VISTO DA
Libertà di stampa, esiste ancora?
Un diritto, come quello di cronaca, non si può imbrigliare o comprimere
di LUCA MARCANTONIO
Non risulta allo scrivente che sia stato abolito in tutto o in parte
lArt. 21 della Costituzione, precisamente al secondo comma, ovesso recita: «La
stampa non può essere sottoposta ad autorizzazioni o censure.» Tuttavia, le
decisioni adottate dalla Lega Calcio ad inizio campionato sembrano inesorabilmente cozzare
col disposto costituzionale e, di fatto, lo fanno, visto che la trasmissione in diretta
radiofonica di eventi sportivi (nella fattispecie, le partite) è stata vietata a chi non
si è aggiudicato i relativi diritti, ovviamente prezzolando per ottenerli. La cosa
risulta di difficile, se non impossibile comprensione, visto che un diritto, come quello
di cronaca, non credo si possa imbrigliare, comprimere o, peggio, cedere al miglior
offerente. Nessuna legge, regolamento, iniziativa o disposizione di sorta (tranne casi ben
precisi e stabiliti, assai lontani da questo) può andare contro quanto stabilito dalla
nostra Carta Costituzionale, che è tanto importante in quanto massima espressione di
garanzia per i diritti del cittadino. Sicché qualsiasi giurista dovrebbe perlomeno
stupirsi, e ogni cittadino indignarsi avverso la pretesa della Lega, la quale si è resa a
mio parere responsabile di un vero e proprio abuso di potere che non ha alcun fondamento
legale di essere. In sostanza, è stato venduto ciò che, da qualsiasi punto di vista si
guardi, è impossibile vendere. Il delirio di onnipotenza e larroganza dei
rappresentanti della Lega si sono veementemente riversati su chi a questo ricatto non è
voluto sottostare rifiutandosi, per difendere diritti sacrosanti, di pagare soldi sporchi
perché versati illegalmente, e di firmare stranissimi accordi che consentono (bontà
loro) di effettuare ben tre minuti di diretta radiofonica, concessi tanto per tener buoni
i lacchè.
Alcune società non hanno tenuto conto del capestro e hanno consentito ugualmente ai
giornalisti di lavorare onestamente, altre invece si ostinano a negare ai cronisti non
laccredito per accedere allo stadio, bensì il diritto sacrosanto e intangibile da
chicchessia di trasmettere la radiocronaca dellevento sportivo. Si tratta in
sostanza di una gravissima e intollerabile negazione di un diritto costituzionalmente
garantito che, se la società in cui viviamo può considerarsi ancora civile, non potrà
essere ancora a lungo avallata. Perché se nessun magistrato si adopererà per far cessare
lo stato di manifesta illegalità, si creerebbe un pericolosissimo precedente che
consentirà al prezzolante di turno di acquistare qualsiasi cosa, forse un giorno financo
il diritto di vita o di morte. Evidente provocazione, ma al momento di andare in rete la
situazione sembra non sbloccarsi in senso positivo.
Saremmo felici di essere smentiti in un secondo momento per riferirne ai lettori.
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