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CONFUCIO

CONFUCIO
Ottobre 27
14:06 2025

Il pensiero di Confucio (Confucianesimo) fu introdotto in Europa nel XVII sec. d.C. ad opera dei missionari gesuiti. Filosofo, le sue Massime si saggezza (Newton Compton 2020) rappresentano un trattato filosofico-pratico dalle quali emerge un modus operandi incentrato su lealtà, reciprocità, sincerità, cautela, risolutezza, costanza, semplicità, umanità, sapienza, coraggio, correttezza, moderatezza, calma, magnanimità, cautela nel parlare ma prontezza d’azione, giustizia, “non fare agli altri ciò che non vorresti fosse fatto a te”, dove il rispetto delle cinque virtù: “rispetto, tolleranza, fedeltà, alacrità e generosità” significa per Confucio rispettare l’umanità. Il saggio? E’ chi è giusto ed opera con modestia e sincerità. La sapienza? E’ “riconosci di sapere quel che sai e di non sapere quello che non sai” e tra le varie massime, emerge la sapienza del filosofo cinese come “Colui che non comprende il senso della parola non può conoscere gli uomini”, “Essere molto cauti nel parlare” per evitare di essere giudicati, “Chi non è modesto nel parlare ha difficoltà a mettere in pratica le sue parole”, “Gli antichi erano molto cauti nel parlare perché si sarebbero vergognati se le loro azioni non fossero state all’altezza dei discorsi”, “Sforzarsi di mantenere lealmente la parola data e comportarsi con riverenza” e individua i difetti in: “pregiudizi, presunzione, ostinazione, egoismo”. I maestri? Anche qualsiasi persona con cui si viaggia per apprendere il buono e correggersi dal cattivo presente nell’altro ma chi è il maestro? E’ colui che “comprende il nuovo attraverso un’attenta analisi di quanto è già noto”. Lo studio? “Studiare senza riflettere è inutile. Riflettere senza studiare è pericoloso.” Analizza la centralità dello studio che, se non lo si coltiva, genera stoltezza se si coltiva solo l’umanità senza di esso, e così l’errore se si coltiva solo la sapienza, l’oltraggio se si coltiva solo la sincerità, l’intolleranza se si coltiva solo la rettitudine, l’insubordinazione se si coltiva solo il coraggio, la temerarietà se si coltiva solo la fermezza. Inoltre, cultura e temperamento devono bilanciarsi, altrimenti se prevale quest’ultimo, si è rozzi; mentre se prevale la cultura si è pedanti e conoscenza e saggezza si identificano con ciò che è giusto, che se non messo in pratica si è privi di coraggio. L’amicizia? Conviene avere un amico che non sia falso, adulatore e chiacchierone ma sincero, onesto e colto. Il carattere? Osservare il soggetto, i motivi delle azioni, ciò che lo appaga. L’educazione? Sono difficili da educare coloro che se dai loro confidenza diventano insolenti, se mantieni le distanze coltivano il risentimento e se commettono un errore cercheranno di nasconderlo. Il governo? Per Confucio “governare significa correggere”, le parole devono essere ragionevoli affinché possano essere messe in pratica e bisogna avere delle qualità come lungimiranza, solerzia, imparzialità, affidabilità, rispetto, lealtà, dove la virtù e la sua norma violata genera il senso di vergogna utile al progredire, a differenza della norma basata sulla punizione che si cercherà solo di evitare. E poi essere pronti, agire in maniera leale, promuovere i giusti, trattare con dignità, non agire seguendo i propri interessi. Confucio (foto Wikipedia) visse in Cina nel 551-479 a.C.

Alessandro Mazzarini

 

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