. La guerra è inutile e se la decisione è giusta e non applicata non serve a nessuno. Il Mondo deve essere governato da saggi. L’imperatore faceva molte cose: uno, nessuno, centomila.
Alla morte, molti pensarono che “avrebbe continuato a vivere occultamente, come profetizzato dalla Sibilla eritrea: vive e non vive (Vivit, non Vivit)”.
Foto: Castel del Monte visto dalla facciata con finestra trifora.
Bibliografia:
Hubert Houben, Federico II, Universale Paperbacks, Il Mulino 2009.
Italia Misteriosa, Conoscere la Storia Speciale Value n.10, Sprea Editori.
Mariateresa Fumagalli Beonio Brocchieri, Federico II, Ragione e fortuna, ECONOMICA LATERZA, 2006.
Medioevo Misterioso, Sprea Editori, n.1
Medioevo Dossier, Le Crociate di Franco Cardini, 2023.
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