La crisi della Democrazia rappresentativa

È un diritto e anche un dovere chiederci se la democrazia rappresentativa alla quale è legata la nostra esistenza politica sia ancora valida nonostante le perplessità che destano alcune cadute d’insufficienza e d’incoerenza. Il tema è attualissimo.
I ‘rappresentanti’ politici, di ogni area politica, sembra non siano toccati dalla gravità e dall’attualità della crisi della Democrazia rappresentativa. È evidente la loro scarsa sensibilità ad esaminare e studiare a fondo un problema che coinvolge tutti noi, e loro per primi.
L’attuale sistema democratico si conserva così com’è da molto tempo mentre la società continua ad evolvere con una rapidità impressionante. E già, la società attuale è ben diversa da quella che aveva espresso la configurazione di questo sistema democratico. Non ci sono più poche ‘classi’ ma la gente è distribuita in un elevato numero di classificazioni sociali che esprimono interessi diversi e, spesso, in contrapposizione fra loro. Quando i rappresentanti e i rappresentati avevano la stessa estrazione culturale ed economica, le cose funzionavano egregiamente perché esisteva una ‘omogeneizzazione’ fra queste due categorie della democrazia, per cui una rappresentava l’altra che, peraltro, individuava facilmente il politico da eleggere. Oggigiorno, si tenta di modificare, di ‘aggiustare’ il sistema elettorale per aumentare la stabilità dei governi e l’efficacia delle loro azioni. Queste operazioni, però, non modificano affatto il sistema rappresentativo. Infatti, i politici attuali, a qualsiasi area politica appartengano, si rivolgono all’elettorato in modo generale e complessivo, e le fasce sociali partecipano sempre quasi tutte, e quasi con la stessa valenza, a eleggere ‘rappresentanti’ di aree politiche diverse. Il risultato è che qualsiasi area politica vinca le elezioni dovrebbe andare a rappresentare gli interessi di tutti! In altri termini, io che avrò votato per un’area politica, sarò certamente affiancato da un altro cittadino che, pur avendo la mia stessa caratteristica sociale-economica e i miei stessi obiettivi concreti, avrà votato per l’area politica contrapposta: questa società ha perduto la capacità di esprimere fini comuni!
I deboli sono esclusi dai benefici!
Armando
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