La pace mondiale (sic!)

Montesquieu, nel 1748, dichiarò:
«L’effetto naturale del commercio è di portare la pace».
Una promessa secondaria della globalizzazione era quella di garantire un itinerario quasi ‘automatico’ verso una condizione di pace mondiale. Invece abbiamo ereditato da questo processo solo terrorismo e guerra. Secondo il sito web guerrenelmondo.it, aggiornato al 26 marzo 2022, nel mondo ci sarebbero ben 70 Stati coinvolti in guerre e 872 gruppi tra milizie-guerriglieri, separatisti-terroristi-anarchici. Si tratta di oltre 2 miliardi di persone che sono in guerra.
Attraverso il processo di globalizzazione, l’armonia doveva essere il risultato dell’aumento comune della prosperità! Invece, la realtà ha mostrato un evidente aumento della povertà, specialmente con l’impoverimento delle classi medie. L’insicurezza e l’esclusione economica, oltre a creare il substrato per l’ascesa del terrorismo e del fondamentalismo, ha generato anche il rigurgito dei sovranismi e nazionalismi.
Ma come è stato possibile che i più bisognosi votino una destra che non esercita una politica mirata ai loro interessi, anzi a quelli dei benestanti o, meglio, dei ricchi? Come è stato possibile il concepimento di questa sensazione di ansietà, spavento e rancore? Io credo che l’uomo decida sempre le proprie azioni basandosi sulle sensazioni e sulle emozioni. Il rischio di un mondo non più adatto a sostenere la razza umana, le pestilenze, le guerre e altri cataclismi evocano la paura della morte o, almeno, la paura di non poter più vivere in un pianeta che diventa sempre più ostile. Ciò ha generato un ‘letto’ fertile sul quale edificare l’orrore di una sempre più presente incertezza per il proprio futuro.
Quando la politica, a fronte di menzogne e di falsi allarmi, induce il popolo a essere spaventato e desideroso di trovare una guida verso la sicurezza… allora occorre veramente spaventarsi!
Il danno subito dalle economie nazionali ha generato un aumento della paura riguardo l’insicurezza economica. Ciò procura uno sbandamento morale, disaffezione, estraneità verso una politica che sembra non protegga più il cittadino. Ecco che, con il fallimento del neoliberalismo, si presenta uno spazio favorevole, alimentato dalle contraddizioni, per l’ascesa della politica fondamentalista delle destre. I partiti della destra usano la paura dell’insicurezza economica per nutrire la fiamma dell’insicurezza culturale.
L’azione politica delle destre nel mondo è stata condotta in maniera tale da far credere alle fasce più deboli – e, quindi, più spaventate – che la responsabilità non risieda nella classe dirigente, economica e anche politica, che ha speculato da questo contesto acquisendo sempre più privilegi e protezioni. La campagna contro i migranti, infatti, ha dirottato questa rabbia dei poveri non verso i veri responsabili, ma contro altri individui ben più poveri. Non solo, la destra ha anche operato in modo di mutare questa rabbia in odio rendendo ancora più forte il fenomeno. La destra ha ‘vestito’ i migranti in modo da farli apparire, attraverso la distorsione del timore popolare, non come individui pressati dal bisogno e dall’orrore delle guerre, ma come mendicanti, vagabondi, portatori di malattie, criminali, avanguardia di una minaccia per la società. Ancor di più, un pericolo per una società malata che non è in grado di costruire lavoro per tutti e controllo efficace verso la criminalità.
E io vedo popoli disgraziati gemere sempre di più sotto un giogo finanziario, schiacciati da un pugno di spregevoli speculatori e arrivisti che controllano un pugno di ancor più spregevoli politici al fine di mantenere questo status quo dal quale continuare a trarre i loro sporchi profitti.
Il malefico fantasma dell’oppressione dell’uomo sarebbe da lungo tempo vinto se il buon senso dei popoli non fosse sistematicamente corrotto dagli speculatori del mondo politico e del mondo degli affari. Ed è proprio il processo deviato della diffusione della cultura – che dovrebbe svolgere un ruolo di informazione nei confronti delle fasce meno colte della popolazione – a rappresentare un elemento strategico di penetrazione negativa del consenso, visto il controllo che l’economia e la politica esercitano sugli intellettuali e sugli strumenti di informazione.
Quali viscere umane non sarebbero sconvolte di fronte a tali tristi azioni? Quale uomo non agirebbe per perorare la causa dell’umanità? Ma la giustizia e la verità devono essere assoggettate all’interesse dei potenti! E, malgrado ci sia una moltitudine crescente di indigenti, oppressa dal dolore e dalla fame, il ricco continua a nutrirsi delle loro sofferenze, armato dal tremendo potere delle leggi emanate a svantaggio dei deboli.
Armando
Non ci sono commenti, vuoi farlo tu?
Scrivi un commento