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Sommario anno XI numero 12 - dicembre 2002

 I NOSTRI PAESI - pag. 12
frascati - castelli romani
Grande spazio riservato per un tema importante: la Patrimonio Spa

Italia nostra?
(Loredana Ceccacci) - Cosa si intende quando si parla di valorizzazione e tutela del patrimonio artistico e ambientale?  Ho avuto occasione per riflettere sull’argomento partecipando al dibattito organizzato dall’Associazione “Italia Nostra” il 16 Novembre nell’Auditorium delle Scuderie Aldobrandini a Frascati. La discussione è nata da una recente decisione del governo che, fra i provvedimenti  previsti nel decreto “salva-deficit”, ha introdotto la creazione della “Patrimonio dello Stato Spa“, una società che avrà come scopo la messa in redditività dell’immenso patrimonio artistico e ambientale dello Stato Italiano: l’obiettivo è quello di “salvare” il deficit pubblico e di trovare nuove risorse per avviare gli ambiziosi progetti di rilancio dei grandi lavori infrastrutturali. Finora lo Stato si è sempre occupato in prima persona di gestire i beni culturali e ambientali di sua proprietà e questa “esclusività” non era mai stata messa seriamente in discussione. Oggi, con la Patrimonio Spa, siamo di fronte a un nuovo scenario che ha suscitato non poche perplessità, anche all’interno della maggioranza: la nuova società, infatti, permetterà ai privati cittadini di acquistare i beni patrimoniali dello Stato, per gestirli in piena libertà, purché rimangano comunque fruibili da tutti. Non si tratta soltanto di beni culturali e storico-artistici, ma anche di beni demaniali quali il lido del mare, i fiumi, i laghi ecc. Siamo chiaramente di fronte a una nuova interpretazione del concetto di “universalità dei beni culturali e ambientali” che fino ad oggi aveva contribuito a rafforzare il senso di appartenenza al territorio e l’orgoglio di un patrimonio sentito come proprio da ogni singolo cittadino. Mi sembra di capire che al posto di “universalità” potrebbero comparire termini non proprio tranquillizzanti quali “vendita” e “alienazione” dei beni. Il condizionale è d’obbligo in questo caso perché il dibattito sociale  e politico intorno al provvedimento è tutt’altro che pacifico: molte fra le più note associazioni di tutela del nostro patrimonio culturale e ambientale (Italia Nostra, ma anche
WWF e Legambiente solo per citarne alcune presenti al dibattito) sembrano più che decise a dar battaglia contro questo decreto,  percepito come una “svendita” dei beni della collettività. Al dibattito di Frascati era presente anche l’on. Bordon, ex ministro dell’Ambiente, che ha posto l’attenzione sulla scarsa visibilità del problema e sulla preoccupante sottovalutazione delle conseguenze di questa decisione, che rappresenta a suo parere una concreta minaccia al patrimonio di tutti. Bordon sperava che un tema come questo facesse indignare i cittadini almeno quanto hanno fatto altri grandi temi come la giustizia e la scuola, ma nessuno ha ritenuto necessario organizzare una manifestazione di piazza per la salvaguardia dei beni culturali e ambientali. Del resto a lottare insieme a lui sono ancora in pochi, forse per indifferenza, forse perché, strano e preoccupante a dirsi, la maggior parte dei cittadini pensa che questi temi in fondo non li riguardino direttamente.  Purtroppo al dibattito era presente solo il coro dei no, rappresentato soprattutto dal segretario generale di Italia Nostra Gaia Pallottino: peccato, poteva essere una buona occasione per sentire anche la voce di chi crede nell’utilità e magari anche nella necessità di questo provvedimento e arricchire di una dimensione dialettica una discussione rimasta ahimè su toni eccessivamente autoreferenziali. Aspettando i futuri sviluppi della vicenda dobbiamo accontentarci per il momento delle dichiarazioni di Tremonti e di Urbani: hanno assicurato che il Colosseo e La Fontana di Trevi non sono in vendita come accade invece in un famoso film di Totò….bontà loro.


Prospettive per i beni culturali
(Luca Ceccarelli) - Italia Nostra è l’aristocrazia dell’ambientalismo. Alle sue manifestazioni pubbliche si incontrano signore abbigliate con eleganza discreta e signori in trench. L’età media è piuttosto alta, il livello socio-culturale piuttosto elevato. Al numero di aderenti, che forse non raggiunge quello di altre associazioni come Legambiente o il WWF, Italia Nostra sovviene con la qualità, e con le buone relazioni con le classi dirigenti locali e nazionali.

Indubbiamente, i meriti di questa associazione sono innumerevoli, e tra gli altri la nascita del Ministero dei Beni Culturali e Ambientali nacque, molti anni orsono, sotto il  suo impulso.
Nel pomeriggio di sabato 16 novembre, si è tenuto alle Scuderie Aldobrandini di Frascati un convegno dal titolo Quale futuro per i beni culturali?, in cui, oltre ad esponenti dell’associazione, ha parlato il sindaco di Frascati Posa e il senatore Willer Bordon, ex ministro dell’ambiente.
Il tema centrale del convegno era la legge promulgata qualche mese fa dal governo in carica, che prevede la fondazione di una società dal nome “Patrimonio dello Stato S.p.a.”, a capitale azionario del Ministero dell’Economia, e una società dal nome “Infrastrutture S.p.a.”, finalizzata alle opere pubbliche, anche questa a capitale pubblico, ma con la possibilità di partecipazioni azionarie di minoranza da parte di privati. E’ un provvedimento controverso che, com’è noto, ha suscitato molte critiche, le dimissioni del sottosegretario Sgarbi e le riserve del Presidente della Repubblica. Si è parlato di questo provvedimento, e dei suoi aspetti più rischiosi e potenzialmente controproducenti. Ma la conferenza è diventata, anche, un’occasione importante per un excursus sulle vicende della gestione dei Beni culturali negli anni più recenti, e, non ultimo, un’occasione per fare il punto su alcune emergenze ambientali che investono i Castelli romani.
Particolarmente toccante e accorata è stata, sotto quest’ultimo aspetto, la testimonianza dell’ex sindaco di Nemi, Vairo Canterani, che aveva promosso l’approvazione di un Piano Regolatore che rendeva inedificabile la conca del lago. L’attuale amministrazione ha approvato una variante che lo annulla in gran parte, permettendo edificazioni quasi illimitate, fino a spingere le associazioni ambientaliste a fare ricorso al TAR per farla annullare. L’edificazione in una zona come quella del Lago di Nemi, ha fatto notare l’ex sindaco Canterani, comporterebbe la svalutazione di un paesaggio così prezioso, e rischierebbe di ridurre Nemi nella condizione di altre località dei Castelli Romani che si stanno trasformando, poco a poco, in borgate romane, facendo tabula rasa di ogni attività turistica.
Senza dubbio l’ambiente oggi, in Italia, è sottoposto a serie minacce: sembra  che, addirittura, si stia arrivando ad una legge delega sull’ambiente che, a detta dei rappresentanti di Italia Nostra, allargherebbe le maglie delle garanzie ambientali a tutela del paesaggio e della salute dei cittadini, all’insegna di una deregolamentazione quasi totale.
Ma nella conferenza sono state criticate anche le scelte dei passati governi in materia di gestione dei Beni culturali. A cominciare dalla decisione, nella riforma federalista di Bassanini, di affidare la gestione di questi ultimi alle regioni, che non hanno gli strumenti per farlo, e anche la decisione di modificare il titolo 5 della Costituzione separando la tutela dei beni culturali (che resta al settore pubblico) dalla gestione (che viene affidata ai privati). Ma si è rimarcato come il governo attuale si stia spingendo ben oltre, riprendendo e amplificando gli errori di quelli precedenti: stabilire il principio che un museo, o un qualunque altro bene culturale, debba essere economicamente autosufficiente, significa far passare il principio che lo stato non sia tenuto a sborsare una lira per esso: una ben singolare idea del ruolo del settore pubblico, in cui le preoccupazioni esclusive sono di carattere ragionieristico. A rischiare non sarebbero, in tal modo, i monumenti più visitati: insomma, il Colosseo non sarà mai venduto. A rischiare, secondo gli esponenti di Italia Nostra, sono monumenti minori, meno conosciuti ma non meno preziosi.
Si è messa molta carne al fuoco, e c’era indubbiamente bisogno di una conferenza come questa. Ci sia permesso, tuttavia, esprimere a titolo puramente personale qualche perplessità su alcune delle enunciazioni che si sono ascoltate.
Sembra che nel pensiero degli esponenti di Italia Nostra il passato era comunque migliore, e che la decadenza dei beni culturali, e soprattutto museali, in Italia, sia cominciata con l’affidamento dei servizi museali ai privati durante i governi a maggioranza ulivista. Sta di fatto che a Roma, fino a dieci anni fa, nel pomeriggio era impossibile visitare un museo. I musei erano luoghi dimessi, custoditi da un personale spesso piuttosto “andante”. Oggi tutti o quasi i musei di Roma sono diventati luoghi dotati di ogni comfort, dove è piacevole stare anche al di là della visita di una collezione o di una mostra. In secondo luogo, forse ci vorrebbe, oltre alla battaglia civile, un po’ più di ottimismo. “Che ne sarà del più antico mosaico di Giotto custodito a Boville Ernica, in mezzo alle montagne? Chi si occuperà degli affreschi rupestri delle chiese pugliesi, con la legge recentemente promulgata?” ci si è chiesti nella conferenza con tetro pessimismo. Forse ci vorrebbe  un po’ più di fiducia nell’amore del popolo italiano per i suoi monumenti, e nel dinamismo dei soggetti pubblici e privati.


 frascati - grottaferrata - ciampino
Corso di lingua esperanto in rete
(Eliana Rossi  ) - Seguire il corso di lingua esperanto, completamente gratuito, oggi è ancora più semplice, basta cliccare sul sito www.esperanto.it. L’esperanto nata come lingua ausiliaria per la comunicazione internazionale si è sviluppata rapidamente, evolvendosi in una lingua viva e ricca di espressività. Da oltre un secolo, l’obiettivo che persegue questo idioma è quello di unire gli uomini di tutto il mondo, abbattendo le differenze linguistiche, attraverso la democrazia e la comprensione transnazionale. “Sebbene, come ogni altra lingua, l’esperanto non sia perfetto – chiosa Renato Corsetti, docente di Psicolinguistica all’Università di Roma “La Sapienza” e Presidente dell’Associazione Universale di Esperanto – esso supera di gran lunga ogni rivale nel campo della comunicazione. Gli esperantisti affermano che dalla disuguaglianza linguistica consegue disuguaglianza  nella comunicazione a tutti i livelli, compreso il livello internazionale. Il movimento esperantista si definisce un movimento per la comunicazione democratica. Ogni lingua etnica è legata a una determinata cultura e a una determinata nazione (o gruppo di nazioni). Per esempio l’alunno che studia l’inglese,  scopre la cultura, la geografia e la politica dei Paesi di lingua inglese, specialmente gli Stati Uniti d’America e la Gran Bretagna. L’alunno che studia l’esperanto scopre un mondo senza frontiere, dove nessun Paese gli è straniero. Gli esperantisti affermano che l’educazione realizzata per mezzo di una lingua etnica, quale essa sia, è legata a una definita visione del mondo, mentre il movimento per l’esperanto è un movimento per l’educazione transnazionale”. Va ricordato che i corsi di lingua esperanto sono gratuiti e si tengono nelle città di Frascati (ogni martedì dalle 18 alle 19, presso la sala parrocchiale del SS.Sacramento), Grottaferrata e Ciampino.

 I NOSTRI PAESI - pag. 12

Sommario anno XI numero 12 - dicembre 2002