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Daniele Salvo protagonista della stagione estiva

Daniele Salvo protagonista della stagione estiva
Giugno 25
12:07 2025

Sarà un’estate intensa per il regista Daniele Salvo, impegnato nella direzione di alcune tra le più significative tragedie del repertorio antico, all’interno di festival e rassegne che valorizzano il patrimonio archeologico e culturale del Mediterraneo.
Il calendario 2025 vedrà Daniele Salvo firmare la regia di tre importanti produzioni:
Le Baccanti di Euripide
prodotte dall’Amenanos Festival di Michele Di Dio, e
Medea di Seneca
prodotte dall’Amenanos Festival di Michele Di Dio
Orestea Suite di Eschilo
prodotto dalla Fondazione INDA come saggio di diploma degli allievi del III anno dell’Accademia del Dramma Antico.

Calendario delle rappresentazioni dirette da Daniele Salvo
4 luglio – Le Baccanti di Euripide | Teatro Antico di Morgantina
5 luglio – Le Baccanti di Euripide | Agrigento, Teatro dell’Efebo
6 luglio – Medea di Seneca | Teatro Antico di Morgantina
9 e 12 luglio – Le Baccanti di Euripide | Festival Internazionale di Teatro Antico di Cipro
25 luglio – Orestea Suite| Festival di Troina
9 e 10 agosto – Orestea Suite| Segesta Festival, Teatro Antico di Segesta
11 e 12 agosto – Medea di Seneca | Segesta Festival, Teatro Antico di Segesta

Un’importante presenza internazionale a Cipro
Tra gli appuntamenti più significativi della stagione estiva, Le Baccanti sarà in scena il 9 e il 12 luglio al prestigioso Festival Internazionale di Teatro Antico di Cipro, una tra le rassegne più autorevoli dedicate alla drammaturgia classica nel Mediterraneo. La partecipazione di Daniele Salvo e della sua compagnia rappresenta un’importante occasione di confronto culturale e artistico in ambito internazionale, riaffermando il valore della scena italiana nel circuito dei grandi festival dedicati al teatro antico.

Presentazioni degli spettacoli:”Le Baccanti” di Euripide è un progetto che pone particolare attenzione alla dimensione rituale, simbolica e drammatica del teatro. Al centro dell’allestimento il coro delle Baccanti, misterico ed esoterico, in uno stato di trance scenica costante, come in un perpetuo rito dionisiaco. Il contrasto tra razionalità e istinto, logos e caos, uomo e divino attraversa tutta la messa in scena, proponendo un lavoro vocale e fisico estremo, lontano da stilismi e compiacimenti.
La recitazione nasce da uno studio radicale della vocalità in collaborazione con il Dott. Marco Podda, in un’indagine che spazia dalle tecniche foniatriche ai canti etnici, dalla psicoacustica all’analisi delle sonorità tribali e dei suoni prodotti nei momenti di trance. L’obiettivo è creare un’esperienza immersiva e perturbante, restituendo al testo antico la sua potenza originaria.
Lo spettacolo rifugge l’effetto spettacolare e le soluzioni intellettualistiche, proponendo un’estetica lineare, centrata sull’attore e sul testo. Il risultato è un viaggio emotivo e intellettuale che interroga lo spettatore contemporaneo, evocando Dioniso come forza primordiale capace di scuotere le coscienze e interrogare il presente.”
“Medea” è una figura tragica profondamente legata a forze primordiali, un’entità che si trova al confine tra umano e divino. Mossa da vendetta, amore violento e dolore devastante, diventa personificazione di forze ancestrali e distruttive. La sua furia si scaglia contro il mondo, contro gli dèi e gli uomini, in un urlo disperato contro la sua esistenza.
Nel teatro di Seneca la parola è strumento di potere e violenza, il linguaggio si fa fisico e visivo, evocando immagini e visioni terribili. La violenza non è solo umana ma sacra, e il sacrificio dei figli diventa rito oscuro, che sfida dèi e natura stessa.
La scena è uno spazio astratto, isolante, metafisico. Medea appare spesso sola, circondata da figure che tentano di interagire ma non comprendono. La musica è drammaturgia sonora, parte attiva della tragedia.
È una Medea senza redenzione, simbolo di ribellione e solitudine cosmica, una tragedia viscerale che esplora le profondità dell’animo umano attraverso un personaggio che sfida ogni legge e confine.”
L’”Orestea” di Eschilo è una trilogia monumentale che intreccia mito, giustizia e destino. Daniele Salvo affronta questa sfida mantenendo un rispetto assoluto del testo nella traduzione di Walter Lapini, esaltandone al contempo la forza visiva e la tensione emotiva.
La scena si trasforma in una piazza metafisica, un non-luogo che Salvo definisce “Archeologia del Futuro”, dove spazio e tempo si confondono. I costumi di Marcella Salvo riflettono questa doppia anima: antichi e moderni, evocativi e universali. Il coro è il cuore pulsante, voce collettiva e personificazione del destino.
La musica non è accompagnamento ma parte integrante della drammaturgia, costruendo una dimensione sonora capace di fondersi con parola e movimento, mentre le luci accentuano il conflitto tra giustizia e vendetta, vita e morte.
Un’opera pensata per immergere il pubblico in una dimensione sensoriale totale, dove la tragedia antica incontra il presente in un dialogo di forte impatto emotivo e visivo.

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