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Il Presidente e l’informazione autarchica (la bacchetta magica s’è rotta tanto tempo fa)

Il Presidente e l’informazione autarchica (la bacchetta magica s’è rotta tanto tempo fa)
Marzo 23
17:14 2023

Il Presidente del Consiglio, ‘finalmente’ alle prese con i problemi da risolvere, invece che imitare il Grillo Parlante all’opposizione, si è accorta che la bacchetta magica, che non avevano i predecessori, non è nemmeno a sua disposizione perché deve essersi rotta tanto tempo fa. Si rivolge al Parlamento, l’abbiamo vista e ascoltata nei question time e nel relazionare in altre occasioni, come ad una classe di allievi ribelli, pure un po’ duri d’orecchio e nemmeno tanto svegli (atteggiamento che genera, ne abbiamo viste già, costi altissimi per chi lo esercita mentre il credito ‘perdoniamola perché è all’inizio del mandato’ è quasi scaduto, o almeno sembra). Come se la risoluzione delle faccende, mica di poco conto, migranti o siccità o guerra, per esempio, stesse in un misto vincente tra la sua caparbietà e il ‘comportarsi bene’ dell’aula e dell’informazione. Dove ‘comportarsi bene’ consisterebbe nel non criticarla troppo, che lei non ce la fa, (tempo fa in aula ha addotto anche motivi di traffico per il ritardo ad un appuntamento e forse prima o poi dirà che ha dimenticato il quaderno a casa), come ricetta di una informazione ‘fatta in casa per la casa’, dove i ‘panni sporchi si lavano in famiglia’, (la qual visione ricorda un certo Giulio Andreotti): ovvero, l’informazione riporti pedissequamente ciò che il premier dice, contornato da strilli di tromba.

Una specie di comunicazione da ufficio stampa o portavoce, invece che informazione e cronaca politica ragionata perché a mettere in giro tutti questi ‘sospetti’ sulle presunte mancanze nel soccorso ai naufraghi di Cutro o sulla incapacità di progettare subito un piano pluriennale che risparmi acqua e contenga la siccità, gli altri Paesi potrebbero sospettare che in casa abbiamo problemi seri o che c’è della dubbia capacità a governare. E questo ‘non sta bene’: dove un richiesto silenzio stampa attorno alle magagne nazionali (non nate con il Presidente ma che con lei proseguono come non fosse cambiato nulla), sarebbe dovuto da una buona educazione giornalistica che eviti figuracce all’estero. Salvo ognuno, poi, se questa solita ‘stampaccia’ prova ad instillare il dubbio, nel lettore italiano ed estero che, intervenendo come fornitori d’armi in un conflitto che sta velocemente evolvendo verso il nucleare, si faccia prima ad entrare in guerra che se si mettesse in campo una maggiore pratica diplomatica. Neppure il minimo sospetto che tutte queste forze in campo, compresa la sua presenza, facciano un baffo alla storia che in questo momento sembra giocarsi su altri tavoli, per altre motivazioni distanti dal mantenere il benessere europeo, almeno in parte. Se quella famosa ‘bacchetta magica’ s’è rotta da tempo, quella di chi pretenderebbe di risolvere i problemi senza dialogare con tutti e stando pure, magari, ad ascoltare, si sospetta che il presidente ‘maestra’, ruolo nel quale non s’era mai prodotto neppure Berlusconi nei suoi fantasmagorici trasformismi, tirerà fuori la bacchetta, quella antica, con cui indispettite/indispettiti pedagoghi d’un tempo, solevano torturare le mani dei malcapitati allievi.  (Serena Grizi)

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