Sommario
anno X numero 5 - maggio 2001
ARTE - pag. 14
Il sortilegio delle statue di Rodin
di Luca Ceccarelli
Rodin - L'uomo che cade
La scultura è unarte spesso negletta dal grande pubblico, a meno
che non si tratti delle statue greche e romane, o dei classici capolavori di un
Michelangelo, o di un Canova. Tra gli artisti della modernità, uno che ha saputo fondere
come pochi altri cultura e slancio vitale è Auguste Rodin (1840-1917). A Rodin
lAccademia di Francia di Villa Medici a Roma ha voluto dedicare unimponente
mostra, in cui si possono vedere le statue del grande scultore presso cui il grande Rainer
Maria Rilke esercitò per un certo periodo lattività di segretario personale, al
fine di dare maggiore rappresentatività figurativa alla propria poetica.
La varietà dei temi su cui verte lopera rodiniana è amplissima: ritratti di
personaggi storici, rappresentazioni ispirate alla letteratura, soggetti mitologici della
più varia e libera invenzione. In linea con limpostazione della pittura e della
scultura novecentesca, Rodin considerava opera inoltre compiute anche statue che saremmo
portati a giudicare manifestamente incomplete. Questo è un possibile retaggio, del resto,
di una certa vena presente in Michelangelo, che lartista ammirava profondamente,
come testimoniano i disegni con le riproduzioni delle tombe medicee di Firenze. Ebbene, si
ricordi la Pietà rondanini, il tanto decantato "non finito michelangiolesco", e
si guardino marmi come Zefiro e Psiche, o Paolo e Francesca tra le nuvole: il
riferimento è probabile.
Ma proprio sulla materia scultorea il discorso si fa interessante: Rodin infatti
considerava materia scultorea principe il bronzo, o in subordine il marmo, e meno pregiata
la terracotta, più soggetta ad usura e meno rispondente a determinati valori di
luminosità. Se non che, tali materiali sono i più costosi. Pertanto, di solito lo
scultore realizzava prima la sua creazione in terracotta, e in un secondo momento ne
faceva un calco in gesso, e se possibile in marmo. Nel corso della sua vita Rodin ha fatto
fondere solo pochissime opere in bronzo (a Villa Medici abbiamo una testa del papa
Benedetto XV dal volto intensissimo, e unEva ruvida e patita, quasi masaccesca).
Rodin - L'età del bronzo
Ma dopo la sua morte, per sua espressa volontà, aveva lasciato scritto
che le sue statue si fondessero quando possibile in bronzo. E così nel corso del
Novecento, secondo la sua espressa volontà, gessi bianchi e letargici si sono per incanto
animati, rivestiti di barbagli di luce. Fonditori scrupolosi hanno svegliato dal suo sonno
il corpo nudo della Voce interiore della Meditazione, la testa monumentale dello scrittore
Balzac, con le labbra piegate in un ghigno strafottente per i troppi disinganni della
Commedia umana (suo poderoso affresco della Francia del tempo) la Gran madre Cibele, dal
corpo possente e priva di testa, perché la testa è quella che ciascuno di noi vuole
darle, Paolo e Francesca, luno allaltra attaccati anche nelluragano
infernale ...
Ci sono certamente scultori più grandi di Auguste Rodin, ma nessuno, come lui, capace di
creare statue capaci di prendere vita anche dopo la morte del proprio creatore.
Da non dimenticare, la sezione dedicata allantichità, proveniente dal Museo Auguste
Rodin di Parigi, con numerosi reperti di epoca antica, che lartista collezionava. La
mostra prosegue fino al 9 luglio, tutti i giorni tranne il martedì, ed è
unoccasione per visitare anche gli splendidi giardini di Villa Medici.
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