"adesso
08"
18 novembre 2000
delle destrezze tue
per quelle stesse cose
choramai fa lui
dinutile presenza diventa la tua
che daltro ruolo non sai capir passaggi
e fermi tutto
e freni
e sparli
che daffogar ti senti futuro
antonio
Stillicidio
Spiove. Tuttavia non cè più niente che cada.
Lacqua è una guaina tra le cose
unite da lentissimi fili
e ogni goccia veste un ago di luce. Sembra
che non esista più una terra emersa,
cè una stasi che non ha
mai posa.
Aspetto che le forbici del sole
dividano queste sciocchezze dallo scuro
che aumenta
perché io mi renda appena presentabile
e nel poco che varia ti ripeta
che continuo a non dimenticarti.
Costantino Belmonte
(da Polittico dellestate)
Alla stazione
Partono le persone come sempre,
quasi avessero degli appuntamenti.
Partono con modi rassegnati e
nelle loro vite insipide inutile
diventa il sudare in terra.
Partiamo tutti?
Anche questo treno è partito!
Vedo aeroplani in cielo e
tra le nuvole un gabbiano con
il cuore tra le ali.
Mario Ceccani
"Notizie
dalla Bosnia" VIII
Marta, Nimo, e le tombe
I verdi prati e gli occhi dei bambini
bellissimi, le smorfie e le ditine
nel naso, gli alberi alti, le anime,
luna, poi laltra, dietro al guiderdone
dun bacio; le case basse, le case
alte sopra giardini e traffici
di calze, il vecchio e il suo bicchiere a dose
di paese intavolato, e tu ne odi
di voci dalle soglie cicalare,
e ne vedi di visi intenti a cercare
fra le mani il destino delle ere
ferme a questa, scrutare ai polsi le ore
che si appropinquano allappuntamento.
Bello il pino antico del vecchio Nimo,
quando campane chiudevano il conto
del giorno, leggere. Cose che amano.
E bella Marta, col suo seno candido
di grazia ricolmo, la grinta debano
e il palpito del cuore che seffonde,
ora che il pensiero di lei si liba
un attimo. Vero bambini, vero
che il pensiero si nutre di trastulli?
Piccole care creature nel nero
fumo delle guerre, grigio dei crolli
dei palazzi in cui stavate. Piccole
creature, piccole, impotenti a fronte
di una guerra che ci umilia. Se tocco
le mani vostre vafferra la mente
e il braccio. Tremo a lasciarvi inermi
come Marta in una fossa di bombe;
abbandonarvi come i bimbi ai corvi,
Nimo nella polvere, storte gambe
in ecatombe. Lamore e lamore.
Perché vè solo amore in questo mondo
damore e amore. Ma cresciute avare
voglie di uomini che vanno a fondo,
ci confondiamo tutti da millenni.
Non sappiamo liberarci piú delle
catene in noi. Ci confondiamo indenni
e uccisi
ci confondiamo. Molle
cade la sera e vengono le stelle
a visitare noi, per ricordare
a noi di dimenticare le balle
di cui ci andiamo sincerando. Sere
tristi le molte senza stelle doggi:
tristi. Stanotte cadono le bombe
su Zagabria, dagli occhi anche i raggi
sascondono, e Marta e Nimo, e le tombe.
Nicola DUgo
Su commissione.
Una poesia per te
Alle tue onde
schiarite dal sole
dove si riflettono
gli occhi fissi.
Ai tuoi gesti
mossi da un uragano
dove si genuflettono
le bocche amare.
Si può solo guardare.
A chi mai questa pietra
smeraldo può apparire smorta?
Su commissione creerò
giganti per proteggerti
quando i nostri visi chissà
non si parleranno più
Una poesia per te
quante volte l hai immaginata?
Per quanto si possa
conoscere le tue mani
non si saprà mai
leggerle nelle rientranze.
Di certo non badi alla velocità
apprezzi la tua macchina
e i suoi rumori
Allora delle tue paure
non rimangono che rari incubi
sparsi qua e là
da un vecchio contadino
Così sicura prendi per mano
la vita che non aspetta ma
puntuale, fa partire i suoi treni.
Mauro Leva
Un Riccio
Piove piove, a goccia a goccia,
si scioglie il corpo spinoso
di un frutto autunnale,
caduto per stanchezza sulla terra,
e su di lei lascia la scia
del suo sangue viola,
è il nero tannino e la pioggia dellaurora.
Manuela Olivieri
Desiderio
Indecifrabile sensazione,
umore, dentro,
quasi tormento.
Poi desiderio,
voler realizzare.
Cosa? Quando? Come?
Progetto,
laborioso ingegno muove,
a trovar modo,
risolvere ostacoli, problemi.
Scalo montagne.
E mi trovai a scalar montagna,
saltare buche,
evitar le roccie.
Per ogni passo guadagnato,
affissi un nuovo chiodo,
sulla parete verticale,
della realizzazione.
Poi, in cima,
svettai vittoriosa,
ma nuovo successo chiedeva già,
di riscender a valle,
e da princìpio riscalar,
più ardua ed ambita vetta.
E di nuovo sensazione,
strana, amara agonìa,
mi ritrovai di sotto a valle,
incosciente desser lì,
per riscalar nuovo, ambito successo.
Ed ogni volta così,
faticosamente salire e scendere,
per meglio progettar,
appoggiandosi sui chiodi,
precedentemente affissi,
e arrivar più su,
ogni volta.
Or anima mia,
non tormentarti di sensazione,
che riscender a valle occorre,
per tornar lassù, più su.
Emanuela Pancotti
Disperato trip
Mi sembra daver viaggiato a lungo,
attraverso le maree
credendo di vedere lidi ospitali.
Adesso stanca
veleggio naufraga,
non ho più voglia di meta
e quando la trovo
rifuggo.
Micaela Rizzo
Davanti
Davanti
sono uno scaffale
aperto
in alto
libri eruditi
e per il resto fragile cristalleria.
Ma dove messo con le spalle al muro
cè una fessura
di polvere e rifiuti
e la comune noncuranza
dietro la facciata
a guardarsi.
Biagio Salmeri
Piccolo
In un momento perso nei pensieri,
è comparso un batuffolo di peli;
il manto bianco, un po sporco davana,
orecchie corte a punta, muso fino,
dentini bianchi, aguzzi, e sguardo vispo.
Lo chiamo e savvicina timoroso
ma appena lo accarezzo si scatena:
corre, zompetta, nuota in mezzo al verde,
sbuca dal1erba, slitta e piroetta;
ritorna e si distende zampe allaria,
lo gratto lo trastullo, mi diverto,
poi salza mi sorride e scappa via;
per un momento ho visto lallegria.
Riccardo Simonetti