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romani
6a giornata della
verdura di Calahorra
(Tarquinio
Minotti) - Il 24 aprile scorso, con la partenza di un bus gran
turismo che trasportava i rappresentanti di sette paesi ed un cospicuo
carico di merci messe a disposizione da ben 10 aziende, iniziava una
grande, bella, e faticosa avventura nella verde regione spagnola della
Rioja, dove avremmo proposto e promosso i prodotti della nostra zona.
L’occasione, era stata fornita dalla
città gemellata con Monte Compatri, Calahorra, dove dal 26 al 28 aprile
si sarebbe tenuta la "VI Giornata Gastronomica della Verdura".
Ricevuto l’invito a partecipare alla
manifestazione, il comune di Monte Compatri proponeva ai comuni limitrofi
di aderirvi tutti insieme in modo da offrire una gamma più completa
possibile dei prodotti del nostro territorio.
Venivano inoltre contattate: la P.C.R.
S.p.A., società di promozione turistica, numerose aziende produttrici, la
Provincia di Roma, la Regione Lazio e gli Enti sovracomunali: Parco
Regionale dei Castelli Romani e XI Comunità Montana, i quali
disponibilissimi hanno partecipato fornendo prodotti e materiale
promozionale dei Castelli Romani.
Dopo un lungo ed interminabile viaggio
(24 ore), siamo giunti alla meta.
Calahorra ci ha accolto e ospitato come
sempre. I suoi amministratori e numerosi cittadini ci sono stati
continuamente al fianco, sia per mostrarci le bellezze della città che
per aiutarci, risolvere e prevenire le nostre esigenze.
Nella
preparazione dello stand per l’esposizione dei nostri prodotti e nella
preparazione delle "degustazioni" da offrire al pubblico,
qualsiasi nostra richiesta veniva esaudita, ogni problema era risolto in
un lampo, mettendoci così in condizioni ottimali per operare.
Non appena aperto lo stand, subito una
calca di gente si formava attorno al banco dove erano allineati i nostri
prodotti.
Tutti curiosi, da prima, di vedere
quanto avevamo esposto, poi di degustare e chiedere notizie sulle nostre
produzioni, in seguito (il giorno dopo) di acquistare tutto quanto avevamo
portato.
La manifestazione è stata un successo
sotto tutti i profili. I giornali spagnoli, locali e nazionali e le reti
televisive, hanno dato un ampio risalto alla nostra partecipazione. I
nostri prodotti sono stati apprezzatissimi e la nostra cucina ha riscosso
un enorme successo grazie anche alla presentazione fatta dalla cuoca Anna
Dente, la quale ha anche preparato, coadiuvata dal cuoco Marco Mariani,
tutte le specialità offerte al pubblico nelle degustazioni tenutesi nei
giorni del 27 e 28 aprile.
Il grande affetto dimostratoci dai
nostri gemellati ci ha ampiamente ripagato della fatica e del sonno
perduto, così che poca ci è sembrata la moneta con la quale abbiamo
potuto ripagarli: un concerto di buona musica eseguita dal quintetto
Saxsophonia che si è esibito per il pubblico calagorritano.
Una curiosità, alla "VI giornata
gastronomica della verdura" ha partecipato anche Caussade cittadina
francese, anch’essa gemellata con Calahorra; mentre ad Hauza, villaggio
del Sahara ex spagnolo ora annesso al Marocco, altra gemellata con la
cittadina spagnola, sono stati devoluti tutti gli incassi dello stand dei
Castelli Romani. Così che, non solo promozione da parte delle aziende
partecipanti ma anche un’opera umanitaria che ha dato più valore alla
nostra partecipazione.
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Impressioni di un gentiluomo inglese
(Stefano Paolucci) - Tornando a sfogliare a distanza di
qualche anno il bel volume The Correspondence of Henry David Thoreau
(New York University Press, 1958), curato da Walter Harding e Carl Bode,
ho fatto una scoperta molto piacevole, che spero possa interessare tutti
coloro che amano la storia, le curiosità storiche e soprattutto le
testimonianze di quei viaggiatori (per lo più stranieri) che nei secoli
passati hanno soggiornato nei nostri paesi, lasciando per iscritto le loro
impressioni. In una lettera datata Roma, 16 dicembre 1856 (ma imbucata a
Londra il 22 febbraio 1857) troviamo alcuni paragrafi — finora inediti
in Italia — dedicati ai Castelli Romani, ed in particolar modo al Lago
di Albano, Monte Cavo e Rocca di Papa. Il destinatario è Henry D. Thoreau
[v. Controluce di agosto e ottobre 2001], mentre l’autore della
lettera è Thomas Cholmondeley. Questi era un ricco e intraprendente
gentiluomo inglese di trentatré anni — "dai modi semplici e la
mentalità liberale", come Thoreau lo descriverà —, istruito a
Oxford e già autore di Ultima Thule, un libro pionieristico sulle
colonie inglesi in Nuova Zelanda. E proprio all’epoca del suo ritorno
dalla Nuova Zelanda (settembre 1854) Cholmondeley aveva conosciuto Thoreau,
durante un lungo soggiorno che fece a Concord per incontrarsi con Ralph W.
Emerson, di cui ammirava moltissimo gli scritti filosofici. L’arrivo di
Cholmondeley nella piccola cittadina americana aveva suscitato un certo
scalpore tra gli abitanti, in quanto il giovane inglese si era portato
appresso ben dieci valige e una vasca da bagno personale. Sarebbe bello
scoprire in che modo Cholmondeley si sia presentato agli abitanti dei
Castelli Romani, sicuramente più avvezzi alle stravaganze dei forestieri.
Una cosa appare comunque indubitabile: al cospetto del Lago di Albano, il
giovane Cholmondeley non deve aver rimpianto troppo la sua piccola vasca
da viaggio…
Roma, 16 dicembre 1856
[…] Questa è una terra incantata:
San Pietro, il Pantheon, il Colosseo, etc. Ma lasciate che vi dica cosa mi
attrae di più di Roma e dei suoi dintorni. Sono il lago e i boschi dell’antica
Alba Longa, la città madre di Roma, che si vede molto chiaramente in
lontananza (a circa quattordici miglia). Il lago, che è molto grande, di
varie miglia di circonferenza, è situato nel cratere di un antico
vulcano, e per tale ragione è in posizione sopraelevata. È circondato da
boschi, principalmente di lecci; ma ci sono anche i pini domestici, le
comuni querce decidue, ed altri alberi meravigliosi. Questi boschi sono
traforati da un gran numero di splendidi sentieri.
Questa piccola mappa [Uno schizzo
del circondario del Lago di Albano, purtroppo non giunto sino a noi, N.d.A.]
vi darà un po’ un’idea di queste colline bellissime, del lago di Alba
e di sua sorella Nemi. Come vedete, i colonizzatori si diressero a
nord-ovest per fondare Roma; e ci si chiede, mentre si sta sulla sponda
del lago, dove sia il lungo crinale o la strada da cui l’antica città
(ormai del tutto scomparsa) derivò il suo nome, dato che ci si trova ad
un’altezza sufficiente per osservare tutta la campagna circostante; ma
ecco là il Monte Calvo, con l’antico tempio (ora un convento) di
Jupiter Latiaris proprio alle nostre spalle e a molti metri sopra di noi
(forse trecento). Quale posizione per una città! Che nido d’aquila! Qui
c’è ogni varietà di scenario, con il mare perfettamente visibile all’occaso.
Da qui si sale anche verso un moderno paese, chiamato Rocca di Papa, e
attraverso un tratto del Campo d’Annibale (certo ricorderete
quando egli s’approssimò così tanto a Roma), che è un altro bacino
montano, in direzione del già menzionato tempio, ove le trenta città
Latine solevano compiere i sacrifici. La via sacra che conduce sulla cima
del monte esiste ancora. È piuttosto stretta, e lastricata con grandi
pietre irregolari. Il monte Algido (non molto alto) sta dietro. Verso est,
attraverso la Campagna, si vedono i monti sabini, con il Tevere che scorre
in mezzo, e l’antico tempio di Bona Dea su una grande collina di presso.
I colli dell’Etruria sono a nord, alle spalle di Roma, e il Soratte, un
piccolo ripiano di roccia isolato, s’erge a metà strada tra essi e la
Sabina. La neve sul Soratte marca un inverno molto rigido. […]
laghetto
Concorso Fotografico
(La redazione) - Il
Centro Culturale "Laghetto" ha organizzato per il mese di giugno
la IV edizione del Concorso Fotografico "Premio Laghetto".
il concorso è aperto a tutti i
fotoamatori.
È possibile presentare una massimo di
4 foto a tema libero.
La data di scadenza per la
presentazione delle foto è fissata per il 12 giugno 2002.
La premiazione si terrà il 23 giugno
(quest’ultima data è suscettibile di variazione).
Il regolamento e la scheda d’iscrizione
sono consultabili sul sito del centro culturale laghetto all’indizzo: www.centroculturalelaghetto.it |