Il lago dei sogni, di Salvatore Niffoi
Nel libro di Salvatore Niffoi (Adelphi,2011) coabitano senza mai scontrarsi due lingue diverse ma stranamente vicine, che come rami di uno stesso albero si sfiorano e si intersecano ma procedono sole, è infatti chiara la decisione dell’autore di non tradurre tutte le frasi dal sardo all’italiano. Allo stesso modo i sogni e la realtà si fondono e fanno precipitare i protagonisti e i lettori in un passato dimenticato e in un futuro fantastico. Il libro è fatto di parole capaci di mantenere il lettore in balia di sentimenti contrastanti, perso in uno smarrimento senza paura dove il desiderio di ultimare la lettura contrasta quello di conservare ancora qualche pagina e rimandare la fine di un giorno o anche solo di un’ora. È un libro dentro l’altro, che Itria – la donna che farà tornare a sognare un intero paese addormentato – legge, racconta e scrive allo stesso tempo. A Melagravida la vita sembra essersi arenata e sarà lei – sulle rive del lago di Locorio, tra visioni ancestrali – a sfidare per prima l’ipocrisia e a dare nuova luce alla verità.
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