Debutta L’AMORE E’ UNA FOLLIA, spettacolo diretto da Paolo Mellucci, dal 15 al 18 maggio al Teatro delle Muse-Roma

Debutta al Teatro Delle Muse di Roma, dal 15 al 18 maggio, L’AMORE E’ UNA FOLLIA, spettacolo nato da un’idea di Stefano Scaramuzzino e diretto da Paolo Mellucci.
Carlo, un uomo sui 50 anni, vive da solo, in un appartamento regolato da un sistema di domotica. Deluso da una relazione d’amore, ha deciso di non avere più rapporti con le donne. La sua vita procede monotona e solitaria. Unico interlocutore è Siri, un robot che ha l’aspetto di una governante che gli organizza la vita. Questo equilibrio viene rotto quando telefona inaspettatamente Marco, sui fratello. I due non si vedono da anni. Marco vive da anni negli Stati Uniti e torna in Italia perché deve dare una notizia importante al fratello nonché fare una ambasciata da parte della madre con cui Carlo ha litigato.
L’imminente arrivo di suo fratello getta Carlo nel panico perché si vergogna a far conoscere il fallimento della sua vita privata. Su suggerimento di Siti ricorre ad una escort per farla passare per sua moglie. Conosce così Jessica, una ragazza molto carina, che però è anche molto particolare. Spesso senza filtri, Jessica parla spesso senza considerare le conseguenze. Questo genera una serie di incidenti che caratterizzeranno le situazioni della storia coinvolgendo anche Marco. Alla fine però verrà svelata la vera dimensione di tutti i personaggi e Carlo troverà proprio in Jessica un amore insperato.
Note dell’Autore
In una casa completamente “domotica”, Io e Dario Biancone, abbiamo voluto ambientare dinamiche molto divertenti, allo stesso tempo, trattando dei temi importanti quali i rapporti familiari, la solitudine, la presenza della tecnologia sempre più autonoma e l’antica arte di arrangiarsi.
Anche l’allestimento pensato in sceneggiatura, è un piccolo omaggio a Dogville di Lars von Trier e, a proposito di velati omaggi, il ruolo di Siri, robot al femminile, modulato in onore a “Io e Caterina” che, dal 1980 ad oggi, ricorda a tutti noi la modernità di quel genio che Ë stato Alberto Sordi.
Lo spettacolo che abbiamo consegnato all’abile conduzione di Paolo Mellucci, comincia dal lavoro di “matematica” che si trasforma in ritmo, tempi serrati e marziali. Come se l’automazione fosse pervasa soprattutto negli uomini. Sono distaccati nelle loro solitudini i protagonisti. Sopravvivono senza affetti, senza parlarsi, senza emozionarsi.
Succede in scrittura, quindi, che Siri rimanga forse il soggetto piu umano. Segretamente innamorata di Carlo, pronta ad ingelosirsi all’arrivo di Jessica, escort sui generis, ma anche civettuola con Marco, fratello di Carlo che torna dagli States.
Ne deriva che, seppur nei ritmi della commedia, nel divenire della storia ci siamo incentrati a restituire ai personaggi il lato umano. Attraverso la tenerezza dei personaggi e quel senso intrinseco al testo di cercare riparo nell’affetto e – perchè no?- nell’amore.
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