Sommario
anno X numero 3 - marzo 2001
ANTROPOLOGIA - pag. -
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Sciamanismo: come diventare un guerriero impeccabile
Si vive solo due volte, con le streghe del Nagual - Alcuni esercizi per
labdicazione dellIo
di Mario Giannitrapani
La ricerca sullo Sciamanismo a suo tempo svolta da Eliade (Mediterranee Ed.),
rimane un testo intramontabile nella Storia delle Religioni e non solo; collocato fra
le tecniche primordiali dellestasi, il fenomeno sciamanico permette di intendere
alcune delle prime forme delle manifestazioni del sacro. Sebbene lindagine sia stata
condotta su di un vasto materiale etnografico relativo a tribù e popoli primitivi
attuali, si è recentemente visto come spesso alcuni aspetti dello sciamanesimo si possano
riscontrare anche attraverso fonti archeologiche molto antiche.
Raffigurazioni di ibridi antropo-zoomorfi, esseri piumati, figure con attributi
particolari, specialmente quelle provenienti dai contesti di natura rituale o cultuale
come le grotte, rivelano in talune comunità paleo-neolitiche il possesso di un apparato
simbolico e cerimoniale molto particolare.
Ad esempio lo smembramento del corpo, nota come una delle varie prove di iniziazione
sciamanica, la si ritrova curiosamente raffigurata in ceramiche e pitture di età
neolitica ove appunto alcuni esseri antropomorfi sono stati intenzionalmente rappresentati
in quella particolare forma, privi del capo o inspiegabilmente dissociati nelle parti
anatomiche.
Il simbolismo ornitologico è presente poi in molte iconografie paleolitiche; il ruolo
preminente del cavallo in alcune culture Altai può esser messo in relazione alla presenza
della testa equina raffigurata su alcuni dei più celebri "bastoni di potere"
deposti come corredo, accanto a sepolture del paleolitico superiore.
Così anche tutte le complesse forme di reclutamento, di malattie e sogni iniziatici, di
ascensioni celesti, descritti e raccolti tra i Tungusi, i Buriati, gli Altaici, gli
Yakuti, i Lapponi e molti altri popoli primitivi dimenticati dalloccidente, possono
divenire dei costanti punti di riferimento per tentare di capire meglio anche molte
scoperte di archeologia preistorica che oggi ancor con molta difficoltà si tenta di
interpretare.
Ma tra le forme di letteratura più moderna che hanno reso celebre lo sciamanesimo (della
scomparsa razza tolteca) non possiamo certo dimenticare il celebre Castaneda e le sue
avvincenti esperienze vissute con il brujo (stregone-guaritore) indio-yaqui don
Juan (separatosi dal mondo bruciando dallinterno) insieme alle streghe del Nagual.
Linsegnamento di Castaneda è stato ritenuto da alcuni un falso proprio per la sua
apparente semplicità, ma del resto è proprio questultima caratteristica che sembra
renderlo particolarmente difficile a chi appunto è incapace di espandere i propri
limiti della percezione (Florinda Donner).
Due libri (Ed. Stampa Alternativa - Eretica) che raccolgono interviste a Castaneda
ed alle sue streghe (brujas), compagne di apprendistato (Florinda, Taysha, Carol),
costituiscono una vera summa di tutti gli insegnamenti presenti nei suoi romanzi.
In Si vive solo due volte ci viene subito spiegato cosa vuol dire essere uno
stregone: "è avere energia, curiosità, e fegato per lasciare le cose, per fare
salti mortali nellincognito". Si tratta di cominciare a ridefinirsi, ossia
del "vederci come esseri che devono morire".
Si viene edotti poi sui vari criteri per essere morto, ossia "quando ti
sarà indifferente essere solo o in compagnia"; ma cosè poi esattamente
questo Nagual? In parte definito come lintento (lo Spirito,
lAquila), è una "non-entità, una cosa attenta, antica, distaccata,
infinitamente meno compromessa con il Sé", ci dice Castaneda.
Per scoprire il Nagual ci sono varie tecniche: le arti del sognare sistematico (controllo
del movimento del punto dunione), dellagguato, del non-fare, della
ricapitolazione (raccoglimento di tutta lenergia dispersa in interazioni con persone
durante larco della propria vita), della sospensione del giudicare (non aver più
pregiudizi) e del dialogo interno (quello che giustifica sempre se stesso). Tramite
poi alcuni accorgimenti quali il camminare allindietro con laiuto di uno
specchio oppure il calzare le scarpe al contrario, si può acquisire consapevolezza di
ciò che sono le abitudini da distruggere cui siamo assuefatti e ci impediscono di
percepire attivamente la magia delluniverso. Anche lesempio del dialogo di
Castaneda col coyote permette di comprendere che in quel particolare stato magico di
coscienza tutte le cose possono parlarci, soprattutto se iniziassimo a credere di non
essere più le uniche creature intelligenti.
Il rispetto e la comprensione della natura convince del resto don Juan a ritenere cosa
certa che se non ci scusiamo (perfino) con le piante per averle raccolte, molto
probabilmente ci ammaleremo o avremo un incidente.
Diceva il brujo yaqui che non esiste più una reale intuizione, poiché intuiamo
sempre solo col cervello; egli riteneva lutero delle donne non tanto una semplice
cavità anatomica quanto un vero e proprio organo di luce, dellessere, e soprattutto
un organo di intuizione di cui gli uomini sono, purtroppo loro malgrado,
sprovvisti.
La vecchiaia poi, ci viene spiegato tra le righe, "consiste nellesser
rimasti bloccati entro il circolo delle abitudini".
Lidea del recupero è fondamentale poiché è "ciò che richiede, più che
il conoscere o il praticare qualche tecnica, una profonda trasformazione individuale";
fondamentalmente Florinda Donner fa notare che nulla può cambiare finché noi stessi non
siamo disposti a cambiare, iniziando a lasciarci alle spalle tutto ciò che è umano.
Ma non bisogna dimenticare che solo una volontà inflessibile può aprire le porte
dellinfinito; senza però eliminare lorgoglio personale, mostro dalle
tremila teste, ahinoi, non si va da nessuna parte. Insomma "non ci si offende
se una tigre attacca, ci si sposta e la si lascia passare", in attesa di
penetrare nella fessura fra i due mondi.
Ma quando si verificherebbe questapertura? Proprio quando il dialogo interno
sinterrompe. Ma per oltrepassare quello che la società ci ha imposto, dobbiamo
muovere o spostare il luogo, rimasto bloccato, del nostro punto dunione (90 cm ca
sotto le scapole!... ossia ciò che ci fa vedere la realtà come è, ciò che rende tali e
diversi da noi gli alberi e gli animali) onde sviluppare consapevolezza. È questa la
direzione di una lunga preparazione per trovarsi un giorno faccia a faccia con
linfinito (che è sublime ma senza pietà).
Fa poi notare Taisha Abelar che il cacciatore è uno che segue larte della
discrezione, privo di ego, di strutture, non ha richieste né desideri. Don Juan sosteneva
infatti che "se sei privo di ego non cè nulla di cui aver paura, perché
tutte le paure, le delusioni o altro derivano da esso". Dimenticavamo, per
intraprendere questa via è raccomandato il ... celibato, almeno per la maggior parte di
noi, e non certo per ragioni morali ma perché non possediamo più sufficiente energia per
la seconda attenzione, che sprechiamo inutilmente nelle interminabili vicissitudini
della vita quotidiana.
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