castelli
romani
La necropoli del Maschio d’Ariano
nel Medioevo
a cura di OPE -
associazione culturale per lo studio delle civiltà antiche
testi di Angelo
e Fiorella Capri
disegni di Matteo
Agliocchi
foto di Fernando
Quarta
|
In secondo piano oltre la scena
dei lavori agricoli e delle le sue innovazioni: l’invenzione
dell’aratro a ruote, l’utilizzazione del cavallo in
agricoltura e l’impiego del collare pettorale, è bene
illustrata una casa rurale del XI secolo in tutta la sua
semplicità ed essenza.
|
Durante il rilievo
del sepolcro T 09 che facemmo la scorsa estate sulle pendici del Maschio d’Ariano
a quota 870 m. ca., furono subito evidenti i profondi rimaneggiamenti
della struttura per il riutilizzo della stessa come abitazione. Infatti,
molto probabilmente, nel Medioevo il sepolcro fu trasformato ed adattato a
casa rurale ed inglobata nel villaggio del castello di Lariano.
|
F°. 150 della Carta d’Italia
- VELLETRI - II S.O.
Scala di 1:25000
|
Storicamente è noto che il castello di
Lariano era costituito da due ripiani sovrapposti che sfruttavano la
naturale conformazione del terreno impervio e roccioso, e che fu costruito
su ambienti più antichi con materiali di spoglio. Il castello perdurò
all’incirca dal 1140 al 1465, anno in cui fu distrutto definitivamente
dopo alterne vicende dai Veliterni.
Sappiamo che nel Medioevo le abitazioni
rurali erano generalmente costruzioni di legno a pali e pietra, erano
piccole, costituite da un unico vano e condivise dal bestiame. Erano
situate al livello del suolo con tetti di paglia o scandole, i mobili
contenutivi erano pochi e tutta la famiglia dormiva nello stesso letto.
Analisi archeologiche e dendrocronologiche hanno dimostrato però che la
lavorazione della pietra e del legno impiegati nella casa rurale aveva
raggiunto un alto grado di qualità già attorno al 1200. Alle varie
funzioni della vita rurale erano adibiti edifici di tipo diverso tra cui
le case infossate a destinazione eminentemente agricola.
Con i dati oggi in nostro possesso,
senza togliere nulla all’autore, possiamo dire che la pianta disegnata a
suo tempo dal Tomassetti è alquanto incompleta ma rende bene l’idea
dell’arroccamento su ripiani sovrapposti del castello del Maschio d’Ariano.
|
Pianta del diruto castello di Lariano
Disegno di Giueppe Tomassetti, estratto dal volume di Giuseppe e
Francesco Tomassetti "La Campagna Romana Antica Medioevale e
Moderna" - Volume IV - Via Latina (Roma, 1926).
|
Nel riquadro bordato in rosso in alto a
destra della pianta del castello, è riportato il sepolcro T 09 nella sua
posizione, proprio a ridosso del secondo ripiano del castello, inserito
tra i molti edifici trasformati e riutilizzati nel villaggio del castello.
Il villaggio, secondo i nostri studi, fu in massima parte costruito
riadattando gli ambienti del santuario e della necropoli preesistenti.
Questa necropoli deve essere stata notevole, decine di tombe a camera
semplice furono in uso fino al VI –V secolo a.C. e, poi sistematicamente
profanate dai Romani.
|
La forma originaria del sepolcro
subisce le prime sostanziali modifiche: la volta di copertura
viene abbattuta, infatti il tipo di tufo di cui è composto il
sepolcro non garantisce una completa impermeabilizzazione; si apre
una seconda porta più piccola sulla parete di fondo per
permettere l’accesso al secondo piano; una finestra cieca, non
visibile nel disegno, viene in parte sfondata per la realizzazione
della canna fumaria del camino; si ricavano degli incavi e dei
ripiani per l’alloggiamento dell’ossatura portante.
|
|
Posizionando gli incavi, gli
alloggi e i ripiani scalpellati nel tufo è stato possibile
ricostruire la travatura in legno della casa rurale. Quattro
piccoli scalini vengono poi ricavati sulla parete di fondo per
permettere dall’interno l’accesso al secondo piano.
|
|
La trasformazione del sepolcro a
casa rurale è praticamente conclusa: sulla travatura vengono
costruite le pareti in legno, il soppalco ed il tetto di
copertura. In questo modo si è potuto realizzare un’abitazione
composta da due vani: un locale al pianterreno con il focolare per
la vita e le necessità di tutti i giorni ed un piano rialzato da
utilizzarsi per il comune riparo durante la notte. Purtroppo, per
l’uso del "chiassetto" si dovrà aspettare ancora
diverso tempo…, il XV secolo.
|
|