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Sommario anno XI numero 8 - agosto 2002

 MEDICINA

Problemi clinici della 3° età: Osteoporosi ed Artrosi
(Relazione del dottor Vinicola al Rotary Club Castelli Romani)

Fangoterapia alle Terme di San GiulianoSe l’inizio della serata è stato sicuramente festoso per la presentazione ed investitura di tre nuovi Consoci: Bronzini, Lapis e Nardi, affettuosamente e “rumorosamente” accolti nel più sincero abbraccio di quella particolare Amicizia veicolo unico ed insostituibile del nostro “servire”, la conversazione del dottor Vinicola è stata ascoltata in ben differente atmosfera e, su non pochi visi, si potevano leggere ...tensione e preoccupazione. Battuta a parte, il Relatore ha iniziato dicendo che l’aumento dell’età media, di sopravvivenza e la possibilità di usufruire di mezzi diagnostici strumentali sempre più sensibili e precisi hanno portato le malattie caratteristiche della terza età ad assumere proporzioni preoccupanti nell’ambito del panorama sanitario italiano sia in termini di mobilità che di invalidità con conseguente incremento dei costi sociali. Artrosi ed Osteoporosi costituiscono due grandi capitoli della reumatologia ed hanno portato le malattie reumatiche epidemiologicamente parlando al secondo posto in graduatoria dopo le malattie cardiovascolari. L’Artrosi è considerata la figlia scomoda del nostro tempo: in un’epoca in cui la ricerca medica ha fatto passi da gigante questa malattia è stata sottovalutata forse perché ritenuta una fisiologica involuzione della cartilagine legata all’età. Oggi però sappiamo che non è cosi. Si è appurato che il meccanismo patogenetico consiste nell’alterazione patologica del liquido sinoviale contenuto nell’articolazione (un lubrificante articolare) che perde le sue caratteristiche organolettiche con secondaria perdita della viscosità e del potere ammortizzante. Si tratta quindi di una vera e propria malattia dell’articolazione che accelera e aggrava il processo di degenerazione della cartilagine a cui si associa spesso un coinvolgimento infiammatorio dei tessuti articolari e periarticolari (osteoartrite). Allo stato attuale è possibile prevenire o rallentare l’evoluzione del processo artrosico con l’uso di galattosamino e glucosaminoglicani o acido ialuronico, farmaci che ristabiliscono le proprietà ammortizzanti e protettive del liquido sinoviale articolare. Inoltre si può contare su nuove classi di farmaci antinfiammatori con scarso potere lesivo per l’apparato gastrointestinale, renale e per la stessa cartilagine, effetti indesiderati dei precedenti antiflogistici.
Nel protocollo terapeutico e preventivo è inserita la fisiocinesiterapia, in particolare l’idrocinesiterapia (ginnastica in acqua) che permette l’articolarità in assenza del carico ponderale.
L’Osteoporosi, forse anche per le nuove metodiche di screening sta assumendo proporzioni di una vera malattia sociale tanto da essere definita “l’epidemia silenziosa”. Anche questa patologia è stata sottovalutata in passato ritenendola erroneamente un’involuzione fisiologica dell’osso legata all’età. È invece una malattia caratterizzata da perdita anomala di massa ossea a genesi multifattoriale, primitiva o secondaria, i cui fattori più incidenti sono stati individuati in una forma post-menopausale (tipo I), appannaggio esclusivo della donna, per un calo senile (tipo II), caratteristica dell’uomo e della donna dopo i 65 anni, per rallentato metabolismo osseo e deficit di assorbimento intestinale del calcio e della vitamina D. La perdita della massa ossea alla base di questa patologia, porta spesso a modificazioni strutturali della colonna vertebrale fino ad eventi fratturativi che possono interessare più frequentemente vertebre, coste, collo del femore e polso. Manca purtroppo in Italia un osservatorio epidemiologico per il monitoraggio della malattia, ma già dai dati rilevati sui ricoveri ospedalieri per fratture da osteoporosi ci si può facilmente rendere conto degli altissimi costi sociali diretti e indiretti in termini di mobilità, mortalità e invalidità. Quali dunque i rimedi da adottare per la prevenzione e la cura? È innanzitutto importante una diagnosi precoce che può avvalersi dell’ausilio della Mineralometria Ossea Computerizzata (M.O.C.), oltre che del supporto radiografico, clinico e laboratoristico. Nuovi farmaci del gruppo dei difosfonati o l’utilizzo di sensibilizzatori dei recettori degli estrogeni (SERM) o ancora la stessa terapia sostitutiva a base di estrogeni, permettono oggi di poter rallentare o fermare il processo osteoporotico, in alcuni casi anche riguadagnare massa ossea. È importante l’attività fisica e il movimento che permettono di sottoporre il segmento osseo a una sollecitazione meccanica stimolante degli osteoblasti (cellule ad azione costruttiva) a scapito degli osteoclasti (cellule ad azione distruttiva).
L’alimentazione dovrà contenere un giusto apporto di calcio e vitamina D. Infine l’esposizione ai raggi solari (con l’accortezza di evitare il sole di mezzodì) facilita la trasformazione in metabolita attivo della vitamina D ed il conseguente assorbimento di calcio.
Come si prevedeva e dalla attenzione con cui è stata ascoltata la parola del Relatore, questi, alla fine della sua relazione, ha indossato - si fa per dire - il camice e per ogni...consulto non sono mancati pareri e consigli terapeutici.

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Sommario anno XI numero 8 - agosto 2002