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Sommario anno XI numero 1 - gennaio 2002

 STORIA - pag. 11

     Il Sovrano Imperiale Ordine Militare della Corona di Ferro del Regno Italico    (quarta parte)

La battaglia di Wagram(Isidoro Palumbo). Scomparso nel 1821 Napoleone, primo ed unico Gran Maestro, il Magistero dell’Ordine venne definitivamente retto, di diritto oltre che di fatto, dallo stesso Gran Cancelliere, al quale spettò la nomina dei nuovi Cavalieri, dei Baroni e Conti del Regno, in unione con il Consiglio Magistrale dell’Ordine. La sede fu a Modena prima (Gran Cancelliere: Marchese Achille Fontanelli), poi a Torino, via del Corso n. 9 (Gran Cancelliere: Conte Amedeo di Branzola) ed infine a Nizza, 216 Promenade des Anglais (Gran Cancelliere: Principe Jeair Benoit Michel de Saint Etienne). Vani furono i tentativi successivi alla caduta di Napoleone per abolire od annettersi l’Ordine, che non ricadeva ormai né geograficamente, né politicamente, né feudalmente sotto nessuno Stato sovrano in quanto il Regno d’Italia di Napoleone, come entità territoriale, era ormai spezzettato fra Lombardo-Veneto austriaco, Ducato di Parma Asburgico, Ducato di Modena e Reggio Estense, Stati della Chiesa del Pontefice, ecc.
Luigi XVIII dal canto suo, costretto per non alienarsi l’esercito a mantenere la Legion d’Onore, poté unicamente, con una mossa di pessimo gusto, dichiararlo abolito sul solo territorio francese con la Charte Constitutionnelle del 4 giugno 1814 (invalidata come s’è detto il 26 marzo 1815), salvo poi alla seconda restaurazione, con gli artt. 62 e 71 della medesima legge, interinare tutti i titoli nobiliari napoleonici e quindi anche i Cavalieri Ereditari della Corona di Ferro; mentre l’Imperatore d’Austria Francesco I autorizzò dapprima con un Decreto i Cavalieri della Corona di Ferro a portare la decorazione nei suoi Stati, successivamente emise un’Ordinanza in data 25 luglio 1815 con la quale, per i soli Cavalieri residenti nel Lombardo-Veneto austriaco, lo trasformava in un Ordine asburgico, permettendo agli italiani già insigniti di portarne solo il nastrino, ed invitandone 6 mesi dopo i Cavalieri ad una grande cerimonia nel Palazzo Reale di Milano per la riconferma. I lombardo-veneti decorati da Napoleone, su 500 che erano, si presentarono in 5! La cerimonia non venne più ripetuta.
Allora, per la grande rinomanza che l’Ordine continuava ad avere in tutta l’Europa, un anno dopo questo tentativo abortito, Francesco I d’Austria (già Francesco II del S.R.I.) volle creare, il 12 febbraio 1816 giorno del suo genetliaco, un nuovo Ordine equestre della sua dinastia che parimenti s’intitolasse alla Corona di Ferro, e che si denominò Imperiale Austriaco Ordine della Corona Ferrea, stante che, con l’annessione al suo impero del Lombardo-Veneto, egli era il sovrano legittimo di una parte dei territori dell’ex Regno Italico del 1805, e che molti ex ufficiali lombardi e veneti delle armate napoleoniche erano entrati a far parte dell’esercito austro-ungarico e non potevano portare sull’uniforme austriaca una decorazione dell’ex nemico. Infatti, quattro anni dopo, con ordinanza in data 6 agosto 1819, l’Imperatore d’Austria autorizzò quei Cavalieri dell’Ordine napoleonico che lo volessero a chiedere la conversione della loro decorazione in quella da lui creata. Non risulta che neppure questa volta siano stati in molti ad abbandonare la decorazione originaria, conquistata sui campi di battaglia del primo Impero, per quella asburgica priva di ogni tradizione (il ritratto di un Ufficiale italiano con questa decorazione austriaca si vede a Palazzo Lascarisi di Ventimiglia, a Nizza; due altri che portarono la Corona Ferrea austriaca furono i Marescialli Marmont (che tradì Napoleone dopo Waterloo) e Victor.
Anche presso l’Imperatore d’Austria, come presso Napoleone I, l’Ordine della Corona Ferrea fu comunque tenuto in altissima considerazione, tanto che i suoi Commendatori erano ammessi nella seconda anticamera di Corte, quella riservata ai Cardinali, agli Arcivescovi ed ai Principi dell’Impero Austriaco.
Questo nuovo Ordine, col riprenderne in parte il nome, non si sostituì in nulla al precedente; venne infatti accomunato nei suoi privilegi all’Ordine austriaco di S. Stefano; diversi ne furono gli Statuti, diversa la decorazione e differente nei colori anche il nastrino (giallo e viola). Fu Ordine magistrale della Casa d’Austria e si estinse definitivamente nel 1918 con la caduta dell’Impero austro-ungarico, comunque già dal 1861 non veniva più conferito per rispetto al nuovo Regno d’Italia sabaudo, mentre l’Ordine napoleonico continuò a sussistere autonomamente ed a trasmettere ai discendenti degli insigniti il suo prestigioso cavalierato ereditario ed i titoli nobiliari del Regno Italico. Ancor oggi le pubblicazioni in materia di ordini cavallereschi distinguono due diversi Ordini della Corona di Ferro, attribuendo il primo, Napoleonico, all’Italia ed il secondo, asburgico, all’Austria.
Per meglio differenziarsi da questo nuovo Ordine quello napoleonico assunse col tempo la denominazione ufficiale di Sovrano Imperiale Ordine Militare della Corona di Ferro del Regno Italico.
Alla morte del Generale Conte Fontanelli, nel 1837, resse l’Ordine come Gran Cancelliere uno dei Cavalieri creati da Napoleone il 5 luglio 1809, giorno della battaglia di Wagram: il Chef de Bataill Amedeo Barberi, Conte di Branzola, Consignore di Cantogno, Conte Palatino del S.R.I. Nobile in Villafranca Sabauda (cognato del Generale Emile Regner, Aiutante di Campo di Re Gioacchino Murat) veterano anche delle battaglie di Austerlitz, Ulm e Jena, già comandante dal 1803 al 1809 dei Carabinieri della Guardia Reale Italiana (dal 1808, per ordine di Napoleone, i reggimenti di fanteria leggera denominati Veliti adottavano delle compagnie pesanti di granatieri particolarmente prestanti che assumevano la denominazione di carabinieri erano le compagnie del fianco destro di ciascun battaglione. Fu il primo reparto di Carabinieri in uno Stato italiano prima della loro fondazione ufficiale nel 1814), Comandante interinale nel 1811 del 4° Reggimento Fanteria di Linea dell’Armata d’Italia e figlio del Colonnello Michele di Branzola, ufficiale dei Granatieri che Napoleone nominò Commandant d’Arme (comandante della piazza) ad Alba (Cuneo). Un suo ritratto del 1820, in uniforme di Maggiore dei Granatieri del Regno di Sardegna, fregiato di entrambe le decorazioni: la Corona di Ferro e l’Ordine Militare di Savoia, nonché le medaglie originali conferitagli da Napoleone I e da Vittorio Emanuele I, oltre alla medaglia di S. Elena conferitagli nel 1855 da Napoleone III, sono custodite, insieme ai medaglieri di altri Gran Cancellieri che gli sono succeduti sino ad oggi, nell’ufficio dell’attuale Gran Cancelliere, oggi un suo lontano discendente, unitamente ad altri suoi ricordi, scritti e documenti, ad eccezione di un fazzoletto di seta con inciso lo Statuto Albertino regalatogli nel 1848 dallo stesso Re Carlo Alberto, e dal 1996 esposto nella ala dello Stato del Museo Nazionale del Risorgimento di Torino per donazione dell’attuale Principe Sovrano dell’Ordine, suo bisnipote. Tale reperto è oggi unico al mondo.
La decorazione originale del 1809 in argento e smalto di Cavaliere della Corona di Ferro, consegnatagli personalmente da Napoleone nel palazzo di Schombrunn il 21 luglio di quell’anno, è attualmente sempre portata del Gran Cancelliere nelle cerimonie ufficiali dell’Ordine (Capitolo Generale per la festa dell’Ordine, Gran Gala dell’Incoronazione, Banquet d’Austerlitz, Messa commemorativa del 5 maggio).
Il Conte di Branzola fu l’ultimo Gran Cancelliere della Corona di Ferro nominato Cavaliere direttamente dall’Imperatore; alla sua morte, a Torino nel 1857, restavano in vita solo più il Generale Teodoro Lechi, già suo Comandante nella Guardia Reale Italiana, e 5 o 6 altri vecchissimi Cavalieri.
La generazione dell’epopea napoleonica era definitivamente tramontata.
In tema di Guardia Reale e di Corona di Ferro, si può notare che nelle bandiere dei Reggimenti napoleonici francesi, sul retro, oltre all’elenco dei principali fatti d’arme del reparto, vi era, circondata da un serto d’alloro, la N, il monogramma dell’Imperatore, sormontata dalla corona imperiale con due scettri incrociati dietro. Per il Regno d’Italia, stato ad unione personale con la Francia, cioè con il medesimo sovrano, il drappo era verde, bianco e rosso, e la corona che sormontava la N e l’aquila ricamata era appunto quella ferrea. Del resto la Guardia Reale Italiana, da Austerlitz in poi, fece sempre corpo unico con la prestigiosa e invitta Vecchia Guardia imperiale, in quanto il comando di entrambi i corpi era di pertinenza dello stesso Re e Imperatore.
Nel 1823, dopo la morte in Baviera di Eugenio de Beauharnais, già Viceré del Regno d’Italia, alcuni Ufficiali dell’Esercito italiano napoleonico, Cavalieri della Corona di Ferro, diedero vita ad un’associazione semi segreta di veterani bonapartisti che si chiamò Guardie Reali. Fu il nucleo iniziale intorno al quale il 2 Dicembre 1860, all’atto del passaggio di Napoleone III a Nizza divenuta francese, l’Ordine della Corona di Ferro costituì l’Associazione Storica Guardie d’Onore dell’Imperatore, aperta a tutti i nostalgici dell’Impero e del Regno, italiani e francesi, civili e militari, Cavalieri o meno dell’Ordine.
Con il ricordato Decreto di riconoscimento dell’Ordine emesso da Vittorio Emanuele II Re di Sardegna il 20 aprile 1850, l’Ordine, riconosciuto per la prima volta ufficialmente da uno Stato sovrano, ritenne di poter legittimamente riprendere le sue prerogative di Ordine Sovrano Indipendente, procedendo alla nobilitazione dei Cavalieri dell’Impero, dotandoli di stemma e corona da Cavalieri Ereditari, e creando nuovamente i Baroni ed i Conti del Regno Italico, con o senza predicato feudale appoggiato su territori dell’Ex Regno napoleonico. Fu da quel medesimo aprile che, in materia di nobilitazione, l’Ordine riprese ufficialmente la denominazione di Sovrano, ed il Gran Cancelliere, in tale veste, ne fu legittimamente il Principe Sovrano.
Nel 1857, quattro anni prima della proclamazione del nuovo Regno d’Italia sabaudo, la sede dell’Ordine venne portata da Torino, via del Corso 9, a Nizza, sulla Promenade des Anglais, mentre la Cancelleria è al n. 133 dell’avenue de la Californie. Nuovo Gran Cancelliere fu infatti il Balì Gran Dignitario di Giustizia Jean Benoit Michel, 15° Principe di Saint Etienne, un nizzardo, Ufficiale medico e Chirurgo Maggiore di 1a Classe dell’Esercito sardo. Nel 1861, con la proclamazione del Regno d’Italia, la città di Torino, sua nuova capitale, volle conferire la cittadinanza onoraria a questo Gran Cancelliere della Corona di Ferro, particolarmente distintosi in tutte le campagne del Risorgimento, dal 1948 al 1959, e nella guerra di Crimea, ove ricevette la decorazione della Regina Vittoria d’Inghilterra. Il Re Vittorio Emanuele II lo nominò Cavaliere del nuovo Ordine della Corona d’Italia il 30 dicembre 1868. La città di Nizza gli intestò una via lungo la Promenade des Anglais, accanto alla sede dell’Ordine; la vicina città di La Trinitè il viale d’accesso al Duomo.
Notiamo che, con la proclamazione del Regno d’Italia sabaudo nel 1861, vennero da quest’ultimo riconosciuti i titoli nobiliari conferiti dagli stati italiani preunitari, e tutti i titoli nobiliari italiani d’origine napoleonica, non distinguendo fra quelli conferiti direttamente da Napoleone e quelli conferiti da coloro a cui Napoleone aveva trasmesso la fons honorum, ossia i vari Re (Murat), Principi (Elisa Bonaparte), Duchi (Paolina Bonaparte), Ordini cavallereschi (Legion d’Onore), Ordini Sovrani (Corona di Ferro), e gli altri da lui di volta in volta creati sul territorio italiano. Ciò fu confermato sino all’ultimo regolamento araldico promulgato nel 1943 da Re d’Italia Vittorio Emanuele III, dove tale nobiltà è ancora espressamente riconosciuta valida all’art. 21 del Regio Decreto n. 651.
Col diventare Nizza e la Savoia francesi nel 1860, l’Ordine mantenne la sua sede nello Stato Francese.     (continua nel numero di febbraio)


Sommario anno XI numero 1 - gennaio 2002