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Sommario anno XI numero 10 - ottobre 2002

 VISTO DA... - pag. 02
Chat… il sesso è in rete
(Federico Greco) - In un precedente articolo avevo appena sfiorato il problema di quello che amo definire “isolazionismo interattivo”, ovvero la possibilità di interagire con il prossimo, calandosi, il più delle volte, in personaggi che mai saremo, ma tanto vorremmo essere. Tutto questo, ovviamente, chiusi nella nostra casa, lontano dai pericoli della vita reale e lontani dal prossimo.
Purtroppo sempre più frequenti sono i casi di persone, per lo più giovani, che vengono risucchiate dal vortice della vita virtuale, senza poi riuscire a venirne fuori. Per alcuni la linea di confine tra ciò che realmente è e ciò che virtualmente ci appare si assottiglia sempre più, fino a sparire del tutto. Lo strumento che più di ogni altro permette di isolarsi, è quello della Chat. Chat è un termine inglese che può essere tradotto con “chiacchierare”. E questo è quello che si fa nelle numerosissime Chat disseminate nella “rete”. Molti, però, sfruttano l’opportunità di essere potenzialmente in contatto con migliaia di persone per il perseguimento degli scopi più variegati. Non è un mistero che più volte la Chat sia stata utilizzata da reti di pedofili sia per “reclutare” poveri ed ingenui bambini sia per poter scambiare ignobile materiale pornografico. Fortunatamente nella maggior parte dei casi queste disgustose persone vengono individuate e perseguite. Non è un segreto neanche il fatto che un altro utilizzo della Chat sia quello che normalmente viene definito “sesso virtuale”. Si va dal sesso puramente “parlato” ovvero una conversazione su argomenti che man mano divengono sempre più piccanti, fino ad arrivare al sesso “animato” ossia praticato mediante l’utilizzo di piccole e diffusissime telecamere che, collegate al computer permettono di vedere la persona con cui si conversa. Non va dimenticato che si può anche ascoltare la voce del “virtual partner” tramite apposito microfono o anche visionare le sue fotografie, tutto in tempo reale. Purché si sia maggiorenni non mi sento di condannare, seppure non lo condivida, questo dilagante fenomeno, anche se non posso esimermi dal commentarlo.
Se si vuole andare in cerca di un’avventura, se si desidera provare una esperienza nuova e sicuramente diversa, se si vuole semplicemente scrutare questo mondo a tinte forti non trovo francamente nulla da obiettare, purché, lo ribadisco con fermezza, si interagisca con persone consenzienti e soprattutto maggiorenni. Individuo, invece, un problema quando il sesso virtuale diventa l’unica risorsa di un individuo, la sua ragione di vita. So per certo che vi sono persone che spendono molte ore, a volte una intera giornata, in cerca di un partner virtuale, in cerca di un sesso senza passione, di un sesso scevro di tutti i suoi elementi tradizionali. Arrivare a questo livello, fare della Chat l’unico elemento costitutivo della nostra esistenza è un chiaro segnale che qualche cosa nella nostra vita, in quella vera, non va per il giusto verso. La nostra vita può diventare un gioco, ma un gioco, seppure intrigante non può diventare la nostra vita. Crescere all’ombra di un mondo virtuale può creare poi serissimi problemi a livello di relazioni interpersonali. Nella realtà non puoi spingere un semplice tasto per evitare una situazione spiacevole, non puoi sfuggire da un problema spegnendo un computer e soprattutto non puoi fingerti ciò che non sei. Più che criticare i fruitori di questi servizi credo sia importante tracciarne il loro profilo psicologico per tentare di capire cosa porti una persona a isolarsi dal vissuto in questa maniera. È questo quello che farò nel prossimo articolo, riportando alcune testimonianze di chi nelle sabbie mobili della Chat era caduto, ma che ora è di nuovo parte integrante del nostro mondo. Cercheremo, con l’aiuto di uno psicologo, di comprendere chi, come e perché è più soggetto a rimanere intrappolato nelle maglie della “rete”.
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Sommario anno XI numero 10 - ottobre 2002