“I gesuiti. Dal Vaticano II a Papa Francesco”
Si è svolta a Roma giovedì 4 luglio 2019, dalle ore 17.30, presso Palazzo Firenze, nella sala detta del Primaticcio, la presentazione dello studio “I gesuiti. Dal Vaticano II a Papa Francesco”. Oltre all’autore, sono intervenuti il Presidente della Società Dante Alighieri, il Preposto generale della Compagnia di Gesù, il Direttore editoriale del Dicastero della Comunicazione della Santa Sede e l’autore. Molto si è detto sull’attività svolta nel tempo da quest’Ordine fondato da Sant’Ignazio da Loyola e delle sue fasi che ha attraversato nel tempo dove ognuna ha avuto una sua peculiarità… In generale, è emersa l’importanza della costruzione della trama in una forma comprensibile come sfida intellettuale, dove le fonti e la loro qualità, come i fatti vissuti in prima persona, l’interazione con i testimoni e con i protagonisti, vanno verificate e soppesate in concreto. Lo storico come “colui che estrae la trama dal processo umano” e che non scrive per se stesso ma realizza il suo lavoro per condividere le sue scoperte. Comprendere meglio il mondo in cui il soggetto si muove. Il suo lavoro non deve restare “sullo scaffale” ma passare di mano in mano. Conoscenza, comprensione, parlare di futuro con speranza. Evitare l’autoreferenzialità, disponibilità senza inclinarsi da una parte o dall’altra. Alcune parole sono emerse come servizio libero, riconciliazione, dialogo, giustizia, cultura e culture, carisma, interculturalità, unità, religione, laicità, collaborazione, missione, Compagnia, dove il cammino è impegnativo e non mancano distrazioni. Vivere in un Mondo sicuro e giusto di vita degna. La dimensione poliedrica per accompagnare i processi, rinnovare e rinnovarsi dove la libertà interiore è indispensabile per il discernimento anche in comune. Cercare alternative di vita umana dignitosa, rispetto dell’ambiente, collaborare per la “casa comune” e affinare la capacità intellettuale per andare a fondo nella comprensione del reale. La storia quindi come maestra di vita che poco s’insegna e che ci fa vivere con i problemi e le speranze di chi ci ha preceduto dove chi non possiede il senso della storia non ha il senso del futuro. “Viviamo in un tempo senza memoria, senza ricordo e studio del passato” con il pericolo che certi errori propri del passato possano ripetersi. Ratio Studiorum, Reductio ad Unum, leggi e Costituzioni, direzione naturalistica, fede, impegno al lavoro duro, paziente, alla rinuncia, “mala dottrina”, “vicinanza ai poveri, immigrati e sfruttati”, modestia, sensibilità, amore, vita interiore e coraggiosa con capacità di stringere rapporti di amicizia sono altre parole e concetti emersi. Il problema della forma del Mondo come “problema morale e spirituale, dove la cultura del consumo rischia di schiacciarci”. La questione dei “rischi ideologici” che rischiano di giustificare certe forme di oppressione. Percepito come un errore l’aprire gli archivi storici quando “la storia si consuma”. Capire le trasformazioni, avere una visione unitaria e coerente…dove lo studio della Chiesa implica anche lo studio della società perché parte integrante. Senso di responsabilità, missione, insegnamento, universalità, confronto con gli scenari del Mondo, transigenza, esercizi, unità, complessità, studio e preparazione, originalità, creatività, fedeltà, audacia, vocazione universale, unità nella diversità, percepire tensioni, le novità della contemporaneità e confronto con gli scenari del Mondo. Non perdere la memoria storica, la tradizione dove la realtà va osservata nella sua totalità. Il valorizzare l’incontro, “l’inculturazione e il multiculturalismo”, l’ascolto oltre l’individualismo classico e il fare rete. La libertà nell’unità, essere Mondo, dove non ci si deve attestare all’istante ma scoprire nuovi orizzonti. Il senso storico, il senso dell’uomo. Un pomeriggio in Compagnia…
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