HA INIZIATO A MORIRE LA SCUOLA QUANDO…
Ha iniziato a morire la nostra scuola quando chi avrebbe dovuto tutelarla ha iniziato a delegare; quando l’impegno di chi era in trincea veniva annullato da chi remava contro la cultura; quando vi era chi sottraeva ore, responsabilità e impegno al servizio, complici servili connivenze; quando si lasciava in balìa di folli menti insonni il compito di gestire, manovrare, manipolare, organizzare nel peggior modo possibile l’istruzione pubblica; quando deleghe e incarichi, protratti per anni nelle stesse persone, alteravano rapporti collaborativi tra colleghi, creando figure di sistema non più al servizio degli altri, ma detentori di potere; quando scartoffie spacciate per documentazione hanno soffocato la scuola, snaturalizzandola, diventando burocratica gestione di sapere attraverso quiz, sigle, strumenti informatici che sempre più hanno allontanato dal reale le persone trasformandole in utenza; quando sempre più l’incompetenza è stato il fattore che ha guidato la mente dei legislatori e le modalità di reclutamento di nuovi docenti non consentivano agli stessi di realizzare un sufficiente grado di esperienza, mandandoli allo sbaraglio nelle classi, forti soltanto del sapere teorico, insufficiente nel gestire e portare avanti il lavoro con i bambini e i ragazzi.
Ci sarebbe voluta una trincea di resistenza di vecchi direttori e direttrici che sapevano di didattica, di maestre e maestri che con i bambini giocavano, lavoravano, uscivano sul territorio, facevano il pane o i dolci in classe, curavano le piante, facevano teatro e naturalmente tutto era secondario al programma che era svolto per intero in modo efficace; sovente l’insegnante con esperienza era invisibile, inconsapevole guida e la crescita professionale di giovani docenti era semplicemente un percorso naturale; vi era una straordinaria collaborazione con genitori sempre rispettosi e pronti ad aiutare la scuola; presidi che difendevano il lavoro dei professori, già partendo dall’orario, senza ore tagliate a supplenze, orari decenti finalizzati a ottenere il massimo da tutti, adulti e bambini, ragazzi; seri e severi, ma presenti, Capi d’Istituto che si assumevano la responsabilità del loro operato, senza lasciare ad altri il modo di gestire senza competenze umane; le attuali ore inutili di aggiornamenti sterili, una volta erano impiegate dai docenti per preparare lezioni, correggere i compiti, stare vicino ai bambini più a rischio… era una volta la scuola che quando si usciva a giocare in giardino i bambini erano creativi e felici, che quando suonava la campanella si meravigliavano perché era già ora di andare a casa e gli insegnanti sorridevano al mattino perché anch’essi erano felici di vederli, lavorare con loro, creare e conoscere insieme.
C’era una volta la Scuola, quella con la maiuscola… forse potrebbe ancora riprendersi, forse quelle persone che vi lavorano seriamente potrebbero salvarla allontanando chi rema contro e lasciando aperto il cuore…
La cultura è l’unica àncora di salvezza di un popolo e chi è nella scuola deve questa speranza alle generazioni che verranno.
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