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anno VIII n. 9 - settembre 1999

  

 ARCHITETTURA

Col passo del viandante a Londra
Gli inglesi evidentemente perdonano presto

Ci si trova in uno spazio circolare, con le uscite per gli
aeromobili disposte a raggiera. È l’aeroporto di Gatwich, a una cinquantina di chilometri da Londra. Ha l’aria moderna di un vecchio film di fantascienza, dove il futuro era l’anno passato. Sì, è vero, c’è un utile trenino che passa spesso,Panorama di Londra dal Tower Bridge, si notano nel centro l’edificio dei Lloyds di Rogers e il baraccone opera dello studio Gmw Partnership - Foto di Dario Curatolo con il posto per le valigie, e già sei alla Victoria Station, più o meno nel cuore di Londra. Avrei preferito il piccolo aeroporto di Stanted, opera dello studio Foster Associates, prezioso esempio di professionalità, ben fatto, pulito, tecnologico, magari non armonioso, non commovente. Davvero commosso sono rimasto, invece, per le persone che tutti i giorni, per questioni di residenza o lavoro, devono sopportarsi i lavori dello studio Gmw Partnership, del quale anche un visitatore poco attento non potrà fare a meno di notare l’immensa mole del Minster Court (soprannominato Monster Court) ignobile colata pseudogotica adagiata sulla Mark Lane alla fine degli anni Ottanta,Lloyds of London Insurance Market and Offices, 1978-86, Richard Rogers Partnership - Foto di Dario Curatolo fumettone straripante guglie e puntigliosi tetti da far girare anche i giapponesi che percorrono la Tower Bridge. Si penserebbe che dopo ciò le autorità inglesi togliessero la possibilità di firmare progetti almeno per un decennio agli autori di così efferato crimine. No. Gli inglesi evidentemente perdonano presto e solo dopo pochi anni, nel 1993 al 54 di Lombard Street, i nostri su incarico della Barclays Property Holdings progettano e ahimè costruiscono un nuovo edificio, che se niente rievoca, stilisticamente, del precedente, certamente ha in comune la indicibile bruttezza Channel Four Headquarters, 1991-94, Richard Rogers Partnership, veduta dell’ingresso con la «tenda» di vetro - Foto di Dario Curatolosottolineata da orribili detta- gli del peggiore post-modern.
Fortunatamente, se gli occhi non si sono atrofizzati in una smorfia di dolore, vicino si può rimanere ancora incantati dall’edificio dei Lloyds, opera famosa dell’architetto Richard Rogers in collabora- zione, per le strutture, con Ove Arup & Partners.
Realizzato tra il 1978 e il 1986 è una eccezionale macchina futurista, in cui tubi, ascensori, pannelli metallici, costituiscono elementi vibran- ti di un organismo pulsante insediato sulla Lime Street, sorprendendo per l’ovvia, apparente incompatibilità con l’edificato circostante, eppure sintonizzato sulla stessa frequenza. Le dimensioni e il grado di visibilità non sono pensate per uno sguardo che inglobi immediatamente tutto il complesso e , quindi, ci si sposta velocemente, con i muscoli orbicolari che riprendono gioiosamente a funzionare, da un particolare all’altro, riuscendo a decifrare un sistema che non è massa plasmata da abili mani,Channel Four, particolare della pensilina dell’atrio e della passerella in vetro - Foto di Dario Curatolo ma piccoli frammenti appesi al tempo, lucenti anche nella poca solarità londinese.
La metropolitana londinese permette di arrivare con rapidità e relativa semplicità nei luoghi voluti. Mi siedo su sedili in tessuto tipo velluto, naturalmente non puliti, e penso che sia sciocco utilizza- re tali rivestimenti per un mezzo pubblico, con undici linee diverse e chilometri di metropolitana, la prima delle quali era già attiva nel 1863; un poco di esperienza ci dovrebbe essere. Scendo alla stazione St. James Park e mi dirigo verso Horseferry Road. Passo al confine di un bel giardino, all’inglese naturalmente, a un austero edificio primi del Novecento, credo, in cui risiede un collegio, nel quale immagino anziane direttrici anglosassoni e terrorizzati bambini, mi incuriosisco a guardare la famosa sagoma dei bus inglesi e, trovandomi ormai a Horseferry Road, vado a incontrare un’altra opera dell’autore dei Lloyds. È la sede dell’emittente televisiva Channel Four.Edifici sul Tamigi - Foto di Dario Curatolo L’edificio che si sviluppa sue due strade, ne ridisegna l’angolo con due corpi tra loro perpendicolari incernierati da un elemento di accesso fortemente caratteriz- zato da una «tenda» in vetro strutturale. In vero è l’espres- sione di una corrente forma di disegno architettonico che non lascia eccessivo spazio alla poesia. Certamente l’aspetto tecnologico e le possibilità strutturali moderne inducono al compiacimento della soluzione in sé, quasi fosse solo un oggetto di design.Giocattolo in vetro accanto alla Billingsgate Securities Market - Foto di Dario Curatolo Non posso essere particolarmente obiettivo, ho un debito di riconoscenza verso chi mi ha ridato l’uso della vista, offuscata da repellenti opulente scatole. Nel ritornare alla residenza non posso non notare come, tra baracconi di vetro che distolgono dalla comunque affascinante visione del Tamigi, esista una archi- tettura, che si estende verso l’immensa periferia, sommessa, anonima, nei tipici mattoncini rosso scuro, comunque di garbata eleganza, questa sì tipicamente inglese.
Dario Curatolo

 

  
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