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LA COMPETENZA E L’INDIPENDENZA DELLA COMMISSIONE PER LA VALUTAZIONE DI IMPATTO AMBIENTALE

LA COMPETENZA E L’INDIPENDENZA DELLA COMMISSIONE PER LA VALUTAZIONE DI IMPATTO AMBIENTALE
Febbraio 03
08:01 2025

Secondo il decreto legislativo n. 152 del 2006, “La valutazione di impatto ambientale dei progetti ha la finalità di proteggere la salute umana, contribuire con un migliore ambiente alla qualità della vita, provvedere al mantenimento delle specie e conservare la capacità di riproduzione dell’ecosistema in quanto risorsa essenziale per la vita. A questo scopo essa individua, descrive e valuta, in modo appropriato gli impatti diretti e indiretti di un progetto sui seguenti fattori: l’uomo, la fauna e la flora; il suolo, l’acqua, l’aria e il clima; i beni materiali ed il patrimonio culturale; l’interazione tra i fattori di cui sopra.”

La valutazione di impatto ambientale viene effettuata da una Commissione i cui membri sono scelti, secondo la legge, tra professori o ricercatori universitari, personale di enti di ricerca, del Sistema nazionale a rete per la protezione dell’ambiente, dell’Istituto Superiore di Sanità, o tra professionisti esterni con almeno cinque anni di esperienza. La loro nomina è effettuata dal ministro dell’Ambiente e della sicurezza energetica, garantendo il rispetto dell’equilibrio di genere.

Vediamo alcuni dati.

Il ministro dell’Ambiente e della sicurezza energetica Gilberto Pichetto Fratin, laureato in economia e commercio, commercialista e revisore dei conti, ha scelto “intuito personae” (leggasi: in piena autonomia senza avere le competenze scientifiche appropriate), i 65 membri dell’attuale Commissione.

Tra i 65 membri della Commissione le donne sono 21 su n totale di 65: non è rispettato l’equilibrio di genere.

I commissari con esperienza nel mondo dell’università, degli enti pubblici di ricerca che la legge individua in primis come i principali esperti del settore, sono soltanto 11 unità – il resto della compagine è composta da liberi professionisti e funzionari pubblici.

Un’analisi dei curricola dei candidati ha condotto alla conclusione che, dei 65 membri della Commissione, soltanto 40 presentano le caratteristiche idonee a svolgere il compito della valutazione di impatto ambientale.

Dai curricola si apprende che, in un mondo in cui l’inglese rappresenta la lingua franca per chi si occupa di ricerca, innovazione, ambiente, infrastrutture, soltanto 8 commissari hanno un’ottima conoscenza della lingua inglese.

In alcuni casi i curricola dei membri della Commissione non includono la dichiarazione sul mendacio, la falsità negli atti e l’uso di atti falsi puniti ai sensi del codice penale e delle leggi speciali. Dunque la loro nomina non è giuricamente valida.

Le esperienze professionali dei membri della Commissione riflesse dal tipo di laurea risultano le seguenti: 18 ingegneri, 10 architetti, 16 laureati in giurisprudenza, 8 in scienze della Terra, 5 laureati in economia e commercio, 7 laureati nell’area biologica (farmacia, medicina, biologia, scienze naturali). Il numero di 16 laureati in giurisprudenza, in larghissima parte avvocati cassazionisti che svolgono il proprio lavoro in tribunale, appare del tutto improprio e sproporzionato rispetto alle esigenze della valutazione di impatto ambientale.

La Commissione ha un profilo totalmente tecnocratico, declina il concetto di ambiente soltanto nella sua dimensione fisica, tralasciando la prima dimensione menzionata nella legge, la dimensione umana. Il ministro avrebbe dovuto nominare, nella sua illimitata potestà, anche sociologi, economisti, filosofi, statistici, psicologi, ecc.

Il ministro Gilberto Pichetto Fratin ha di recente effettuato un’integrazione dei membri della Commissione di Valutazione di impatto ambientale VIA-VAS. L’inchiesta giornalistica di Report del 26 gennaio 2025 Il ponte a tutti i costi ha rilevato che tre settimane prima che la Commissione desse all’unanimità il parere positivo sul ponte sullo Stretto di Messina, il ministro Pichetto Fratin ha fatto una “infornata” di politici appartenenti alla maggioranza di governo sulle cui competenze vi sono in larghissima parte forti dubbi rispetto alla missione affidata. I nuovi membri hanno dovuto esaminare in pochi giorni 5.000 elaborati e quindi migliaia e migliaia di pagine.

In sintesi, la Commissione ha per un terzo del totale membri non idonei a fornire un contributo ai suoi lavori, appare squilibrata in termini di competenze professionali (il caso degli avvocati è emblematico), appare incapace di valutare la dimensione umana degli interventi, ha insufficienti competenze linguistiche, non rispetta l’equilibrio di genere, è stata integrata all’ultimo momento con membri nominati per “amichettismo” così che si può dubitare sulla loro competenza e indipendenza (vedi il caso del ponte sullo Stretto di Messina).

Viene in mente la battuta su Richard Nixon fatta in occasione della campagna elettorale negli USA del 1960: “Comprereste un’auto usata da quest’uomo?”. E in Italia siamo sicuri che una Commissione siffatta possa mettere i cittadini nella condizione di “comprare” giudizi qualificati, affidabili e indipendenti sulle opere volte a modificare l’assetto della nostra terra e a segnare il futuro delle prossime generazioni?

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