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Da un libro all’altro: “M Gli ultimi giorni dell’Europa”, il terzo libro…

Da un libro all’altro: “M Gli ultimi giorni dell’Europa”, il terzo libro…
Marzo 24
17:06 2025

M Gli ultimi giorni dell’Europa di Antonio Scurati, Bompiani  ed. 2024 – € 17 e-book € 10,99. Disponibile al prestito inter bibliotecario SBCR https://sbcr.comperio.it/

Nel terzo libro su M gli ultimi giorni dell’Europa, Antonio Scurati traccia le linee d’un delirio generazionale e tecno-ideologico dell’epoca che, fatti i dovuti distinguo, somiglia molto ad altri deliri dei giorni nostri (tecnocrati e politici che li prendono sottogamba permettendo, guerrafondai…). L’uomo della provvidenza, con la p minuscola, finisce di essere tale e in fondo è solo un uomo, come ce ne sono stati altri nella storia repubblicana, che nella vita ha fatto confusione, a scapito d’una nazione, tra desiderio di potere, leggi ad personam, e una violenza nata dal mentire per primo a se stesso, dall’omettere e nei fatti. Invecchiando s’accorge che un ometto solo di qualche anno più giovane di lui, un fascio di nervi e propositi di morte, livido ed eccentrico, si sta prendendo l’Europa senza andarsene per campagne di guerra ‘larghe’ e tormentate, come ha fatto lui, che voleva forse arrivare a grandi conquiste, un giorno, ma passando per Etiopia ed Albania. L’ometto ha pensato più in grande. Il tempo lividissimo, anche ‘grazie’ a questo Hitler, ha un portato immaginifico delirante: l’idea di mettere in ginocchio le democrazie, per una storia di potere, deificazione del capo, somma vittoria finale sul mondo…I documenti e la scrittura di Scurati sottolineano alcune scelte fatte ‘di pancia’ da Mussolini, per quel non so che di malessere e di invidia che gli procurava l’ometto austriaco: in quanto tutto nelle mani di questi sembrava facile, ma semplicemente perché aveva ricevuto immense materie prime per l’accordo con i russi e i suoi uomini, così racconta anche la storia, erano inquadrati in una mentalità di ordine e disciplina per cui le efferatezze di ogni singolo, come sappiamo dai processi alla fine della Seconda Guerra Mondiale, erano considerate dovere e non orrori oltre la portata umana. Il Mussolini di questo libro è più lugubre e più solo: spesso è solo nella sala del Mappamondo a Palazzo Venezia e fa i conti con la poca energia, una qualche irresolutezza, con la propria mole crescente di ultracinquantenne. La famiglia è sullo sfondo ormai avviata ed affidata a Rachele. La giovane Claretta Petacci fa le spese, con pazienza, degli umori d’un uomo anziano stanco di traccheggiare fra due sponde; consapevole di non possedere le ricchezze per fare la guerra eppure deciso a farla. Anche le pagine in alcuni momenti risultano spossate dal senso d’attesa per la guerra imminente e perdono un po’ della loro potenza di racconto. L’ombra sullo sfondo è la presenza raggelante di Hitler che ora sa di poter superare il ‘maestro’ in quanto a logistica, rigore maniacale, programmi di morte a lunga gittata. I comprimari Edda Ciano e il conte suo marito, come tutti gli amici e sodali, sembrano sempre più lontani, anche perché molti nomi di spicco, fra cui Margherita Sarfatti, verranno presto ‘ingoiati’ dalla storia in ragione delle leggi razziali che Mussolini ha firmato e che segneranno la condanna a morte per molti nel capitolo subito a venire. Un libro buio e livido dal quale resta ancora lontano l’orrore più fondo, ma lo si presagisce ad ogni pagina… (Serena Grizi)

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