La solidarietà: questa sconosciuta!
Oggi parleremo della solidarietà, un tema molto attuale ma al tempo stesso controverso.
Occorre porsi dei significativi interrogativi: nel mondo odierno, in cui tutti vanno sempre di fretta, ognuno si concentra solo su se stesso, a volte in maniera smodatamente vittimistica e tutti sono in competizione tra loro, c’è ancora spazio per la solidarietà verso i più deboli? Siamo disposti a sacrificare un po’ del nostro tempo per dedicarci a chi è in difficoltà?
La risposta a queste domande non è affatto semplice. Riflettiamo insieme, facciamo un primo esempio prendendo spunto dall’indegna situazione dei migranti: salvo gli esuli ucraini a cui tutta l’Europa ha mostrato la massima solidarietà, cosa diciamo agli altri migranti?
I politici italiani sono dell’idea: «Aiutiamoli a casa loro!» oppure «L’Italia non può prendersi carico di tutta l’Africa o di tutto il Medio Oriente!».
Neanche l’UE è d’aiuto sotto il punto di vista della competizione: sempre a discutere in maniera INDIVIDUALISTA, invece di adottare una visione COLLETTIVISTA.
In tutto questo cosa fanno i cittadini italiani, che in quanto umani dovrebbero essere muniti di intelligenza? Sulla falsariga di quanto detto da quegli pseudo-politicanti si esprimono come segue: «Ho già tanti problemi, posso preoccuparmi anche di questi “stupratori” / “mantenuti” / “vittimisti” a gratis??!!».
Oppure: «Lavoro, vado di fretta, non è un problema mio, ci penseranno altri.».
Mentre nel caso in cui si voglia essere ANIMALI e COMPLOTTISTI all’ennesima potenza, adottando però un’ottica globale, ci si può esprimere in modalità D.J. Trump:
«La fame nel mondo, le guerre, il cambiamento climatico? È stato tutto un’invenzione dell’élite mondiale!»
Sempre proseguendo in modalità Trump: «Le armi? Non sono un problema!», disse quello a cui hanno sparato! Mancando totalmente di solidarietà e / o rispetto nei confronti dei bisognosi, di coloro che sono costretti a vivere lontani da casa, delle future generazioni e delle persone che hanno perso la vita a causa di una pallottola negli USA o nel mondo, santi o peccatori, quella morte rimarrà per sempre ingiustificata.
Purtroppo, questi sono fenomeni che stanno insorgendo in tutta Europa e nel globo, causando la recrudescenza di pensieri xenofobi, razzisti e complottisti, ma anche la nascita di movimenti che, malgrado la storia, prendono ad esempio le ideologie del passato che hanno provocato solo morte e distruzione, nient’altro, come invece negano in molti!
Anche i giovani condividono, sempre più numerosi, questi pensieri ignobili: fanno il saluto romano e quello nazista a scuola, pronunciano la frase nazista «Heil Hitler», cantano “Faccetta nera” con orgoglio, non sapendo che “il testa pelata” che tanto venerano, finito con il cappio al collo, legato come un MAIALE pronto al macello in Piazzale Loreto a Milano, detestava quella composizione. I “grandi” regimi di un tempo, sono il contrario della solidarietà, del rispetto, del vivere civile. La scuola è intenta a far sviluppare il pensiero critico, ma dobbiamo anche considerare l’eventualità che la causa della propagazione di tali recidive ideologiche sia l’ambiente quotidiano circostante, da cui bisognerebbe trovare la forza di sradicare tali erranti convinzioni.
Collegata a questa sfera solidale, troviamo anche la lotta per i diritti civili delle t sessuali o per quella all’aborto. Perché nel dire: «I gay non sono normali.», citando il Generale, “onorevole” Vannacci o « L’aborto è un reato», citando l’attuale dottrina cristiana cattolica e tutti i suoi massimi predicatori, i vescovi di Roma, non si mostra rispetto per l’essere altrui né solidarietà nelle problematiche quotidiane ed economiche per quanto concerne l’eventualità di mettere al mondo un figlio, perché ricordiamoci: SIAMO TUTTI ESSERI UMANI e dobbiamo amarci l’un l’altro citando Marco Mengoni, a prescindere da qualsiasi cosa, come dice l’articolo tre della nostra Costituzione, per ora, democratica.
Riprendendo da qui, ora vorrei espormi personalmente in questa riflessione, parlando della mia situazione di disabilità. Ritengo che al di fuori della mia famiglia, l’ambiente circostante non mi mostri alcun segno di solidarietà o empatia. Prendendo ad esempio la circostanza didattica: entro a scuola ed ho la perenne impressione di non essere compreso nelle mie difficoltà dalle persone che, per quel lasso di tempo mi circondano, compagni e docenti tutti, anche se l’impegno degli insegnanti è alquanto notevole. Vengo quotidianamente deriso dai miei compagni per il mio modo di esprimermi, per il mio sapere e molto spesso per la mia condizione con frasi dolorosamente sarcastiche del genere: «Federico, è entrato il professore / professoressa, alzati, è maleducazione!» oppure semplicemente: «Federico, corri!».
Sono anche vittima di aeroplanini di carta nel cappuccio e di comportamenti riconducibili al fatto che devo affrettarmi a spostarmi all’interno della classe con la sedia a rotelle.
Pertanto, vi domando, allo stato attuale, è presente lo spazio per un mondo solidale, rispettoso ed eterogeneo? Siete disposti ad aiutare?
Personalmente, io sono disposto, ma credo che voi non lo siate ed è per questo che ho intenzione di dare un contributo alla nostra società “civile” per migliorarla, per far sì che si evolva!






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