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Sommario anno X numero 11 - novembre 2001

 STORIA - pag. 13

Il Sovrano Imperiale Ordine Militare della Corona di Ferro del Regno Italico    (seconda parte)

di Isidoro Palumbo

Il 16 aprile 1806 si riunirono alla Malmaison Napoleone ed i Ministri del Regno d’Italia Antonio Aldini e Ferdinando Marescalchi per formare il primo elenco dei militari e civili italiani da decorare. Non poche furono le pressioni da parte degli aspiranti alla nuova decorazione, specialmente nel ruolo di Commendatore, tanto che Napoleone dovette opporsi a queste troppo numerose richieste, dicendo che non sarebbe bastato l’oro a disposizione per coniare tutte le medaglie da Commendatore.
Quindi, con decreto dello stesso 16 aprile 1806, furono creati i primi 4 Dignitari italiani: Giuseppe Luosi, Containi, Paradisi e Moscati; Gran Cancelliere dell’Ordine venne nominato il Conte Ferdinando Marescalchi, Ministro degli Esteri del Regno d’Italia; Tesoriere fu il Conte Antonio Aldini, Ministro Segretario di Stato del Regno d’Italia. Segretario degli Ordini di S.A.I. Eugène de Beauharnais, Viceré d’Italia, fu il Cavalier Mejan; Maestro delle Cerimonie il Marchese Giuseppe Massimiliano Stampa di Soncino, Grande di Spagna; Grande Elemosiniere il Conte Codronchi, Arcivescovo di Ravenna, nominato nell’occasione Gran Dignitario dell’Ordine. È interessante notare che nel celebre quadro di David rappresentante l’incoronazione di Napoleone a Imperatore il 2 Dicembre 1804 a Notre Dame de Paris, si riconosce chiaramente il futuro Gran Cancelliere della Corona di Ferro, Conte Marescalchi, Ministro degli Esteri e Ambasciatore della Repubblica Italiana a Parigi; è ritratto fra il Conte Cobenzl, Ambasciatore dell’Impero Austriaco, e il Duca di Gravina, Ambasciatore di Spagna. Secondo l’antico cerimoniale di Corte, ripreso nuovamente dall’Impero, questi ambasciatori si trovano alle spalle del Pontefice, a sinistra guardando. Il 15 maggio 1806, giorno dell’Ascensione, con sacra cerimonia nella Basilica di S. Ambrogio a Milano, ricevettero solennemente la decorazione dalle mani di Sua Altezza Imperiale il Principe Eugenio di Francia, Viceré d’Italia, Principe di Venezia, Granduca di Francoforte, Arcicancelliere dell’Impero Francese, 17 Commendatori e 94 Cavalieri, fra i quali il Generale Conte Achille Fontanelli, futuro Ministro della Guerra, ed il Generale Marchese Teodoro Lechi, Comandante della Guardia Reale Italiana. Fra gli scienziati ricordiamo Alessandro Volta, e fra i letterati il Duca Pompeo Litta Visconti Arese, noto storico milanese e genealogista insigne. Fra coloro che, convocati, non si presentarono, seppur insigniti, a ricevere la decorazione, ci fu il Principe del Sacro Romano Impero Alberico Barbiano di Belgioioso d’Este, che addusse motivi di salute, ma che era Cavaliere del Toson d’Oro asburgico e comandante le Regie Guardie del Corpo Tedesche dell’Arciduca Ferdinando d’Austria; cosa che non gli impedì, alla fine dell’Impero, di avviare la pratica per l’ottenimento del Titolo di Duca del regno, che non ottenne però a tempo prima della caduta di Napoleone.
L’uso di armare i Cavalieri in S. Ambrogio era antichissimo a Milano, e venne ancora seguito nel 1200 dai Della Torre, Vicari Imperiali per Rodolfo I d’Asburgo, che vi armarono 2 cavalieri, e poi dai Visconti, dagli Sforza e da tutti i Duchi di Milano. Venne richiamato in vigore proprio dal governo napoleonico, il quale tendeva, ogni volta che poteva, a risuscitare le antiche usanze che avessero una connotazione storica.
Seguirono le cerimonie di nomina in altre città d’Italia, fra le quali fu particolarmente fastosa quella del 26 ottobre 1806 a Bologna.
In tutte queste prime nomine, nonostante le forti pressioni che da ogni parte provenivano, Napoleone cercò sempre di attribuire al conferimento delle decorazioni un significato altamente onorifico per l’Italia, premiando anzitutto quelli, fra i militari italiani e francesi, che più lo avevano aiutato nella formazione del Regno d’Italia durante le guerre contro l’Austria, dalle celebri campagne d’Italia del 1796-97 alla battaglia di Marengo del 1800.
In Francia vennero decorati il Maresciallo dell’Impero Andrè Massena (Gran Dignitario), Principe di Essling e Duca di Rivoli; il Maresciallo Lannes, Duca di Montebello e Principe di Siévers; il Gran Maresciallo di Palazzo, Generale Henri-Gatien Bertrand; il Maresciallo Michel Ney, Principe della Moscova e Duca di Elchingen; e poi ancora i Marescialli dell’Impero Bessiéres, Duca d’Istria (Commendatore); Victor, Duca di Belluno; Oudinot, Conte dell’Impero e Duca di Reggio; Augereau, Duca di Castiglione (Gran Dignitario); Louis-Gabriel Suchet, Conte dell’Impero e Duca d’Albufera (nipote di Giuseppe Bonaparte); Bernadotte, Principe di Pontecorvo e futuro Re di Svezia (Gran Dignitario, cognato di Giuseppe Bonaparte); Berthier, Principe Sovrano di Neuchatel e di Valangin, Principe di Wagram, Ministro della Guerra e vice Connestabile dell’Impero (Gran Dignitario); il Generale Conte Jean-Ambroise Baston de la Riboisière, Ispettore generale dell’artiglieria (Gran Dignitario); Martin Michel Gaudin, Duca di Gaeta, Ministro delle Finanze di Francia; Philibert Serurier, Governatore de Les Invalides, Conte dell’Impero (Gran Dignitario); il Generale Nicolas-Marie de Songins des Courbons, Comandante l’artiglieria della Grand Armée, il Generale corso Horace Sébastiani de la Porta, Ambasciatore a Costantinopoli, il Generale e Ministro di Polizia René Savary, Duca di Rovigo; il Generale Antoine Collinet de Lasalle, Conte dell’Impero, il Generale Claude Belgiand de Vaubois, Governatore militare di Malta, il Maresciallo Edouard Morder, Duca di Treviso, Comandante della Vecchia Guardia, e pochi altri. Ultimo a ricevere il titolo di Gran Dignitario fu, nel 1813, S.A.S. il Principe dell’Impero Regis de Cambacérès, Arcicancelliere dell’Impero, Duca di Parma e già 2° Console con Napoleone dal 1799 al 1804, illustre giurista a cui si deve in gran parte la stesura del famoso Codice  Napoleone.
Ricordiamo, fra i primi decorati del 1806, gli esponenti della più antica nobiltà del Regno d’Italia, come il Principe Borromeo, il Duca Visconti, il Marchese Paolucci delle Roncole, il Conte Ceccopieri, il Marchese Lechi, il Conte Trivulzio, il Conte Martinengo Cesaresco, il Conte Palatino Calini, il Conte Porro, il Barone Bellerio, il Nobile Lambertenghi, e poi ancora i Bianchi d’Adda, i Barbò Barbiano di Belgioioso d’Este, i Dandolo, gli Erba Odescalchi, il Duca Melzi d’Eril, Gran Dignitario e già Vice Presidente della Repubblica Italiana, erede della repubblica Cisalpina, i Marchesi Fontanelli, i Conti Fèd’Ostiani ed innumerevoli altri.
Napoleone stesso nelle occasioni ufficiali portava la fascia rossa di Grand’Ufficiale della Legion d’Onore e, come unica decorazione, l’insegna di semplice Cavaliere della Corona di Ferro.
Una sua decorazione personale da cerimonia, particolarmente preziosa, era stata appositamente realizzata dal celebre gioielliere Nitot, ed ornata di diamanti e pietre preziose. È ancora visibile al Musée de l’Armée a Parigi, che l’acquistò nel 1995 proveniente dalle antiche collezioni del Principe Victor Napoléon (1862-1926).
Il 1° marzo 1808, con apposita legge, venne creata da Napoleone I Imperatore la nuova Nobiltà Imperiale, che doveva sostituirsi alla precedente Nobiltà borbonica ed affiancarsi ai Principi e Duchi creati nei primi anni dell’Impero.
Tale fu l’importanza dell’Ordine della Corona di Ferro che, con Imperial Regio Decreto, mai abrogato dai successivi governi del Regno d’Italia, dato in Milano il 21 settembre 1808 relativo ai titoli e maggioraschi, al 7° Statuto costituzionale, titolo I, art. 12, (Bollettino delle leggi del Regno d’Italia, VI, 1808, n. 300, p. 284), Napoleone stabilì che: I Dignitari, i Commendatori ed i Cavalieri dell’Ordine della Corona di Ferro potranno trasmettere il Titolo di Cavaliere alla loro discendenza diretta e legittima, naturale o adottiva, per ordine di primogenitura, presentandosi davanti al Guardasigilli a fine di ottenere le Nostre lettere patenti, e giustificando una rendita netta di 3.000 lire così come già aveva stabilito con legge del 1° marzo 1808 per i Cavalieri della Legion d’Onore, con titolo di Cavalieri dell’Impero. Se ne ha ancora conferma, per il regolamento nobiliare italiano, coi Regi Decreti n. 651 e 652 del 7 giugno 1943, agli artt. 3 e 21, ancor oggi in vigore per le questioni araldiche nella Repubblica Italiana. Attualmente la richiesta per il titolo, spettante a tutti gli insigniti nelle Classi di Merito e di Giustizia, di Cavaliere dell’Impero trasmissibile agli eredi con stemma e corona da Cavaliere Ereditario, va rivolta al Consiglio Magistrale dell’Ordine.
Le ragioni storiche di questa decisione imperiale sono da ricercarsi nel mutato atteggiamento che Napoleone, nel 1808, venne ad avere nei confronti dell’idea di un Impero ereditario. Così, dopo avere creato dei Re, decise di creare una nuova nobiltà imperiale. Per cui, di diritto, i Grandi Dignitari dello Stato e degli Ordini Cavallereschi sono nominati Principi dell’Impero, con trattamento di Altezza Serenissima, i Ministri, gli Arcivescovi ed i Consiglieri di Stato ricevono il titolo di Conte, mentre i Vescovi, i Prefetti ed i sindaci (solo quelli delle 52 più grandi città, essendo i Comuni dell’Impero ben 47.000) sono nominati Baroni, e gli insigniti della Legion d’Onore e della Corona di Ferro Cavalieri Ereditari dell’Impero. Dal 1808 al 1815 Napoleone distribuì così 31 corone di Duca, 452 corone di Conte, 100 di Barone e 474 di Cavaliere Ereditario dell’Impero.
Sin dai primi tempi l’Ordine della Corona di Ferro ebbe una spiccata impronta militare. Vediamo che dopo la grande battaglia di Austerlitz l’Imperatore creò molti Cavalieri fra i valorosi soldati italiani delle sue armate che si erano distinti in quella gloriosa giornata. Per i grandi vuoti poi che si erano creati nelle file dei Cavalieri nelle successive campagne, altri vennero nominati a Vienna nella residenza imperiale di Shonbrunn il 21 luglio 1809, dopo la vittoriosa battaglia di Wagram, e 72 altri il 21 agosto 1812 a Smolensk durante la campagna di Russia.
Nel 1811, per non dover creare un gran numero di Cavalieri della Legion d’Onore, già 32.000, e della Corona di Ferro (quest’ultimo permaneva a numero chiuso), Napoleone creò l’Ordine della Riunione, che fra Gran Croci, Commendatori e Cavalieri poteva contare 12.200 appartenenti.
Cessato l’Impero napoleonico l’Ordine mantenne il suo carattere di ricompensa per coloro che avevano ben meritato nel campo civile e soprattutto militare. Gli Statuti, le insegne e le decorazioni rimasero i medesimi, ed i Cavalieri continuarono ad essere di prevalente nazionalità italiana.
Per l’art. 13 delle Regie Patenti Vittorio Emanuele I Re di Sardegna, in data 14 agosto 1815, costitutive dell’Ordine Militare di Savoia (oggi Ordine Militare d’Italia), gli appartenenti alle ricostituite forze armate sabaude che erano stati insigniti dell’Ordine della Corona di Ferro per azioni militarmente distinte vennero equiparati ai Cavalieri del nuovo Ordine, la cui decorazione potevano ottenere su semplice domanda in sostituzione di quella napoleonica, momentaneamente non riconosciuta.
(Continua nel numero di dicembre)


Sommario anno X numero 11 - ottobre 2001