“Il Petroliere” di Paul Thomas Anderson
Un film sporco di sangue e petrolio. Assordante come la trivella di un pozzo petrolifero e il sermone di un prete furbo e abbindolatore.“Il Petroliere” è un film per pochi: per quelli che non si lasciano scoraggiare dalla lunghezza della pellicola (poco meno di tre ore); per chi non giudica un prodotto solo dal titolo (quello originale, “There will be blood”, è molto più accattivante); per quanti restano in sala nonostante i primi venti minuti siano solo rumore. Daniel Plainview (interpretato dal premio Oscar Daniel Day-Lewis) è un cercatore di petrolio negli Stati Uniti di fine ‘800. Con caparbietà e con l’aiuto del figlio, abilmente sfruttato per convincere i proprietari a cedere i loro terreni, riuscirà a costruire un grande impero, sfidando le più importanti compagnie. Ma un incidente che costerà l’udito al figlio, e l’incontro con un giovane predicatore fervido oppositore della modernità (un promettente Paul Dano), lo porteranno alla misantropia e all’avidità più sfrenata. Il regista Paul Thomas Anderson, dopo “Magnolia” e “Ubriaco d’amore”, tratteggia un affresco sociale fortemente debitore della lezione di Robert Altman (al quale il film, infatti, è dedicato), raccontando senza remore una delle pagine più sentite della storia degli Stati Uniti.
Non ci sono commenti, vuoi farlo tu?
Scrivi un commento