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Grottaferrata: birra e c(asino), come al solito!

Settembre 20
07:25 2023

A Grottaferrata, in un’epoca di stranezze e contraddizioni che finiscono tra il serio ed il ridicolo, come ad esempio la recente nomina di un cacciatore a Delegato del Sindaco per la Tutela ed il Benessere degli Animali, è difficile sorprendersi o, comunque, provare quel senso di indignazione ormai quasi raro come un Rinoceronte di Giava: siamo assuefatti a tutto o quasi, e tutto ci sembra ormai normale.

Ma così non è, basta astrarsi un momento dal quotidiano che, purtroppo, soffoca ogni spirito critico, per accorgersi che a Grottaferrata, da qualche anno, si “celebra” il Festival della Birra. Non siamo in Germania, nazione che vanta la tradizione della birra moderna e neppure in Egitto o nel Medio Oriente, dove pare che circa 2.500 anni fa ne è iniziata la produzione.

Siamo a Grottaferrata, dove sicuramente non esiste una tradizione specifica, se non qualche imprenditore di birre artigianali che da un paio di decenni ne produce, anche sicuramente di ottime: ma da qui a mettere su un Festival ce ne corre. La tradizione non c’è e non c’è alcun collegamento con i prodotti del territorio, semmai qui si coltiva l’uva per il vino, non il luppolo.

Forse tutto nasce perché il termine birra attrae, porta gente, come portano persone la porchetta (di Ariccia) o gli arrosticini (abruzzesi) e le patatine fritte, e porta soprattutto fatturato, che andrebbe quantificato per capirne le ragioni; di sicuro porta zero interesse per le altre attività economiche e commerciali di Grottaferrata, perché tutto si “celebra” ai margini del centro, con parcheggi sapientemente organizzati per far fare pochi passi ai visitatori: il romano che viene richiamato da cotanta attrazione arriva, mangia, beve e va via, con la sola grande soddisfazione di chi vende birra, panini con la porchetta e arrosticini con patatine. Punto.

L’elezione di un Sindaco-filosofo faceva sperare in un cambio di passo, utile quanto meno a lucidità nelle scelte che più stridono con il comune sentire. Si sperava nella Fiera, e quella del 2023 è stata peggio delle precedenti, ma forse non aveva avuto il tempo…

Per i festeggiamenti del Santo Patrono San Nilo, invece, il tempo lo ha avuto: il programma del Settembre Grottaferratese, striminzito e poco allettante, è addirittura soffocato dal Festival della Birra, che prende spazi enormi, sia fisicamente che sui muri della Città.

Chi paga tutto questo? Probabilmente c’è un accordo con gli organizzatori del Festival, speriamo che tutto abbia un senso almeno per il bene pubblico, cioè che il patimento dei cittadini del centro di Grottaferrata per una settimana di traffico, zero parcheggi, rumore e confusione, porti nelle casse comunali almeno i giusti introiti.

Ma se così non fosse, a chi gioverebbe tutto ciò: vi pare normale? Come se l’Amministrazione comunale abdicasse alle sue funzioni pubbliche. E Perché? Intanto ci si domanda, legittimamente, a quanto ammontano le risorse che il Comune dovrebbe introitare da questo Festival e, inoltre, come saranno eventualmente spese per Grottaferrata.

La domanda è dovuta al fatto che, dagli atti amministrativi relativi all’evento reperibili sull’albo pretorio online, non si comprende granché. Anzi, l’unico dato certo è che il Comune affronterà dei costi, avendo concesso il patrocinio e facendosi carico del pagamento della SIAE, della pulizia dell’area evento e dei bagni, della presenza di mezzi di primo soccorso, dell’affissione gratuita di manifesti promozionali e del posizionamento di 25 bidoni per la raccolta dei rifiuti (non vi sono riferimenti all’eventuale pagamento dell’occupazione di suolo pubblico).

Per non parlare del fatto che la birra è prevalentemente alcolica e qualche “problema” potrebbe crearlo. Sotto il profilo etico, ci si domanda altresì quanto sia opportuno diffondere l’immagine di Grottaferrata come luogo dove scorrono fiumi di alcol con la “benedizione” del Comune.

Sperando che qualcuno risponda…

19 settembre 2023

 

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