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La Sanità ‘Si Cura’ primo incontro di ascolto con i cittadini

La Sanità ‘Si Cura’ primo incontro di ascolto con i cittadini
Febbraio 14
12:54 2025

Il 12 febbraio, nella sede del PD di Monte Porzio Catone, si è svolta un’assemblea molto partecipata, che ha dato vita a un intenso dibattito con i relatori, i Consiglieri regionali Eleonora Mattia e Rodolfo Lena e il sindacalista FPCGIL Giammario Innamorato.

Alla base dell’incontro il desiderio di ascoltare i cittadini sulle esperienze e sulle percezioni personali della Sanità del territorio. Quello del PD di Monte Porzio Catone è un tentativo di puntare l’attenzione sulla necessità di risanare e rilanciare il SSN, da questo lo slogan della serata “La Sanità Si Cura”. È fondamentale ascoltare le persone sulle tematiche, sui problemi, sulle esigenze e sulle loro proposte in merito alla Sanità, e questo è avvenuto nel corso dell’assemblea, un incontro da replicare.

Il consigliere comunale di minoranza a Monte Porzio Catone Enrico Sciarra ha aperto il confronto con i relatori, dismettendo la sua giacca istituzionale e portando la propria esperienza di cittadino e utente del SSN. I numerosi presenti hanno aggiunto contributi su esperienze personali.

Il SSN è stata la più grande conquista che sia mai stata attuata a livello sociale e il modello Italiano è stato considerato a lungo il migliore al mondo per equità e garanzia di accesso alle cure per tutti. Ma oggi la Sanità pubblica scricchiola sotto i colpi di una visione ragionieristica sia a livello nazionale che regionale, tanto da poterla ritenere sotto attacco. Secondo questa visione, anche per il presidente della Regione Lazio, Francesco Rocca, lo stato in cui versa la Sanità pubblica non è un problema da affrontare, ma, semplicemente, dei conti da far tornare. La politica della Destra di governo è quella del ‘non me ne importa’. Non vedono la sanità come il ‘prendersi cura’ delle persone, come un servizio da dare a tutti i cittadini, applicando politiche che, direttamente e indirettamente, spingono le persone verso le strutture private.

Per anni i governi che si sono susseguiti hanno ridisegnato la gestione e l’organizzazione del SSN in un’ottica di centralizzazione dei servizi, creando però al contempo numerose carenze a livello territoriale. Un modello dichiarato fallito dalla Storia: basti pensare a come il Covid ha colpito la Regione Lombardia che si è fatta trovare fortemente impreparata sul territorio nei servizi di prossimità. Su questa lezione la spinta comune e la parola d’ordine deve essere “ripartire dai territori”. Oggi il territorio non ‘drena’ le esigenze delle persone. È necessario attuare politiche serie, politiche sociali, per ‘capire’ le realtà locali, ciascuna delle quali ha diverse esigenze. Serve rafforzare le strutture sanitarie in rapporto alle esigenze territoriali.

Nella nostra regione, tra le tante carenze serve affrontare con la massima urgenza quella dei medici di base, oggi troppo spesso confinati al ruolo di passacarte della macchina burocratica. Una vera riforma non può che partire dal ruolo del medico di base. La cura quotidiana dei nostri cittadini inizia proprio da queste figure fondamentali, che rappresentano il primo contatto nella filiera della salute pubblica. È necessario che i medici possano tornare a fare i medici, visitando non solo nel proprio studio ma raggiungendo i pazienti più fragili là dove si trovano e che costituiscano il ponte tra l’ospedale e la comunità. Attualmente quando un malato è ricoverato in ospedale manca completamente il collegamento fra la struttura sanitaria e il medico di famiglia. È irragionevole che sia il paziente, con tutti i limiti di competenza e conoscenza della materia, a dover malamente spiegare al medico ospedaliero i suoi problemi di salute.

Ma sono tante le inefficienze, le mancanze, le carenze, i ritardi, le arretratezze che sono emerse in materia di Sanità pubblica, e oggi si aggravano sempre di più nella nostra regione, nei nostri territori.

Non va dimenticata la cronica carenza di personale medico e infermieristico, conseguenza di anni di scellerate politiche di numeri chiusi nelle Università e di sbarramenti per l’accesso alle scuole di specializzazione. Il personale sanitario, spesso non retribuito adeguatamente per le responsabilità che assume (basti pensare ai medici del pronto soccorso), delle condizioni di scarsa sicurezza in cui viene fatto operare, declina la possibilità di lavorare per il SSN, preferendo il privato o l’estero.

Non dobbiamo infine dimenticare che le sofferenze degli ammalati sono sofferenze e difficoltà anche per i familiari che se ne prendono cura. Le ultime scelte politiche della Regione Lazio hanno definanziato tanti servizi di supporto per le famiglie degli ammalati, rimandandole ai Comuni che, come purtroppo sappiamo, hanno bilanci così mal messi da non riuscire spesso neanche a garantire i servizi minimi, figuriamoci se potranno mai finanziare progetti che riguardano numericamente una quota minoritaria della popolazione. Ecco, il nostro motto deve essere anche che ‘nessuno venga lasciato da solo’: così la Sanità ‘Si Cura’, così il SSN potrà tornare al suo spirito fondativo. Serve una netta inversione di tendenza. Una sanità pubblica che si prenda realmente carico e Cura dei cittadini. Serve una vera alternativa, con proposte adeguate e per questo è necessario ascoltare le persone, le loro critiche costruttive e le loro proposte.

Servono più momenti di incontro come questi. E Monte Porzio Catone, molto partecipe, darà sempre il suo contributo. Lo facciamo e continueremo a farlo!

 

 

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