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Le fogne dei comuni di Lanuvio, Albano, Genzano, Nemi ed Ariccia, scaricano le acque in mare

Gennaio 26
16:40 2025

Le fogne dei comuni di Lanuvio, Albano, Genzano, Nemi ed Ariccia, scaricano le acque in mare dopo essere state depurate nel depuratore di “Montagnano” nel comune di Ardea, questo provoca un innalzamento del livello del mare. Mentre è evidente il calo del livello dei laghi di Albano e Nemi, come riequilibrare i livelli? Da dove arriva l’acqua che utilizziamo?

Per riequilibrare i livelli dei laghi, nel gennaio 2024 si è insediato il primo tavolo tecnico, presieduto dall’Autorità di bacino distrettuale dell’Appenino Centrale (AUBAC), a cui hanno preso parte i comuni di Castel Gandolfo, Nemi ed Albano, insieme al gestore idrico, Acea Ato2, dopo un anno vi è un piano di interventi per tornare in equilibrio. Si va dalla riduzione delle perdite fino al trasferimento di acqua da altri sistemi acquedottistici con un tempo di realizzazione previsto di un paio d’anni. Sono circa 15 interventi che appena realizzati consentiranno di riequilibrare la situazione, “Servono ad apportare più acqua ai laghi, sfruttando quindi le piogge, il ruscellamento, attualmente molta acqua viene dispersa anziché entrare nei laghi, le altre invece riguardano un miglioramento delle infrastrutture, sia di riduzione delle perdite delle infrastrutture esistenti sia di nuove connessioni da altri sistemi per portare acqua da dove ce n’è di più a dove invece non andrebbe prelevata che è proprio intorno alla zona dei laghi. In particolare, è stato evidenziato come sul territorio dei Castelli Romani oltre al clima, abbiano avuto impatto anche il progressivo aumento della popolazione residente (da 210.000 negli anni ‘70 a 356.000 abitanti nel 2023, +67%) e l’impermeabilizzazione dei suoli. Il combinato disposto di questi fattori ha provocato l’abbassamento delle acque dei laghi con un momento particolarmente critico agli inizi degli anni 2000. Crisi idrica: entro i prossimi 3 anni, la situazione dovrebbe tornare in equilibrio L’obiettivo, dunque, è di riportare il sistema in equilibrio entro i prossimi tre anni, partendo dal 2025, che è l’anno in cui dovrebbero avviarsi i lavori, e realizzare le 15 opere previste per un ammontare di 60 milioni di euro in un periodo di 36 mesi, perché “man mano che queste opere saranno realizzate la pressione diminuirà e quindi si verificherà una riduzione dei livelli”.

Le ricette sono in buona parte contestate dalle varie associazioni locali, che dichiarano:

“I laghi stanno morendo, prosciugati a ritmi sempre più elevati e l’attingimento tramite le decine di migliaia di pozzi continua, e nuovi pozzi sono previsti. Il piano di azione elaborato dalle associazioni prevede azioni a breve e medio termine. Quasi tutte le azioni sono a costo zero o a costi limitati rispetto alla gravità della situazione. Se il problema è l’eccessivo consumo di acqua e di suolo del territorio, le soluzioni devono per forza agire su questi due punti. Quindi le due linee principali di azione sono l’eliminazione delle nuove urbanizzazioni (Opzione Zero Cemento) e la riduzione del consumo idrico delle attività esistenti nel settore residenziale, agricolo e industriale artigianale”.

 

Acea Ato 2, per la riduzione delle perdite nelle reti di distribuzione dell’acqua, ha presentato progetti PNRR, che prevede scadenza: 1° trimestre 2026. Il progetto che interessa le nostre zone è il seguente:

“Per quando Reti idriche di distribuzione di alcune zone del sistema metropolitano di Roma e di alcuni comuni dei Castelli Romani.* Roma*asset management ed azioni di efficientamento nelle reti di distribuzione”. Parte finanziaria 99,94 Mln € Finanziamento totale di cui 50 Mln € fondi PNRR. I Territori interessati: “Comune – Roma, Comune – Fiumicino, Comune – Velletri, Comune – Frascati, Comune – Grottaferrata, Comune – Zagarolo, Comune – Ariccia, Comune – Rocca di Papa, Comune – San Cesareo, Comune – Rocca Priora, Comune – Monte Compatri, Comune – Monte Porzio Catone, Comune – Colonna, Comune – Nemi”.

Per rispondere alla domanda da dove arriva l’acqua che consumiamo, prendiamo ad esempio una parte del Comune di Lanuvio, che sarà interessata da un progetto Acea Ato 2 per la costruzione del nuovo  “Serbatoio Carlo Fontana”. In esso si legge: ”Realizzazione dell’impianto di potabilizzazione per una potenzialità massima pari a 45 l/s destinato al trattamento delle acque emunte da n. 4 pozzi esistenti denominati “Matteotti”, “S.Maria della Pace”, ”San Lorenzo 1” e “San Lorenzo 2”. La realizzazione di un collegamento all’Acquedotto Simbrivio. Realizzazione predisposizione per un futuro collegamento alla Sorgente Caratti verso il serbatoio in progetto”.

Secondo le proiezioni dell’ENEA entro il 2100 migliaia di chilometri quadrati di aree costiere italiane rischiano di essere sommerse dal mare, in assenza di interventi di mitigazione e adattamento. Entro la fine del secolo l’innalzamento del mare lungo le coste italiane è stimato tra 0,94 e 1,035 metri (modello cautelativo) e tra 1,31 metri e 1,45 metri (su base meno prudenziale). A questi valori bisogna aggiungere il cosiddetto storm surge, ossia la coesistenza di bassa pressione, onde e vento, variabile da zona a zona, che in particolari condizioni determina un aumento del livello del mare rispetto al litorale di circa 1 metro. Il fenomeno dell’innalzamento riguarda praticamente tutte le regioni italiane bagnate dal mare per un totale di 40 aree costiere a rischio inondazione: vasta area nord adriatica tra Trieste, Venezia e Ravenna; la foce del Pescara, del Sangro e del Tronto in Abruzzo; l’area di Lesina (Foggia) e di  Taranto in Puglia; La Spezia in Liguria, tratti della Versilia, Cecina, Follonica, Piombino, Marina di Campo sull’Isola d’Elba e le aree di Grosseto e di Albinia in Toscana; la piana Pontina, di Fondi e la foce del Tevere nel Lazio.

presidente Associazione Culturale Il Mondo delle Idee

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2 Commenti

  1. Nazareno
    Nazareno Gennaio 27, 15:53

    L’apporto di acqua dolce in mare è un processo fondamentale per la dinamica degli oceani e per la vita marina. Questa acqua proviene principalmente dai fiumi, dalle precipitazioni e dallo scioglimento dei ghiacciai.

    Come l’acqua dolce arriva in mare
    Fiumi: Sono la principale fonte di acqua dolce che sfocia negli oceani, trasportando con sé sedimenti e sostanze nutritive.
    Precipitazioni: Pioggia e neve che cadono direttamente negli oceani contribuiscono all’apporto di acqua dolce.
    Ghiacciai: Lo scioglimento dei ghiacciai, soprattutto quelli polari e montani, rilascia grandi quantità di acqua dolce negli oceani.
    L’importanza dell’apporto di acqua dolce
    L’apporto di acqua dolce ha un impatto significativo su diversi aspetti:

    Salinità: L’acqua dolce diluisce l’acqua salata degli oceani, influenzando la densità e la stratificazione delle masse d’acqua.
    Circolazione oceanica: Le differenze di salinità e temperatura tra le masse d’acqua influenzano la circolazione oceanica globale, che a sua volta regola il clima terrestre.
    Ecosistemi costieri: L’acqua dolce che sfocia nei mari crea zone di transizione, come gli estuari, ricche di biodiversità e importanti per la riproduzione di molte specie.
    Livello del mare: L’aumento dell’apporto di acqua dolce, ad esempio a causa dello scioglimento dei ghiacciai, contribuisce all’innalzamento del livello del mare.
    Fattori che influenzano l’apporto di acqua dolce
    Cambiamenti climatici: L’aumento delle temperature globali sta accelerando lo scioglimento dei ghiacciai e modificando i modelli di precipitazione, influenzando così l’apporto di acqua dolce negli oceani.
    Deforestazione: La deforestazione riduce la capacità del suolo di trattenere l’acqua, aumentando il deflusso superficiale e l’erosione del suolo, con conseguenti modifiche all’apporto di sedimenti e nutrienti nei fiumi.
    Utilizzo delle risorse idriche: L’utilizzo umano dell’acqua per l’agricoltura, l’industria e la vita quotidiana può ridurre la quantità di acqua dolce che raggiunge gli oceani.
    Conclusioni
    L’apporto di acqua dolce in mare è un processo complesso e dinamico, influenzato da numerosi fattori naturali e antropici. Comprendere questo processo è fondamentale per prevedere gli impatti dei cambiamenti climatici sugli oceani e sugli ecosistemi costieri, e per adottare misure di gestione sostenibile delle risorse idriche.

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  2. enrico
    enrico Gennaio 27, 12:28

    “…provoca un innalzamento del livello del mare.”
    Ma siete seri ? Ma chi scrive queste stupidaggini ?
    Il mare sale perchè ci vanno gli scarichi ?
    Avete una idea di quanto sia grande la quantità di acqua nei mari ?

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