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Effetti dei raggi UV sulla Sindone: impressione  di  una “immagine corporea” o solo “ingiallimento” del telo ?

Ottobre 31
15:02 2025

          Nel mio articolo precedente, sconsolato concludevo che, “l’enigma della formazione dell’immagine sindonica è, purtroppo, destinato a non essere mai risolto, fino a che, al fine di sostenere la sua autenticità, continuerà a ritenersi, come la più accreditata, l’ipotesi che la formazione di detta immagine sia frutto di raggi ultravioletti UV emanati dal corpo di Gesù Risorto, con l’ulteriore “effetto” di considerare tale immagine “prova” della Resurrezione di Gesù”. A tale conclusione pervenivo, dato che la suddetta ipotesi, propagandata dalla Prof.ssa Emanuela Marinelli, risultava, specie negli ultimi interventi di quest’ultima, presentata come  avvalorata, sulla base delle sperimentazioni effettuate dal centro ENEA di Frascati, dalle “risposte che la Sindone aveva date agli scienziati” di tale centro, i quali erano pervenuti ad “ammettere che dai loro risultati si può pensare alla formazione dell’immagine con una luce come quella che Gesù sprigionò durante la Trasfigurazione”: queste le testuali e inequivocabili parole usate dalla Prof.ssa Marinelli che, però, costituiscono un evidente e clamoroso fraintendimento delle conclusioni alle quali, invece, sono realmente pervenuti i suddetti scienziati.

          Infatti, al fine di chiarire, in nodo incontrovertibile, lo stato attuale dei risultati delle ricerche svolte per oltre un secolo, con particolare riferimento a quelle svolte negli ultimi anni dal centro ENEA di Frascati, è necessario fare riferimento ad una recentissima pubblicazione: “Intorno alla Sindone”, Editrice Baima-Ronchetti & C. Aprile 2025, che riporta, alle pagg. 96-109, l’articolo del Prof. Paolo Di Lazzaro, dal titolo “La Fisica indaga la Sindone”. In tale articolo, l’Autore esplicitamente dichiara che lo scopo del suo veramente provvidenziale e chiarificatore intervento è stato quello di “presentare in stile divulgativo  una sintesi dei principali risultati degli studi scientifici sulla Sindone così come sono, in modo che ognuno possa farsi un’idea propria”.

         Dalla lettura del testo in questione, emerge senza ombra di dubbio che, sulla base dei risultati emersi in sede di sperimentazioni effettuate in laboratorio al fine di ottenere una riproduzione dell’immagine sindonica, con utilizzo di raggi UV  (previsti dai fisici dell’ENEA come effetto naturale dell’ipotetica annichilazione del corpo di Gesù), l’unico risultato ottenuto è stato quello di realizzare, non una riproduzione di un’immagine corporea, bensì solo quello di ottenere un “ingiallimento”, peraltro limitato ad una superficie di pochi centimetri quadrati della Sindone e, comunque,  “senza riuscire a riprodurre una colorazione in tutto e per tutto identica a quella sindonica”: resta, pertanto, definitivamente acquisita la constatazione, ivi messa in chiara evidenza che “dal punto di vista scientifico, la Sindone è un oggetto complesso e sfuggente. Gli esperimenti e le analisi hanno ottenuto risultati parziali, a volte contestati, e nessuno ha ancora capito come si sia formata l’immagine”, con l’inevitabile conseguenza di escludere categoricamente, come esplicitamente affermato, che “l’immagine corporea” presente sulla Sindone si possa essere “formata tramite luce UV”.

         Va, pertanto, ribadito che nessuna impressione dell’immagine corporea presente sulla Sindone, anche se parzialmente od in minima parte, risulta mai realizzata in laboratorio con l’utilizzo di raggi UV, ma solo un “ingiallimento” simil-sindonico del telo; d’altra parte, come precisato sempre dal Prof. Di Lazzaro,  “nessuno è stato in grado di riprodurre una immagine avente tutte le sue caratteristiche fisico-chimiche, cioè nessuno è riuscito a falsificare l’immagine sindonica realizzando una copia identica all’originale. Molti ricercatori hanno riprodotto immagini macroscopicamente (ad occhio nudo) simili a quella sindonica, ma nessuna di queste, quando analizzate al microscopio, ha retto al confronto con l’originale”.

         Di fronte a tale situazione, puntualmente descritta (invito tutti a leggere integralmente l’articolo “La Fisica indaga la Sindone” del Prof. Paolo Di Lazzaro, come sopra riferito) la conclusione resta una sola (sono sempre testuali parole del Prof. Paolo Di Lazzaro): “la scienza si ferma. E gli scienziati pure”.

         E’, inoltre, opportuno, con il dovuto rispetto all’indiscussa professionalità dimostrata da uno scienziato cattolico come il prof. Di Lazzaro (condivisa anche dal Prof. Giuseppe Baldacchini, anche lui cattolico), segnalare, qui di seguito trascritto, quanto lo stesso ha ritenuto di poter indicare, come soluzione alternativa, comunque non scientificamente accettabile, per la soluzione dell’enigma della formazione dell’immagine sindonica: “potrebbe in linea teorica intervenire la Fede e suggerire che la resurrezione del Gesù Nazzareno può aver generato un intenso e brevissimo lampo di luce ultravioletta direzionale sprigionato dal corpo dematerializzato. Questo lampo potrebbe aver lasciato sul lino una impronta del corpo stesso. E ricordare che nei Vangeli si narra della cosiddetta Trasfigurazione o Metamorfosi riprodotta in molte icone bizantine. Si tratta di eventi chiaramente miracolosi, (dato che l’ipotizzato “lampo di luce ultravioletta” come sopra richiamato è cosa ben diversa dai raggi UV naturalmente prodotti dall’annichilimento del corpo di Gesù) mentre noi scienziati ci occupiamo solo di eventi scientificamente riproducibili, in senso galileiano”.

        E’ evidente, come del resto esplicitamente ricordato dal Prof. Di Lazzaro,  che si tratta di una ipotesi di natura “miracolosa” dell’immagine sindonica da sempre avanzata dal sottoscritto, con l’unica variante di non ritenere teologicamente accettabile l’ipotesi che Gesù abbia avuto bisogno di un intervento soprannaturale, da usare come “mezzo” per operare il miracolo dell’impressione dell’immagine sindonica, laddove avrebbe potuto operare direttamente il suddetto miracolo, come, ritengo, sia in effetti avvenuto. Deve aggiungersi che tale soluzione, sempre avanzata “in linea teorica”, appunto in quanto “sovrannaturale” e, quindi, ben diversa da quella iniziale con riferimento a raggi UV emanati dal corpo annichilito di Gesù secondo le naturali leggi della fisica, andrebbe, comunque, accolta solo per “fede”, al di fuori di ogni sperimentazione, escludendo, pertanto, che possa ritenersi “prova” della Resurrezione di Gesù.

        La tesi propagandata oggi dalla Prof.ssa Marinelli indebitamente distorce  i risultati ai quali sono pervenuti i fisici dell’ENEA e, necessariamente (per l’inammissibilità teologica di fare riferimento a raggi UV scaturiti dal corpo annichilito di Gesù), ma  contraddittoriamente, aderisce, di fatto, all’alternativa dell’origine (miracolosa) dell’immagine sindonica come sopra proposta dal Prof. Di Lazzaro.

        L’immagine sindonica, infatti, non si sarebbe, sempre secondo quanto con insistenza sempre sostenuto dalla Prof.ssa Marinelli, impressionata sul telo per un intervento sovrannaturale che avrebbe impedito l’attribuzione di valenza scientifica alla formazione dell’immagine e di poterla indicare come “prova” della Resurrezione di Gesù. E’ di tutta evidenza come tale tesi appare così – oltre che logicamente inaccettabile, non potendosi accogliere (sempre da parte della suddetta Prof.ssa Marinelli), come causa della formazione dell’immagine, sia il riferimento a raggi UV connessi all’annichilimento del corpo di Gesù, sia il riferimento al “lampo di luce ultravioletta” al momento della Sua Resurrezione, appunto perché di natura sovrannaturale – assolutamente priva di qualsiasi necessario supporto sperimentale, tassativamente escluso dai suddetti fisici, e, pertanto, da considerarsi inevitabilmente definitivamente accantonata.

        Riportandomi, quindi, alle conclusioni più volte già esposte nei miei precedenti articoli, ritengo di riproporre, così come riportata, alla fine del suo studio, dal Prof. Di Lazzaro, una frase del noto divulgatore Barrie Schwortz : “La Sindone non è lì per rispondere alle nostre domande, ma per porci delle domande. Spesso la gente mi chiede se la Sindone è la prova della Resurrezione, ma  la risposta a una domanda di fede non si trova sulla Sindone, piuttosto negli occhi e nel cuore di coloro che la guardano”, identificandola come chiaro segno, mirabilmente voluto ed attuato da Nostro Signore Gesù Cristo, a noi lasciato in memoria del Suo Amore infinito, invitandoci ad amarci tra noi come Lui ci ha amato, fino ad offrire in sacrificio la Sua Vita per la nostra salvezza, dalle nostre mani così crudelmente strappata,  per riprendersela, poi, nella Sua Gloriosa Resurrezione.

         “Forse è questo il più profondo messaggio della Sindone”.

 

 

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