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Sommario anno X numero 11 - novembre 2001

 L'ANGOLO DELLA POESIA - pag. 16

Gabbiano
di Valentina Bovi

Nel cielo sgombro,
un grido si espande.
Il vento mi accarezza
Le ali spezzate.
Il mio animo precipita.
Uno spruzzo lava le crepe
E le guarisce.
Volo su libera da ogni male,
mentre il mare tace


Una volta

di Laura Velotto Romano

Una volta eravamo uno solo ,
tanto tempo fa ,all’inizio dei tempi.
Una volta bastavamo a noi stessi ,
quando il mondo era perfetto,
e noi non avevamo bisogno di un anima,
perché tutto quanto ci serviva
era solo il sapere di perfetti nella nostra unità.
Una volta un fulmine dal cielo ci ha separati ,
facendo nascere in noi l’anima che cerca ,
che si strugge alla disperata ricerca della nostra parte mancante,
ma con l’amaro pensiero di non poterla mai più trovare.
Una volta vagammo e cercammo,
frammenti di un unica forma ormai senza speranza .
Una volta in fine , ci trovammo ,
e allora scoprimmo come eravamo un tempo ,
e ci unimmo di nuovo.
Una volta , e una ancora , bastiamo a noi stessi,
capendo che non sarà mai diverso da così.
Una volta siamo nati uniti ,
una volta ci hanno separati ,
e ora , viviamo per bastare l’uno all’altra,
per completarci ,
per essere l’amore e viverlo ,
per sempre.


Risveglio

di Luca Nicotra

Il cuore gonfio di emozioni,
di luci smaglianti e di tenebre,
di fanciullesca speranza,
di delusioni e di dubbi,
di gioie improvvise e di morte.
Credevo si fosse sopito per sempre,
nell’indifferenza della normalità
e nell’oblio del vivere quotidiano.

Lo hai risvegliato,
in tutta la sua virulenza,
nella sua voglia
di vivere,
di amare,
di assaporare
il piacere ambiguo del proibito,
di esplorare sentieri inusitati e oscuri.

La tua voce ha agganciato
il mio povero vecchio cuore
fin dal primo momento
e lo ha stregato,
con la sua musicalità,
con la sua dolcezza,
con la grazia intelligente e misurata delle sue intonazioni,
con l’ondata d’interiorità che da essa emana,
onde misteriose,
di natura ancora non investigata e nota,
ma da me percepite.


Dolce

di Arianna Tosi

Senti, ascolta il mio nome, prova e riprova a cantarlo, mi vedi?
Riesci a vedermi? Assaporane l’essenza, sentine il profumo, è proprio
questo il mio sapore, è il profumo dell’estate,
è il colore del mare, il sapore del sale, il calore del sole,
è la gioia e la timidezza insieme,
l’allegria e la poesia legati da un nodo stretto,
è la margherita campestre o il rosso del papavero,
è tutto nel nulla
il niente nella soffocata confusione.
Sono una catena nella mera libertà,
un volo sulle ali del proibito,
una nota stonata nel vento,
una melodia nota tra il rumore del tempo.
Sono una traccia nella perfezione dell’universo,
un’impronta lasciata sul luogo del delitto,
uno sparo nel vuoto delle parole….
Tutto quello che insegui,
un’irraggiungibile stella confusa tra il nero di cieli
desiderio spento tra le tue dita, come la fiamma di una candela….
Qualcosa per cui sopravvivere all’affollata via dei sensi di colpa
….forse….
finzione della realtà…….così reale solo nei sogni…..
impressione
idea
vaga sensazione
leggera incombenza
autorizzata pazzia.

Sono unicità fatta in mille pezzi
Sono vicina al cuore
Lontana mille anni luce
E poi di nuova vicina, vicina, vicina.
Un grido gettato contro il muro
Una barriera attraversata solo dalla forza del pensiero.
Sono inarrestabile,
sono chiusa in una scatola di idee,
sono una manciata di sassi, ferma a guardare in riva,
                                                alla frenesia del fiume
sono il lento e inesorabile galoppare del tempo.
Tutto
e
niente
triste come te,
allegra nella solitudine.
Sono un punto luminoso che ti guarda dall’oscurità,
il nero che ti avvolge e ti spegne.
Sono tanto,
tanto poco.
Indegna
Eroica battaglia.
Sconfitta e al tempo stesso vittoriosa.
Eppure per niente stanca,
sfinita da una corsa contro il tempo.
Facile risposta,
complicato rebus,
oggetto del desiderio,
assetata di sorrisi e sguardi,
e dolce parola, nobile dottrina, volgare detto popolare.
Consapevolezza del tuo io,
ingenuo sforzo di capire.
Mille notti estive,
calde, a volte fredde perché solitarie.
Forza debole,
arcobaleno di colori, sorpresa esplosione d’amore.
Eco,
lungo sibilo,
desiderio sconosciuto che si fa vivo troppo tardi,
salvo per caso, superstite, scampato all’oppressione,
al peso insopportabile del nascosto.
Mi vedi?
Sono la paura del domani….
Guardami, difendimi,
confondimi con le tue parole.


Pensiero

di Riccardo Simonetti

La forza dell’amore è la tempesta,
un vento impetuoso ed un tornado,
che in uno scoppio d’impeti infuocati
lo scagliano più in alto e più lontano.
            Il seme dell’amore sempreverde,
            è una brezza che soffia timorosa,
            che s’affaccia dal cuore rispettosa,
            ed ogni tanto mormora “ti amo"


La chiave!

di Pi

No! Non ho avuto da te mai nessuna chiave,
non c’erano porte da aprire.
Molte cose sono passate per di là,
andavano e venivano,
liberamente, come il vento.
Polvere e cartacce si sono ammucchiate,
nessuno aveva voglia di rimuoverle.
Nessuna porta si doveva chiudere,
non serviva la chiave.


E fra poco sarà sera

di Nunzio Gambuti

E fra poco sarà sera.
Voce di mare è quest’onda
che si muove piano piano,
e quest’ultimo sole
dove pensieri e gabbiani,
uguali, volano insieme.
Perché cerchi qui
ciò che non è possibile trovare,
e chiedi a un’illusione
quello che non  può dare.
Ti è così difficile capire
che io muoio,
cosa posso darti ancora
che non ti ho dato.
Cos’è questo inutile aspettare
se so che non arrivi,
e so che non sarà
nemmeno domani.


Sogno monticiano

di Riccardo Simonetti

Ognuno ha il suo paese e lo difende,
lo sogna e pensa, quando sta lontano
non importa se è roccia o se è diamante,
ma a quello scoglio, il cuore sta attaccato.
            C’è sempre un posto dove puoi tornare.
            t’accoglie l’Angelo minatore
            segna la strada ad ogni funerale,
            china la testa alla processione.
Saluta a braccia aperte, silenzioso
forestiero, il passante ed il paesano,
e dona le sue ali, generoso,
per far volare il sogno monticiano.
            Suoni e odori dei vicoli di Ghetto,
            il colore del bosco e delle vigne
            è un armonia di immagini, emozioni,
            e nel paese tutto sembra Pace.
C’è sempre un posto dove puoi tornare.
t’accoglie l’Angelo minatore
segna la strada ad ogni funerale,
china la testa alla processione.
Saluta a braccia aperte, silenzioso
forestiero, il passante ed il paesano,
e dona le sue ali, generoso,
per far volare il sogno monticiano.
Sorridi e soffri uomo monticiano,
politica, preghiere, figli e amore
il futuro negli occhi e nella mano,
nel petto la speranza, un fiore, il cuore.
C’è sempre un posto dove puoi tornare,
            t’accoglie l’Angelo minatore
            segna la strada ad ogni funerale,
            china la testa alla processione.
Saluta a braccia aperte, silenzioso
forestiero, il passante ed il paesano,
e dona le sue ali, generoso,
per far volare il sogno monticiano.


Sommario anno X numero 11 - ottobre 2001