Notizie in... Controluce Notizie in... Controluce
 Versione digitale del mensile di cultura e attualità dei Castelli Romani e Prenestini

sei il visitatore n.

 

home | indice giornali | estratti | info | agenda | cont@tti | cerca nel sito | pubblicità

 

 

Anno IX numero 10 - ottobre 2000

 SATIRA E COSTUME

Il "Villaggiologo"
"...caro Paolo, non hai fatto film con più di tre asterischi e me ne dispiace perchè sei un genio"

di Francesco Barbone

Pregiatissimi signori e signore, vi ringrazio per essere intervenuti a questa conferenza e mi presento: sono un villaggiologo. Dicesi villaggiologo... sì...ehm... lo sapevo... mi ripeta la domanda... ah,sì: dicesi villaggiologo il sopravvissuto al mostruoso corso di laurea in villaggiologia, della durata di anni novantanove (e quanti se no?), con centoventisette torquemadici esami di sociologia, storia del teatro comico, psicologia, psicoanalisi, psicodramma, linguaggio, neologismo, auto-(Bianchina)-ironia, storia del costume (ovviamente sferruzzato a maglia), critica della società dei consumi, critica del modello burocratico, influenza della satira sul costume e sul potere:
società. Si è detto del libro Le mie prigioni di Silvio Pellico, che fece più male all’Austria di una battaglia perduta. Analogamente affermo che i libri di Fantozzi hanno fatto alle strutture burocratiche piramidali (nel cui seno boiardi, valvassori e valvassini esercitano il potere) più male di una rivoluzione. Dopo il successo di quei libri, i caporali dotati di un minimo di autocoscienza sono diventati più uomini e gli uomini, meno servili, cacasottieri e leccaculici (almeno lo spero!).
storia del costume. Dice un operaio al collega "Secondo te a Gianni Agnelli piace ciularsi le donne?" "Certo- risponde l’altro- altrimenti ce lo farebbe fare a noi".
Consciamente o no molti si chiedono: che farebbe Agnelli al mio posto? E si regolano di conseguenza, ovviamente su scala ridotta. Questo è il nocciolo della società dei consumi: creare un mercato trasferendo alle masse il modello Agnelli. Gianni viaggia in Riccomobile? Viaggio anche io, pur se in Bianchina. Agnellone va a cena fuori dal Pirata in Costa Azzurra? Io ci vado in Costa Poco, a Fognammare, da Giggetto lo Zozzone. Lui yachta? Io gommoneggio. Lui scia a Cortina? Io scio a Capracruda, in tenuta da alpino della grande guerra. Tale intuizione, nel capo (scarico) del Villaggio genera Fantozzi, il quale, cimentandosi nell’imitazione di Agnelli, paga un ridicolo noviziato e si infogna goffo in ridicole situazioni.
sociologia. Adocchia Agnelli l’attrice emergente? L’impiegato sbava per la mezza calza della scrivania accanto. Sublime signorina Silvani, i cui cloni riempiono gli uffici! Vale più la tua discutibile concreta carne della starlet di Play Boy in carta patinata. O beata "passabilis in terra racchiarum", scornacchiato oggetto del desiderio, promessa burina di trasgressione, sirena arrapatrice sulla fotocopiatrice!
psicoanalisi. Dopo Pirandello, Hitchcock e Fellini, la psicoanalisi fa spettacolo con Villaggio. Egli abita in via Freud (sosta vietata con rimozione). Gli psicanalisti, per indagare la personalità dei pazienti e le loro rimozioni, si servono anche della comicità, perchè un blocco inconscio impedisce di ridere per battute di un certo genere. Ad esempio, una persona che, senza averne coscienza, nutre dubbi sulla fedeltà del partner, non riderà alle barzellette sui cornuti. Ciò premesso affermo che l’Italia è piena di Fantozzi e signore Pine che dicono: "A me questo Villaggio non mi fa proprio ridere!". Ma nella personalità del nostro Paolo alberga un "cupio dissolvi", un complesso di inferiorità, una assoluta non accettazione del proprio fisico. Dice Woody Allen su questo tema: "Sono ricco e famoso, ho tutto dalla vita, ma vorrei tanto essere Paul Newman!". Dal detto complesso scaturisce l’invenzione di un Dorian Gray, ritratto in gessato siberiano: Fantozzi rag. Ugo. Da trafiggere con ironici spilloni woo-doo, da coinvolgere in catastrofiche e crudeli situazioni tragicomiche, senza la benchè minima speranza di miglioramento; il tutto per esorcizzare la porzione "Mister Hyde" della propria personalità. Io sono convinto che se un commendatùr con un fisico come quello di Villaggio (misure 60-90-60 e diete allucinanti per passare almeno da fusiforme a cilindrico) punta una procace attricetta e riesce kashoggianamente ad accaparrarsene i favori, uscirà dall’esperienza da vincente, "poichè tutto ha un prezzo, basta poterselo permettere". Il nostro, in situazione analoga invece penserà: "Non cerca me, cerca una particina. Paul Newman potrebbe darle entrambe le cose!" E giù tortorate a Gray rag. Dorian. Ma servirà a placar l’interno affanno? Certo, gli è servito a diventare ricco e famoso, consegnando allo spettacolo italiano la maschera di un moderno monssù Travet, castigando nella risata i mores, spingendo gli italiani più ricettivi a sbirciare nell’abisso del proprio io e a considerare criticamente i propri comportamenti.
linguaggio. Per valutare un pittore i critici indagano se abbia o no una "tavolozza", ossia una personale combinazione di colori.. Gli scrittori devono avere un "linguaggio". Dario Fo ha avuto il Nobel per la letteratura? Sublime mimo, geniale praticante del gramlot, scrittore noioso e schierato (cosa pensa di Beria e Siberia e dei giullari alla corte di Stalin?). Egli ha però fatto esultare il popolo dei cazzari e aspiranti spiritosi, tranne Villaggio: Lo script di Paolo è effettivamente superiore e merita un Nobel di consolazione, direi un pacchetto di prosperi o di dinamite, ovviamente marca Nobel, per aver ficcato in bocca a milioni di italiani prefissi greci che sarebbero rimasti ignorati senza il suo intervento. Non mi piace il suffisso "vendolo" applicato ad un artista, anche se pure Virgilio, Ariosto e Michelangelo hanno incensato lo sponsor. Fo è un vendolo, ma non ha girato films con le larve di Olmi e di Fellini per impreziosire il pedigree e riscattare il cazzaraggio. Caro Paolo, non hai fatto film con più di tre asterischi e me ne dispiace perchè sei un genio. Ma non si può rattoppare Fantozzi con Fellini; per dimostrare di essere completi nel tuo ramo (risate e lacrime) bisogna fare "Luci della città" (Chaplin muto), o "La vita è bella" (quel birbante di Benigni ha fregato te, Troisi e Verdone).
Ma è giunto ormai il momento di salutarci, e pertanto rivolgiamo al caro oggetto dei nostri studi il più fervido degli auguri: quello di non costringerci a fare spese alla boutique "Salomè pietosa". Dicesi Salomè pietosa la falsa armena-vera càlabra, ove vendonsi "sette veli pietosi al prezzo di quattro"...da stendere talvolta sulle esibizioni dei propri idoli.

Pentalogo del coatto

1 - Fa che la tua moto sia truccata più della tua ragazza.
2 - Sii ecologico! La corteccia degli alberi è preziosa, non scriverci sopra: usa i monumenti.
3 - Per un regalo, ringrazia così. "Non dovevate masturbarvi per me!".
4 - Se la tua squinzia ti si struscia, concediti: ha voglia di caccole !
5 - Stai sempre ritto ed esprimiti o con ratto rutto o con retto rotto.


Per l'intero numero in formato pdf clicca su: Versione PDF
Se non disponi di Acrobat Reader, puoi scaricarlo da: