MARANZA DE NOANTRI
Questi sono tempi duri, così duri che al primo impatto c’è l’inciampo inaspettato, la caduta rovinosa, il botto a perdere, e non è mica vero, che il maranza di turno, è residuato o new entry di immigrazione clandestina, di colorato residente, maranza è bianco sfavillante, è colorato candeggina profumata, fa parte del lato scuro della strada, della periferia scazzata e dimenticata, del gruppo dei pari che avanza come un plotone di esecuzione, mani in tasca e gambe larghe. Maranza è più sbrigativo relegarlo allo straniero smargiasso e prepotente, a quelli che hanno scoperto che con la violenza si possono ottenere benefit inaspettati, perfino raggiungere traguardi altrimenti inarrivabili, come il tuo sangue, colare sul tuo viso, soprattutto come il sangue degli altri, degli innocenti, di quelli che non c’entrano niente. Non sei maranza per il modo di vestire che pare un cazzotto in un occhio, per lo slang che usi, che non è tuo, te ne sei indebitamente appropriato senza averne cognizione. In questo tempo si parla assai di spranghe, di ferri, di coltelli, di pistole nelle mani di giovanissimi, maranza si dice, alti dicono tamarri in libera uscita, altri ancora ragazzotti con le spalle al muro dalle regole della strada, che non fanno sconti nè prigionieri. In gruppo i maranza ci danno di gomito, di nocche infrante, di lame di coltelli conficcate nelle carni. La strada, la piazza, il quartiere, le città, diventano jungla meglio conosciuta per mettersi in mostra, dove le regole sono scaracchi da sputare lontano, deserto e terreno interpretato come un campo minato, un campo di battaglia, dove la sfida mal sopporta le limitazioni, dove la scommessa non è disposta a rinunciare alla propria rivincita. Eccoli i maranza, sono sparpagliati intorno, sotto i cappucci, le sciarpe, occupano il marciapiede, il transito e non solo il passaggio, perché quello è considerato un privilegio. Un terribile caos creato ad arte i maranza, invece è quanto sdoganato dalle messaggistiche istantanee, anche ieri ci stavano e apparivano patetici, oggi ci sono con tutta l’irresponsabile follia, ci sono nei messaggi per lo più fraintesi, invece chiari e diretti come una coltellata. Mio caro maranza qui non si tratta di fare i ribelli inconcludenti, questo non è il palco di un teatro dove a tuo piacimento puoi scendere e ritornare a casa, non è il gioco della playstation, non è possibile resettare e tornare indietro. Farai bene a ricordare che in galera non ci sono eroi, soltanto uomini sconfitti.
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