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GLI ULTIMI DUE PAPI CHE HANNO SCELTO DI CHIAMARSI LEONE

GLI ULTIMI DUE PAPI CHE HANNO SCELTO DI CHIAMARSI LEONE
Maggio 12
11:31 2025

Annibale Della Genga e Gioacchino Pecci

GLI ULTIMI DUE PAPI CHE HANNO SCELTO DI CHIAMARSI LEONE

L’elezione al trono di Pietro del Cardinale Robert Prevost con il nome di Leone XIV avvenuta ieri ci fornisce l’occasione per parlare dei due ultimi Papi che hanno scelto di chiamarsi Leone a distanza di quasi mezzo secolo uno dall’altro regnando in momenti determinanti per la storia della Chiesa e dello stato temporale del Papa. Stiamo parlando di Annibale Della Genga Leone XII e di Gioacchino Pecci Leone XIII quest’ultimo fu il primo eletto dopo la presa di Roma e la fine dello stato pontificio.

Annibale Della Genga dopo essere stato consacrato Vescovo nel 1794 dal Cardinale Enrico Benedetto Clemente Duca di York (futuro Vescovo di Ostia e Velletri) venne creato cardinale da Papa Pio VII (Chiaramonti) nel concistoro del 8 Marzo 1816 con il titolo presbiterale di Santa Maria in Trastevere ricevendo la berretta nella sua chiesa titolare l’11 Marzo successivo. Il 29 Aprile dello stesso anno venne nominato Arciprete della Basilica di Santa Maria Maggiore e poi Vescovo di Senigallia ma non prese mai possesso della Diocesi perché nel mese di settembre dello stesso anno vi rinunciò per motivi di salute venendo però nominato Vicario Generale di Sua Santità per la Diocesi di Roma. Partecipa al conclave del 1823 chiamato a dare alla Chiesa il successore di Pio VII nel quale venne eletto con l’appoggio della fazione degli zelanti nonostante l’opposizione della Francia il 28 Settembre. Pare che la sua elezione venne caldeggiata nella convinzione che durasse poco nonostante l’età e la sua salute cagionevole regnò cinque anni.

All’inizio del pontificato suo segretario di stato fu il Cardinale Giulio Maria Della Somaglia (futuro Vescovo di Ostia e Velletri) e più tardi il più accorto Cardinale Tommaso Bernetti. L’evento centrale dei suoi cinque anni di regno fu il Giubileo del 1825. Si tratta di quel “Nell’anno del Signore” raccontato dal maestro Luigi Magni nel suo film uscito nel 1969 e che lo ha portato ad entrare nella a pieno titolo nella storia del cinema italiano.

Quell’anno santo fu l’unico regolarmente celebrato in tutto il XIX secolo perché gli altri furono segnati dagli eventi che hanno portato al compimento del sogno unitario e alla fine del potere temporale del Papa con la breccia di Porta Pia. Quello di inizio secolo 1800 non venne celebrato perché Roma era occupata dai Francesi, quello di mezzo 1850 ugualmente a causa dei moti Repubblicani del 1849 e il conseguente esilio di Gaeta, quello del 1875 venne celebrato da Pio IX all’interno del Vaticano nel quale si era rinchiuso prigioniero volontario dopo la presa di Roma.

L’indizione dell’Anno Santo 1825 fu una coraggiosa presa di posizione del Pontefice che nonostante le forti opposizioni alla promulgazione volle procedere ugualmente al fine di verificare la risposta del mondo cattolico all’invito della chiesa in un momento di profonda trasformazione culturale e spirituale.

I timori erano tanti manifestati anche dalle monarchie cattoliche europee preoccupate dal fatto che il grosso movimento di pellegrini di idee e agenti rivoluzionari pericolosi per l’ordine pubblico. Anche all’interno della curia romana c’erano molte resistenze dovute da fattori di sicurezza legati al fenomeno del brigantaggio e ai moti del 1820 1821 ma soprattutto dal fattore economico dovuto all’occupazione napoleonica che aveva messo a dura prova le casse dello stato che non erano certo in grado di sopperire alle necessità per l’accoglienza dei pellegrini. Alla fine però prevalse la posizione del Papa: “Noi abbiamo pubblicato il Giubileo, e il Giubileo s’aprirà”.  Con la cerimonia di apertura della Porta Santa in San Pietro la sera della vigilia di Natale del 24 Dicembre 1824 l’anno Santo ebbe inizio contemporaneamente i cardinali legati Giulio Maria Della Somaglia ( futuro Vescovo di Ostia e Velletri ) Benedetto Naro e Bartolomeo Pacca ( futuro Vescovo di Ostia e Velletri) aprivano le Porte Sante delle altre basiliche papali San Giovanni in Laterano, Santa Maria Maggiore e San Paolo fuori le mura, quest’ultima inagibile a causa dell’incendio del 1823 venne sostituita da Santa Maria in Trastevere. Il perdono giubilare si otteneva visitando le quattro basiliche trenta volte i romani e quindici volte i forestieri.

L’ anno santo venne personalmente preparato dal Papa che volle curare personalmente l’organizzazione dell’evento vennero vietati spettacoli teatrali, balli e limitati gli orari delle osterie, la mescita del vino doveva avvenire fuori dai locali questo per evitare adunate sovversive, mentre la proibizione degli spettacoli metteva in ginocchio numerosi che di quello vivevano tra questi Ghetanaccio che venne costretto ad un certo punto ad impegnarsi letteralmente baracca e burattini.  Tutto è ben raccontato da Gigi Magni nel film “Nell’ Anno del Signore” ambientato proprio nel 1825 dove si raccontano le vicende legate ad Angelo Targhini e Leonida Montanari i due carbonari decapitati a Piazza del Popolo nel mese di novembre di quell’anno da Mastro Titta. Sullo sfondo attraverso i personaggi di Cornacchia e Giuditta la vita del popolo romano costretto sopportare vessazioni e al non essere libero di esprimersi liberamente l’unica voce era la statua di Pasquino sotto la quale venivano appesi “pigrammi” satirici contro il governo, oppure la condizione di vita degli ebrei romani costretti a subire prediche coatte mirate alla loro conversione.

Sembra che Leone XII avesse ricevuto l’estrema unzione per ben 17 volte una di queste dopo la cerimonia d’incoronazione, morì a Roma il 10 Febbraio 1829.

Nel 1878 sale al soglio pontificio il cardinale camerlengo di Santa Romana Chiesa Gioacchino Pecci con il nome di Leone XIII succedeva a Pio IX.  Strettamente legato al nostro territorio essendo nato a Carpineto Romano da madre corese. Un pontificato il suo destinato a segnare la storia, la sua “Rerum Novarum” pone di nuovo al centro la socialità della chiesa dopo gli sconvolgimenti legati alla fine del potere temporale, gettando le fondamenta della moderna dottrina della chiesa.

Fu il primo Pontefice ad essere ripreso in video. Con la bolla “Properante ad exitum seaculo” indisse il Giubileo del 1900. Altro evento di grazia che ha segnato la storia, il primo dopo l’Unità d’Italia e ad apertura del nuovo secolo. Con l’obbiettivo di affrontare le sfide del modernismo e promuovere il risveglio della fede.  Durante l’anno santo vennero realizzati simboli di Cristo sui monti, statue del redentore  e croci, per esprimere la fede e l’unione delle comunità montane. Venne canonizzata Santa Rita da Cascia.

Il giubileo lega gli ultimi due Pontefici che si come si chiamati Leone, a papa Leone XIV eletto proprio durante il Giubileo della Speranza, una elezione che ha riportato la luce sulle memorie storiche del nostro territorio. Un altro cardinale suburbicario eletto pontefice, ma soprattutto resta determinante il riferimento a Papa Pecci dal quale come ha avuto modo di dichiarare trae ispirazione per la moderna socialità della chiesa.

 

 

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