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Sommario anno X numero 11 - novembre 2001

 INTERNET- pag. 11

La comunicazione sincrona: le chat (prima parte)

di Antonio Pisicchio

Una delle particolarità di Internet è la possibilità di comunicare in tempo reale. La volta scorsa è stata analizzata la posta elettronica come uno dei mezzi possibili in Rete per l’invio di informazioni di vario genere. Uno degli altri aspetti affascinante del Web è lo scambio in tempo reale fra mittente e destinatario. Questo tipo di comunicazione è detta “comunicazione sincrona” ed è simile a quella telefonica classica, con la differenza che non esiste il binomio distanza-costo in quanto entrambi gli interlocutori, nonostante siano localizzati fisicamente in luoghi diversi, possono comunicare come in una chiamata urbana. Altro valore aggiunto in questo genere di comunicazioni è una maggiore diversità delle informazioni che arricchisce il dialogo. Si parla così di
chat testuali e audio/video conferenze. Nelle prime i membri della comunità comunicano in un apposito ambiente dedicato allo scambio di messaggi in tempo reale, attraverso la scrittura digitale. Questi spazi possono essere pubblici o privati in base alle singole scelte dell’utente. Il secondo tipo di comunicazione permette uno scambio diretto video e audio. Entrambi i sistemi usano un software e un hardware studiati appositamente per tale scopo. 
I chat testuali sono tra i primi sistemi ideati in rete per la comunicazione diretta tra i navigatori. Il più diffuso è l’Internet Relay Chat o anche detto IRC. In tali ambienti avvengono scambi di informazioni mediante l’uso della tastiera. Questo genere di comunicazione spesso è di tipo ricreativo, non ha scopi commerciali e in molti casi è avvolto dal fascino della recitazione, del travestimento, fino all’identificazione estrema –per fortuna poche volte- dell’utente con il suo personaggio. Queste caratteristiche sono dettate da due fattori principali: innanzitutto l’anonimato, da cui ne segue che gli altri utenti sono tutti potenziali sconosciuti; in secondo luogo l’impossibilità di uno scambio visivo che da una parte impedisce di definire i contorni fisici dell’interlocutore, mentre dall’altra stimola la fantasia spingendo la mente a creare una figura alternativa, immancabilmente deludente rispetto a quella reale. Infatti, l’immaginazione tenta in questi casi di costruire figure che appaghino le proprie esigenze, uomo o donna che sia. È importante notare che contrariamente a un incontro in un luogo pubblico reale, dove la percezione visiva è la prima ad essere colpita, nel chat la comunicazione è immediatamente di secondo livello.
È stato costatato come una buona parte dei dialoghi virtuali siano di tipo intellettivo-conoscitivo.  In questi casi, nei soggetti in questione nasce l’esigenza umana e primordiale di una materializzazione dell’interlocutore. Una necessità che può essere più o meno marcata in base ai singoli soggetti. Accade quindi che ogni individuo prova ad immaginare il suo cyber-amico. In questo meccanismo la mente cerca di soddisfare quelli che sono i principali gusti del soggetto. Un procedimento che funziona fin quando l’incontro non passa dal livello virtuale a quello reale. A dir la verità, sono pochi gli incontri reali ma questi hanno spesso portato a deludere i due navigatori per lo meno al primo impatto. 
Affianco all’aspetto ludico, esiste anche una funzione pratica, utile in quei contesti lavorativi in cui è necessario uno scambio informativo tra gruppi di lavoro dislocati in aree geografiche diverse potendo così condividere strumenti utili per riunioni di lavoro e meeting accademici.
Un altro aspetto da evidenziare è il fatto che il chat è uno dei pochi mezzi di comunicazione che annulla le diversità sociali, culturali, di sesso e di età. Tutti risultano uguali.
Ma come funziona un IRC? Il sistema si basa sulla presenza di un server che viene usato come ripetitore di messaggi che si scambiano gli utenti in Rete. Ogni server può ospitare più canali o stanze dove sono presenti contemporaneamente decine e decine di navigatori. Ognuno di questi è poi registrato all’interno del server che ne mantiene le tracce. Quando l’utente scrive un messaggio, questo viene indirizzato al mittente o ai mittenti in tempo reale. Per accedere a un chat è necessario avere degli appositi software client spesso scaricabili gratuitamente dalla rete oppure offerti dal provider di connessione e dai maggiori portali.
 In alcuni casi i chat sono delle vere e proprie affiliazioni di server e sono spesso nella medesima area geografica. Si parla in tal caso di “talk city”.
Tra i maggiori talk city diffusi nella rete, ricordiamo Microsoft Chat, Internet Tele Cafe e il più diffuso e facile da usare mIRC sviluppato da Khaled Mardam-Bey. Le funzioni basi che spesso si trovano nel chat, sono qui rese semplici e di immediata intuizione. Il software si può scaricare liberamente dal sito http://www.mirk.co.uk.
Ogni volta che si accede in un chat è richiesto un “nickname”. Questo è l’elemento che identifica l’utente nella stanza. In mIRC esistono vari canali (ogni stanza contiene a sua volta decine di utenti tanto che a volte l’intero sistema ospita oltre 60.000 persone) alcuni pubblici, altri privati, altri ancora ad accesso limitato con password e alcuni segreti, non visibili a tutti gli utenti.
Nella maggior parte dei casi i canali sono tematici –anche se questo non è sempre vero- e sono comprensibili dal nome. Ad esempio sul canale #Italia si trovano più facilmente persone italiane, anche se la lingua più diffusa in chat è l’inglese (un inglese non convenzionale, fatto di notevoli abbreviazioni e simboli). Non è detto che ogni utente debba entrare esclusivamente in canali esistenti.
Una funzione detta “Add” permette la creazione di nuove stanze in cui si possono invitare gli amici. Nel canale appariranno sia i partecipanti sia i messaggi pubblici che si scambiano, nonché chi entra e chi esce dalla stanza. Ogni frase scritta, inoltre, viene anticipata dal nickname per poter identificare il mittente del messaggio. Nel caso si voglia effettuare una conversazione privata, i due utenti useranno una box (maschera) in cui compariranno solo i loro nomi e le loro frasi.
È necessario ricordare però che in una conversazione via chat è facile incappare in malintesi. È bene pertanto ricordare il galateo e ridurre al minimo le ambiguità linguistiche.
In mIRC, inoltre, si può entrare in più stanze contemporaneamente e attivare numerose conversazioni private o pubbliche parallele, nonché scambiare file di vario genere tra gli utenti. In questo modo il divertimento è assicurato ma attenzione a non far attendere troppo gli interlocutori che annoiati potrebbero abbandonare la “chiacchierata”.
Lo scambio dei file è stato uno dei traguardi tanto sperati e felicemente raggiunti dai programmatori di tutto il mondo. Oggi si possono scambiare con tempi accettabili –suscettibili comunque di forte variazioni in base alla linea di connessione degli utenti- immagini, file binari, piccoli brani musicali. Tutto questo è possibile grazie al sistema, messo a disposizione dal software in questione, detto DCC (Direct Client to Client) che permette lo scambio immediato di dati tra i due client aggirando il server IRC. DCC permette la creazione anche di stanze protette da password e consente di creare canali per conferenze telematiche con scambi di grafici a costi ridotti.
Insomma mIRC permette veramente una comunicazione virtuale interessante e poliedrica, anche se la prossima frontiera è quella dello scambio audio e video. In tal caso l’utente dovrà possedere un software diverso e dell’hardware aggiuntivo.
Il fenomeno per la verità è già in espansione negli Usa ed è stato fortemente accelerato dagli ultimi attacchi terroristici, in quanto tale sistema permette di evitare gli spostamenti dei dirigenti da una zona all’altra degli Stati Uniti.


Sommario anno X numero 11 - ottobre 2001