Da un libro all’altro – Quelle pagine del giovane Capote in Italia…
Viaggi in Italia (titoli originali: To Europe; Ischia; Fontana Vecchia) di Truman Capote, Garzanti ed. 2023 – € 5,90 e-book NO traduzione di Bruno Tasso Disponibile al prestito inter bibliotecario BCR https://sbcr.comperio.it/
Viaggi in Italia è una piccola antologia da tre opere dedicate alle visite in Italia di Truman Capote che nel dopoguerra viaggia più volte per la Penisola col suo compagno di vita Jack Dunphy: vede Venezia, il lago di Garda, poi Ischia e la Sicilia in un secondo tempo, soggiornando in case e ville affittate per l’occasione, per brevi periodi ma più lunghi di quella che potrebbe essere una vacanza ai giorni nostri. La sua prosa poetica risuona da subito nell’attacco della pagina come quando si aprono le pagine lucenti de L’arpa d’erba, così che mentre là riverbera il ricordo infinito dell’infanzia, qui lo scrittore è poco più che ventenne e sa di provare alcune emozioni indimenticabili per la prima volta davanti alla bellezza che gli si para davanti: «In fondo al giardino si stendeva la spiaggia sassosa del lago di Garda con le sue acque increspate dal vento, e io seppi in quell’istante che avrei sempre avuto paura di nuotarvi, perché, come forme contorte dietro la bellezza di una cascata di edera, nella profondità di un’acqua così sinistramente limpida devono muoversi creature gotiche». Pur nel sole, nella bellezza lacustre o marina, e d’un ambiente naturale della Penisola certo più incontaminato che oggi, echeggia a tratti una ‘bestia’ quasi a presagire il tormento d’una esistenza artistica che ha cercato il clamore e ha trovato profonda solitudine e inimicizia. Resta chiaro che la prosa poetica, lucente, di Capote non conosce infingimenti, quel che deve raccontare lo racconta, l’aggettivo spiacevole non gli manca: ‘vecchi incartapecoriti’, ‘abiti neri rattoppati’, ma questo prepara meglio un’epifania che sta sempre acquattata fra le righe. C’è l’episodio della giovane mendicante che li perseguiterà per un po’, le signore col pappagallo sul treno che nascondono ‘insospettabili dosi’, a testimonianza, per qualcuno, che questo mondo è da un bel pezzo che è quel che è, e di nuovo pagine liriche e fresche, allo stesso tempo: «Le isole sono come navi sempre all’ancora. Mettere piede su un’isola è come salire su una passerella d’imbarco: si è presi dallo stesso senso di magica sospensione, sembra che nulla di brutto o di volgare possa accadervi (…) la vista dei colori pallidi da gelato che si sfaldavano sulle case del porto parve familiare e benefica come il battito del proprio cuore». In Sicilia, curioso com’è di conoscere le abitudini del luogo, le persone, resta colpito dalle feste agresti e poi da una mentalità che non approva nei confronti delle donne, non interviene ma ascolta e osserva fino a comprendere. La sua buona dose d’ottimismo giovanile si legge nel bel finale di Fontana Vecchia (1951). Queste poche decine di pagine restituiscono la cronaca del momento e uno splendore non altrimenti dicibile e una scuola di scrittura per chiunque voglia imparare a mostrare ogni cosa sfrondando ciò che è di troppo. Bello! (Serena Grizi)





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