IL SEGRETO DI PULCINELLA E LA DEMOCRAZIA
Ad Albano Laziale è apparso, appena tre giorni prima della convocazione del consiglio comunale, un manifesto che poneva all’ordine del giorno due punti: 1. Richiesta di convocazione del consiglio comunale prot. 53698 del 26.8.2025 e 2. Ordine del giorno di cui 55406 del 25.9.2025.
Un manifesto scritto in questo modo è incomprensibile e del tutto inutile, fallisce l’obiettivo previsto dalla legge. Per tradizione al Comune di Albano Laziale il diritto del cittadino di conoscere quali sono i problemi che i propri eletti sono chiamati a discutere in consiglio comunale viene negato: nelle convocazioni si trovano soltanto numeri di protocollo, striminziti testi anodini, non parole chiare ed esaustive rivolte all’inclito e al volgo. Diverso è il caso di Comuni, come ad esempio Marino e Ariccia, in cui i manifesti affissi nella città riportano per ciascun punto all’ordine del giorno un’esauriente descrizione della problematica.
Al Comune di Albano Laziale alcuni cittadini hanno avanzato agli uffici la richiesta di accesso agli atti al fine di visionare, prima delle sedute del consiglio comunale, i documenti in discussione. Le richieste sono state rigettate dai funzionari ignorando quanto imposto dalle leggi sulla trasparenza (in particolare il decreto legislativo 33/2013). La risposta è stata: “Le proposte di deliberazione oggetto di ordine del giorno del Consiglio Comunale sono a disposizione dei Consiglieri Comunali ma non sono ostensibili ai cittadini, i quali possono prenderne visione solo dopo la definitiva approvazione da parte dell’organo consiliare.” Nella risposta era assente la prescritta motivazione del diniego. Va stabilito se la negazione di un diritto sancito dalla legge non sollevi questioni di responsabilità disciplinare, amministrativa, contabile e anche penale, del funzionario.
La questione è stata portata all’attenzione del sindaco e del presidente del consiglio comunale, ma le numerose lettere inviate da vari cittadini non hanno ricevuto alcun riscontro. L’argomento non è stato considerato degno di attenzione.
Il punto di sostanza è che siamo di fronte a un segreto di Pulcinella: da un lato il Comune nega contra legem ai cittadini di accedere ai documenti pubblici e, dall’altro, questi sono diffusi in tempo reale dai consiglieri comunali che peraltro, per un elementare dovere democratico, sono tenuti a consultarsi preventivamente con i propri elettori (ciò avviene nell’ambito delle formazioni politiche).
Un altro esempio di come la partecipazione dei cittadini alla cosa pubblica venga scoraggiata ad Albano è rappresentato dalla possibilità di assistere alle riunioni del consiglio comunale: fino a qualche tempo fa era possibile seguirle in remoto, ma ora la diretta su Youtube non c’è più – chi vuole informarsi e assistere alla discussione deve andare di persona la sera a Palazzo Savelli per scoprire cosa c’è dietro alle incomprensibili convocazioni dei manifesti.
Si possono citare altri esempi dello stato della democrazia ad Albano Laziale.
L’amministrazione ha sospeso da anni la pubblicazione del bollettino comunale attraverso il quale, almeno formalmente, rendicontava sul proprio operato. Non si ha notizia di pubblicazioni, rapporti, studi, elaborati dall’amministrazione con i quali i cittadini vengano messi in grado di avere un’idea di come i propri delegati stanno amministrando la città. Non si ha notizia di incontri, assemblee, che la democrazia vuole che gli amministratori pubblici organizzino per confrontarsi da pari a pari con la cittadinanza. Dieci anni fa è stata sospesa la pubblicazione dell’Annuario statistico del Comune. I documenti che il Comune per legge deve predisporre, il Documento unico di programmazione, il Piano integrato di attività e organizzazione, il Bilancio annuale e triennale, il Piano triennale delle opere pubbliche, ad Albano Laziale sono zibaldoni di centinaia di pagine del tutto incomprensibili ai normali cittadini.
La democrazia è in crisi ed è in pericolo. In questo momento storico paesi come la Russia, la Cina, la Corea del Nord, ecc., stanno imponendo al resto del mondo, anche con le armi, il loro modello assolutistico in cui non ci sono cittadini ma sudditi, c’è solo uno al comando e non ci sono pesi e contrappesi. La sfida è per la sopravvivenza. E chi ha responsabilità politiche e amministrative nell’Occidente, anche a livello locale, ha il dovere di impegnarsi affinché la democrazia non soltanto sopravviva ma si rafforzi. Ad Albano Laziale non si registra tale impegno.





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