COSTUME E SOCIETÀ
Collezionismo
Le schede telefoniche (terza parte)
Cari amici, come tutti sappiamo, fatta la legge si trova
linganno
La mente umana non ha confini. Infatti, anche le tessere telefoniche sono oggetto di
inganni da parte di venditori diciamo
poco corretti.
Documentarsi può voler dire evitare spiacevoli sorprese. In commercio esistono dei
cataloghi quali Come collezionare carte telefoniche, dove vengono trattate anche le
falsificazioni.
Scopo principale, dare informazioni utili in modo da condurre il collezionista per mano
per evitare, o quanto meno cercare di far diminuire, le possibilità di raggiri.
Il catalogo, oltre alle spiegazioni sui trucchi e le varianti delle falsificazioni,
consente di informare il collezionista su come leggere le schede e come conservarle. Sì,
anche il modo di conservarle. Infatti, le schede sono soggette a perdere il magnetismo se
vengono a contatto con fogli dello stesso materiale poiché i prodotti che le compongono
(la base di PVC e i coloranti) sono instabili e si creano interferenze tali da rovinare il
magnetismo delle stesse schede.
Per questo motivo, alcune società, di cui non faccio il nome per non fare loro
pubblicità, hanno brevettato dei nuovi fogli di cartoncini che isolano le schede tra di
loro. Tutte le schede devono avere la magnetizzazione in codice sulla banda; è possibile
rilevare tale banda tramite appositi lettori che sono regolarmente in commercio. Questi
aspetti sono importanti perché le schede che motivi vari dovessero perdere il loro
magnetismo, non avranno più alcun valore collezionistico.
Nella prima parte, quando abbiamo iniziato a parlare delle schede telefoniche e della loro
suddivisione in categorie, non abbiamo accennato al capitolo dove sono comprese tutte le
carte omaggio: private e private rese pubbliche.
Le stesse, avendo una tiratura bassa e una distribuzione certamente inferiore a quella
della categoria ordinaria, sono oggetto di ricerca da parte dei collezionisti. Quindi,
vale la pena spendere, prossimamente, quattro parole anche per loro. Ciao a tutti
Pino Palumbo
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