Notizie in... Controluce Notizie in... Controluce
 Versione digitale del mensile di cultura e attualità dei Castelli Romani e Prenestini

sei il visitatore n.

 

home | indice giornali | estratti | info | agenda | cont@tti | cerca nel sito | pubblicità

 


Sommario anno X numero 12 - dicembre 2001

STORIA - pag. 21

                           

 Il Sovrano Imperiale Ordine Militare della Corona di Ferro del Regno Italico 

di  Isidoro Palumbo

(terza parte)

Dobbiamo tener presente che negli Stati sabaudi erano concesse medaglie d’oro e d’argento al valor militare a norma del regolamento del 21 maggio 1793. Questo fu abolito da Vittorio Emanuele I quando istituì l’Ordine Militare di Savoia, e scambiò le medaglie d’oro con la croce di cavaliere e le medaglie d’argento con la decorazione di milite. E ciò sino al 1833, quando Carlo Alberto rimise in essere le medaglie d’oro e d’argento al valor militare, inferiori per merito all’Ordine Militare. Possiamo quindi ritenere che i decorati della Corona di Ferro per meriti militari siano stati parificati alle attuali Medaglie d’Oro al Valor Militare.Successivamente, sciolto con la guerra del 1848 ogni legame di sudditanza all’antica alleanza antinapoleonica con l’Austria, con decreto in data 20 aprile 1850 del Re di Sardegna Vittorio Emanuele II, venne riconosciuto l’Ordine della Corona di Ferro ed i Cavalieri appartenenti al Regio Esercito ricevettero personale comunicazione dal Ministro della Guerra con l’autorizzazione a portarne ufficialmente le insegne sull’uniforme, unitamente a quelle dell’Ordine Militare di Savoia, che rimase a coloro che l’avevano precedentemente ottenuto in sostituzione della Corona di Ferro. Naturalmente tale Decreto di riconoscimento rimase valido anche 11 anni dopo, con la trasformazione del Regno di Sardegna in Regno d’Italia, e ciò sino al 1946. (Non bisogna dimenticare a questo proposito dell’avvenuto riavvicinamento fra le famiglie Savoia Bonaparte. Proprio in quegli anni ’50 del secolo infatti, la Principessa Maria Clotilde di Savoia, Figlia del Re Vittorio Emanuele II, si fidanzava con Napoleone Giuseppe Bonaparte, terzogenito di Gerolamo, ex Re di Westfalia, fratello minore di Napoleone. Dopo il matrimonio, Napoleone Giuseppe fu nominato Conte di Moncalieri. La loro figlia Letizia sposò poi Amedeo di Savoia, Duca d’Aosta. Dal primogenito di Napoleone Giuseppe discendono gli attuali Principi Napoléon, ultimi rimasti della famiglia Bonaparte. Inoltre, sempre in quegli anni Vittorio Emanuele II si alleò con Napoleone III contro l’Austria per la 2a guerra d’indipendenza).Ricordiamo che partendo per l’esilio a S. Elena, il giorno che si consegnò agli inglesi sul Bellerofonte, Napoleone scelse di indossare sulla sua celebre uniforme verde da Colonnello degli Chasseurs à cheval della Vecchia Guardia, proprio la Corona di Ferro, essendo formalmente la Legion d’Onore divenuto Ordine del Re di Francia Luigi XVIII. Ma quasi un anno prima, il 20 novembre del 1814, approfittando di un’udienza concessa all’isola d’Elba all’ex Comandante del 4° Reggimento di Linea del Regno d’Italico, ora nuovo Vice Cancelliere dell’Ordine, Conte Amedeo Barberi di Branzola a cui donò un piatto in peltro con le armi imperiali ora nella sede dell’Ordine, ed a Luigi Valeriano Pozzi, l’Imperatore inviò quest’ultimo come suo Delegato ufficiale in Italia, a Milano, recando una sua incisione soprastante la N imperiale, dedicata a Sua Eccellenza il Signor Conte Achille Fontanelli, Commendatore dell’Ordine Reale della Corona Ferrea, Grand’Ufficiale della Legion d’Onore, Generale di Divisione e Aiutante di Campo di Sua Maestà Imperiale e Reale, Ministro della Guerra, e Marina del Regno d’Italia, nominando quest’uomo politico modenese, già Ministro della Guerra del Regno, Gran Dignitario della Corona di Ferro ed incaricandolo di reggere il Gran Cancellierato dell’Ordine col titolo di Balì in sostituzione del Gran Cancelliere, Conte Marescalchi. Ancor oggi, dopo quasi due secoli, i Gran Cancellieri si trasmettono l’un l’altro quel ritratto che l’Imperatore lasciò a chi sarà poi chiamato a reggere l’Ordine dei Cavalieri della Corona Ferrea. Questo avvicendamento si rese necessario perché il Gran Cancelliere in carica dal 1805, Conte Ferdinando Marescalchi, già dopo la prima abdicazione di Napoleone del 6 aprile 1814, divenuto subito Ministro del ricostituito Ducato asburgico di Parma, Piacenza e Guastalla, tradì Napoleone e si mise al servizio dell’Austria, alla quale per di più segnalava i patrioti italiani che cospiravano per il ritorno dall’Elba dell’Imperatore, e comunicava altresì al Feld-Maresciallo austriaco Conte de Bellegarde i movimenti delle truppe del Re Murat. Fra questi fedeli di Napoleone si contavano numerosi Cavalieri della Corona di Ferro. In un elenco che venne segnalato dalla polizia segreta austriaca al Maresciallo Bellegarde nel novembre del 1814, su 52 nominativi 27 erano Cavalieri della Corona di Ferro; fra essi Melzi, Pino, Paradisi, Moscati, lo stesso Fontanelli, Luosi, Martinengo, Bianchi d’Adda, Brunetti, ecc.
Tra il 1814 ed il 1815, anni di radicali sconvolgimenti nella geografia politica dell’Europa, l’Ordine della Corona Ferrea, trovandosi per la sua stessa natura al centro delle vicende napoleoniche, subì a sua volta la ricaduta di questi avvenimenti e fu soggetto ad alcuni importanti cambiamenti della sua struttura giuridica e araldica, che ne mutarono profondamente l’impostazione anche per i secoli a venire.
Infatti, il 4 aprile 1814 alle ore 16, a Fontainebleau, due giorni prima della sua abdicazione e subito dopo la partenza per Parigi di Caulaincourt e dei Marescialli Ney e Mac Donald per andare a trattare con gli alleati, Napoleone, allora a tutti gli effetti Imperatore dei Francesi e Re d’Italia, comunicava al Gran Cancelliere della Corona di Ferro che intendeva trasformare quest’Ordine da cavalleresco nobiliare in Ordine Sovrano, trasferendogli, per il periodo della sua previsibile forzata assenza, la Fons Honorum del Regno d’Italia riguardo la nomina dei Cavalieri dell’Impero e l’elaborazione dei loro stemmi nobiliari, e perché fosse il custode dei diritti araldico-nobiliari del Regno Italico nei probabili mesi di sconvolgimento politico che sarebbero seguiti alla sua abdicazione. Pochi giorni dopo infatti, quando Napoleone era già installato all’Isola d’Elba da due giorni, si arrendeva all’Austria l’esercito del Regno d’Italia che ancora resisteva, aderendo al trattato di Mantova del 23 aprile 1814, firmato dal Viceré Eugenio di Beauharnais e dal Feld-Maresciallo austriaco Conte de Bellegarde. Questo evento rendeva effettivo il trasferimento della giurisdizione nobiliare del Regno d’Italia all’Ordine Sovrano della Corona di Ferro.
Infatti, quando il successivo 20 novembre il Conte di Branzola si recò all’Isola d’Elba (Fontanelli e il Generale Barone Bertoletti ci si erano già recati il 27 giugno), Napoleone, decaduto da Imperatore dei Francesi, era allora però legittimo Re dell’Elba, aveva conservato il diritto al titolo Imperiale per concessione delle potenze europee, mentre il Regno d’Italia napoleonico nei suoi confini non era come tale rivendicato né governato in quel periodo da nessun altro sovrano. Per cui poté nuovamente confermare, in quanto sovrano in esilio ma formalmente in carica, lo status di Ordine Sovrano all’Ordine della Corona di Ferro, trasmettendogli per il momento, attraverso il Branzola ed il Pozzi, anche la fons honorum per la nomina dei Baroni e Conti del Regno d’Italia a lui già appartenente ed al momento vacante.
Dopo il 21 marzo 1815, ritornato Napoleone sul trono come Imperatore e Re (i famosi 100 giorni, e quindi nuovamente legittima fons honorum anche per il Regno d’Italia, nell’attesa degli esiti dell’incerta guerra appena iniziata e di poter eventualmente rientrare in possesso dell’integrità del territorio del proprio Regno italiano (già parzialmente occupato in giugno dalle truppe francesi del Maresciallo Suchet che aveva invaso e occupato il Piemonte e dirigeva su Milano), il 13 maggio da Parigi confermò comunque all’Ordine della Corona di Ferro, per il malaugurato caso di una sua eventuale sconfitta e di una nuova abdicazione, il privilegio di essere per il futuro un Ordine Sovrano agente come uno Stato autonomo privo di territorio (sull’esempio dell’Ordine di Malta, che curiosamente proprio Napoleone nel 1798 aveva privato del possedimento dell’isola), ed al suo Gran Cancelliere di amministrare in sua vece l’Ordine Sovrano e di poter ampiamente legiferare in materia di nobiltà napoleonica, anche feudale, come erede dei suoi diritti sul Regno Italico.
Col Decreto di Lione del 13 marzo 1815 Napoleone ripristinava l’ordinamento nobiliare dell’Impero, e successivamente il Consiglio di Stato, nella sua seduta del 26 marzo 1815, ripristinava la legalità dell’Ordine della Corona di Ferro anche in Francia, con Decreto abrogativo di tutti gli atti precedenti del Re Luigi XVIII, in quanto non validi perché questi non aveva accettato la Costituzione decretata dal Senato ed il popolo non aveva ratificato il suo avvento al trono. L’Imperatore rimaneva il Gran Maestro dell’Ordine.Dal 22 giugno 1815, nuovamente e definitivamente caduto l’impero ed esiliato Napoleone a S. Elena l’Ordine, rimasto a quel punto privo di un Gran Maestro effettivo, pur rivendicando davanti a tutte le Corti europee la sua qualità più volte ottenuta dall’Imperatore, allora legittimo Re d’Italia, di Ordine Sovrano, attese il riconoscimento ufficiale da parte di uno Stato legittimo prima di agire come tale.
(
continua)                                  


Sommario anno X numero 12 - dicembre 2001